NOCI (Bari) - Torna a Noci, sabato 19 settembre 2015, la “Festa dei Popoli – SOTTO LO STESSO CIELO”, l’unica manifestazione interculturale della città che, coordinata da Arcipelago Meridiano, unisce soggetti istituzionali, comunità straniere, associazioni clericali e sindacali e Ong, per avvicinare la cittadinanza alle realtà delle comunità straniere, al difficile percorso che adulti e minori immigrati vivono nel loro quotidiano, nei posti di lavoro, a scuola, nei luoghi pubblici e per le strade della nostra cittadina.
Il messaggio che si vuole diffondere è quello di convivenza tra i popoli oltre a voler sensibilizzare la cittadinanza e le giovani generazioni ai temi della multiculturalità, dell’interculturalità e al valore che tali ricchezze rappresentano nell’ottica dell’accesso alla diversità e dell’accoglienza.
Se partiamo dalle radici culturali e storiche dell’Occidente, dal Mediterraneo, culla di civiltà, immaginiamo come sarebbe oggi il mondo senza le leggendarie figure di Ulisse ed Enea, simboli che Omero e Virgilio hanno posto a fondamento dell’identità dell’uomo occidentale agli albori del suo cammino, dei loro viaggi verso nuove terre, nuove conoscenze. Nelle loro storie sono riassunte le motivazioni di sempre che hanno spinto l’uomo, di ogni tempo e di ogni latitudine, a mettersi in movimento, in viaggio: motivazioni economiche (per sfuggire alla povertà e cercare nuove condizioni di vita); politiche (guerre, persecuzioni, pulizia etnica etc.); disastri naturali (tsunami, carestie, terremoti, etc.); motivi formativi (per frequentare una scuola e un titolo di studio da garantire ai propri figli etc.).
Oggi l’Occidente ha paura. Ha paura dei nuovi migranti. Ha paura dei suoi immigrati, dei quali spesso non conosce neppure l’identità. O finge di non conoscerla, per poterla manipolare a fini di propaganda politica. Probabilmente la presenza di tanti “stranieri” provoca un corto circuito nella nostra memoria, per cui si crea una equazione tra immigrazione e invasione, con conseguente paura di essere depredati, stuprati, sostituiti. Di ripiombare nel tempo della miseria e della sudditanza. Noi, che viviamo in una parte dell’Italia particolarmente sensibile a queste problematiche, abbiamo tutto l’interesse ad aprire gli occhi sulla realtà di questo fenomeno.
In questa quarta edizione, visto il momento storico e i tristi accadimenti che vedono il Mediterraneo ancora una volta diventare teatro di vere e proprie stragi ai danni di migliaia di persone che fuggono dai loro Paesi devastati dalle guerre inseguendo la speranza di una vita migliore, vogliamo dedicare un pensiero particolare a tutti coloro che hanno perso la ita in mare, che sono in viaggio, a coloro che attendono alle frontiere, a chi è fuggito dalla guerra per ritrovarsi sfruttato e umiliato nella nostra terra.
PROGRAMMA
ore 17:00 - Apertura banchetti
ore 18:00 - Raduno partecipanti alla "Marcia delle donne e degli uomini scalzi" in adesione all’iniziativa nazionale e lettura Appello
ore 18:30 - Partenza marcia da Piazza Garibaldi
ore 19:30 - Rientro in Piazza Garibaldi e Flash Mob “Io sono…”
ore 20:30 – Stefano Bitetti in Quasimusicale (Comedy clown)
ore 21:00 - Danze dal mondo coi Fabulamundi
-TESTO APPELLO-
MARCIA DELLE DONNE E DEGLI UOMINI SCALZI
È arrivato il momento di decidere da che parte stare.
È vero che non ci sono soluzioni semplici e che ogni cosa in questo mondo è sempre più complessa.
Ma per affrontare i cambiamenti epocali della storia è necessario avere una posizione, sapere quali sono le priorità per poter prendere delle scelte.
Noi stiamo dalla parte degli uomini scalzi.
Di chi ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere.
E’ difficile poterlo capire se non hai mai dovuto viverlo.
Ma la migrazione assoluta richiede esattamente questo: spogliarsi completamente della propria identità per poter sperare di trovarne un’altra. Abbandonare tutto, mettere il proprio corpo e quello dei tuoi figli dentro ad una barca, ad un tir, ad un tunnel e sperare che arrivi integro al di là, in un ignoto che ti respinge, ma di cui tu hai bisogno.
Sono questi gli uomini scalzi del 21°secolo e noi stiamo con loro.
Le loro ragioni possono essere coperte da decine di infamie, paure, minacce, ma è incivile e disumano non ascoltarle.
La Marcia degli Uomini Scalzi parte da queste ragioni e inizia un lungo cammino di civiltà.
E’ l’inizio di un percorso di cambiamento che chiede a tutti gli uomini e le donne del mondo globale di capire che non è in alcun modo accettabile fermare e respingere chi è vittima di ingiustizie militari, religiose o economiche che siano. Non è pensabile fermare chi scappa dalle ingiustizie, al contrario aiutarli significa lottare contro quelle ingiustizie.
Dare asilo a chi scappa dalle guerre, significa ripudiare la guerra e costruire la pace.
Dare rifugio a chi scappa dalle discriminazioni religiose, etniche o di genere, significa lottare per i diritti e le libertà di tutte e tutti.
Dare accoglienza a chi fugge dalla povertà, significa non accettare le sempre crescenti disuguaglianze economiche e promuovere una maggiore redistribuzione delle ricchezze.
Venerdì 11 settembre lanciamo da Venezia la Marcia delle Donne e degli Uomini Scalzi.
In centinaia cammineremo scalzi fino al cuore della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica.
Ma invitiamo tutti ad organizzarne in altre città d’Italia e d’Europa.
Per chiedere con forza i primi tre necessari cambiamenti delle politiche migratorie europee e globali:
1- Certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature
2- Accoglienza degna e rispettosa per tutti
3- Chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti
4- Creare un vero sistema unico di asilo in Europa superando il regolamento di Dublino
Perché la storia appartenga alle donne e agli uomini scalzi e al nostro camminare insieme.