NOCI (Bari) - Anche per il Movimento 5 Stelle di Noci il prossimo 4 dicembre serve necessariamente votare No al referendum costituzionale. Ad affermarlo a gran voce sono scesi in piazza - agorà infatti la scorsa domenica 27 novembre, nei pressi di Via Moro. Ad una settimana dalle votazione ultimo incontro pubblico dei pentastellati hanno spiegato le ragioni del no insieme al consigliere regionale della Puglia M5S Mario Conca, che ha sostituito in sede di discussione delle ragioni del no, il professore di storia moderna presso l’Università degli studi di Bari Aldo Moro Spagnoletti.
Prendendo in prestito la citazione del costituzionalista Patrick Henry secondo cui “La Costituzione, non è uno strumento del governo per contenere il popolo, ma è lo strumento del popolo per contenere il governo" e notevoli affermazioni di Calamandrei secondo cui la cosituzione è “un presbiterio che deve guardare lontano”, Conca è così andato a rafforzare l’introduzione del consigliere Colonna, in assoluto contrasto la campagna “pubblicitaria” costruita dal governo Renzi. “Oltre ad essere stato confezionato come un volantino da supermercato” ha dichiarato Conca, “questo quesito referendario non prone assolutamente riduzione dei costi della politica. Noi come m5s avevamo fatto la proposta per ridurre i senatori attuali e loro hanno detto di no. Bastava una legge ordinaria per farlo ed invece stanno sprecando ulteriori soldi per un referendum che poteva anche essere accorpato ai precedenti. In merito alla nuova legge elettorale e all’incentivo per la velocità della legiferazione, stanno sbagliando di grosso: quando vogliono sono capacissimi di approvare leggi in pochi giorni, vedi lodo Alfano, Jobs Act, Legge Boccadutri”.
“Bisogna ricordare a Renzi che sì è vero che stiamo modificando la seconda parte della Costituzione ma per cambiare la seconda serve che vengano rispettati i principi della prima” ha continuato. “E a me pare che con questa riforma si voglia solo ufficializzare un’ oligarchia con parvenza di democrazia. Il Senato sarà falsamente affidato nelle mani dei consiglieri regionali e lo Stato avrà la clausola di supremazia sulle regioni. Se dovvese passare il sì faremmo prima a chiamarci sudditi e non cittadini. La legge infine, voluta dai poteri forti più in alto di Renzi, doveva essere scritta dal potere legislativo e non esecutivo. Votare sì a questo referendum significherebbe essere masochisti; votare No invece significherebbe legittima difesa”.