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Terminati i lavori alla collegiata maggiore, il resoconto dei tecnici

11-12-amati-dilauroNOCI (Bari) - La ricostruzione del campanile della chiesa Maria SS della Natività è giunto ormai al termine. L'intervento promosso dall'allora assessore ai lavori pubblici della Regione Puglia Fabiano Amati è stato seguito in tutte le sue fasi dall'ing. Lucia Di Lauro (entrambi in foto) quale responsabile unico del procedimento, coadiuvata dai propri funzionari interni ing. Pasquale Tarateta, geomm. Antonio Baldini Gaetano De Leonibus e Michele Tamborra, sotto l'alta sorveglianza e collaborazione alla direzione lavori dell'arch. Emilia Pellegrino della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici delle Provincie di Bari, BAT e Foggia. Abbiamo posto delle domande al'ing. Lucia Di Lauro.

Quanti giorni sono stati impiegati per la ricostruzione? I mesi di febbraio e marzo del 2012 furono impiegati per la messa in sicurezza del campanile; poi si provvide alla redazione del progetto di consolidamento e di ricostruzione. A luglio di questo anno 2014 la ricostruzione vera e propria del campanile era già terminata.

Quanto è costata l'intera operazione (mi riferisco ai fondi stanziati dalla Regione Puglia per la ricostruzione)?
L'intervento di presidio e messa in sicurezza è costato 120.000,00 Euro mentre tutti i lavori successivi sono stati realizzati con circa 980.000,00 Euro.

Chi si è occupato fattivamente della ricostruzione?
L'impresa esecutrice dei lavori è stata la Marullo Costruzioni di Calimera (LE).

Quali parti sono state realizzate con il metodo dell'anastilosi?
Fondamentalmente si è provveduto a rimontare l'ultimo tratto del campanile: la guglia era crollata disfacendosi in più di 500 pezzi catalogati dallo studio Mazzacane & Murolo di Bari con la consulenza storica del dott. Maurizio Triggiani; molti di questi erano inutilizzabili poiché avevano subito gravi fratture o appartenevano al riempimento interno della cosiddetta "cipolla".

Quali parti sono state ricostruite ex novo?
Come ho detto poco fa, la ricostruzione ha riguardato la parte sommitale del campanile; nel riproporre questa porzione, alta circa 4 metri, sono stati reimpiegati i conci recuperati che erano in buone condizioni mentre quelli irreparabilmente perduti sono stati rifatti con nuovi blocchi opportunamente lavorati, secondo le dimensioni e la forma degli originali.

Perché c'è una gabbia metallica attorno alla campana principale?
Non è una gabbia metallica: è la nuova struttura realizzata a sostegno delle quattro campane affinché durante le loro oscillazioni non scarichino il peso e le vibrazioni prodotte gravando sulle murature della cella campanaria.

Nel 2012 si scoprì che la chiesa era sprovvista di impianto antifulmine. Ne è stato installato uno adesso?
Assolutamente si! Era tra le nostre priorità... i tecnici della Regione hanno progettato un impianto ad hoc che isola il campanile e l'intera chiesa.

Perché la parte superiore del campanile risulta essere "più bianca" rispetto a quella sottostante?
Ci sono ragioni di carattere storico e operativo: la guglia del campanile di Noci è stata già colpita da un fulmine a metà dell'Ottocento; anche in quella occasione, stando ai documenti, fu necessario smontarla e ricomporla. Se osservate la cartoline dei primi decenni del secolo scorso, noterete che la punta del campanile è già più chiara rispetto al resto della struttura per i lavori occorsi qualche decennio prima. Ho anche detto poco fa che abbiamo utilizzato alcuni blocchi di pietra nuovi per sostituire quelli fratturati irreparabilmente. Inoltre i conci della guglia sono stati manipolati di più rispetto agli altri. Non potevamo fare un falso storico alterando l'aspetto naturale della pietra e quindi abbiamo optato per questa soluzione: col passare del tempo la colorazione si uniformerà in maniera naturale.

Fa parte dello stesso cantiere la ripulitura della facciata esterna della chiesa? E la navata laterale interna?
Si, abbiamo scelto di fare questo intervento grazie alle economie di gara; è stata ripulita la facciata principale della chiesa e il prospetto su Via Campanile. Gli elementi scultorei, le campane e gli stucchi della cupola del presbiterio sono stati opportunamente trattati dalla restauratrice Licia La Viola sotto l'alta sorveglianza della dott.ssa Nuccia Barbone della Soprintendenza per i Beni Storico-artistici e Etnoantropologici della Puglia. Inoltre sono state montate reti per evitare l'intrusione dei colombi che, a quanto mi hanno riferito, rappresentavano un vero e proprio tormento per gli abitanti della zona. Non v'è stato alcun intervento alla navata laterale interna! Il ponteggio montato per pochi mesi era un presidio statico per evitare problemi alle volte durante le lavorazioni che si svolgevano sul lastrico corrispondente dove erano stati sistemati i conci crollati e recuperati.

Qual è stato il ruolo dei tecnici nocesi?
Hanno prodotto un'importante consulenza durante le varie fasi di cantiere. Gli architetti Piernicola Intini e Piero Intini hanno realizzato un primo rilevo geometrico del campanile per conto della Diocesi di Conversano-Monopoli, successivamente, in collaborazione con l'ingegnere strutturista Michele Vitti di Conversano, hanno progettato il nuovo castelletto per l'appesa delle campane: se prima del crollo le campane suonavano solo con gli elettrobattenti montati sulle murature perimetrali della cella campanaria, ora, grazie a questa struttura, tutte e quattro le campane, compresa la Maria, possono suonare a distesa com'è stato fatto in occasione della festa patronale di San Rocco. La struttura è stata realizzata e montata dalla ditta Giannattasio di Pontecagnano Faiano (SA). L'architetto Francesco Giacovelli si è occupato di riprodurre il progetto della croce sommitale realizzata dai fabbri Capozza di Putignano (BA). Per conto della ditta Landnet di Ostuni i tre architetti hanno prestato consulenza durante la fase diagnostica preliminare, cosi come la geologa Serena De Venere che ha condotto le indagini geognostiche e, in una seconda fase le analisi petrografiche per il restauro del portale e del rosone per conto della restauratrice Licia La Viola.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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