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Mario De Marinis, dal 2010 a Rimini

12-05-mario de marinisNOCI (Bari) – Quando si hanno ben chiari nella propria testa gli obiettivi che si intendono perseguire e si possiede la giusta determinazione per concretizzare quella che inizialmente è un’aspirazione, può accadere che occorra del tempo prima di trovare una fissa dimora. Mario De Marinis, residente dal 2010 a Rimini, ha vissuto proprio questo: ha viaggiato, sperimentato, studiato, riflettuto e ha cercato il suo posto nel mondo. Per lui ancora una nuova vittoria: a gennaio 2014 si trasferirà a Bologna per iniziare la sua carriera presso l’Ufficio Grandi Contribuenti della Direzione Regionale Emilia-Romagna dell’Agenzia delle Entrate.

La decisione di lasciare Noci per svolgere la tua professione in un’altra città è stata determinata da esigenze pratiche o è stata il frutto di una scelta consapevole?

Sicuramente una scelta consapevole. A Noci esercitavo la professione di dottore commercialista, quindi non avevo alcuna necessità di trasferirmi. Della libera professione, però, vi erano aspetti che mi risultavano congeniali ed altri che mal sopportavo e che stavano prendendo il sopravvento; così ho cominciato a maturare la convinzione di dover cambiare lavoro, anche se senza l’angoscia di doverlo farlo nel più breve tempo possibile. Quando ho visto il bando di concorso dell’Agenzia delle Entrate ho pensato che era arrivato il momento buono per riprendere il percorso interrotto anni prima e che era anche l’occasione per provare a vivere in un altro posto e fare una nuova esperienza di vita; vinto il concorso, ho scelto Rimini come sede e sono tre anni e mezzo che vivo in questa città. Certo, non sono più i tempi d’oro della riviera romagnola regina incontrastata del turismo e del divertimento, ma di sicuro Rimini è una città dove si vive bene, con dei tratti caratteristici ben marcati, in cui ancora oggi è facile ritrovare la provincia raccontata da Fellini.

Nell’aprile 2005, dopo aver vinto il concorso dell’Agenzia delle Entrate ed esserti trasferito a Siena nel 2004, decidi di dimetterti e di tornare a Noci. Come puoi spiegare questa decisione?

Quella mia decisione nasce dal fatto che a Siena mi ci son trovato un po’ per scelta ed un po’ per caso. Nell’estate del 2004, mentre studiavo per la prova orale dell’esame di Stato da dottore commercialista, è stato pubblicato un bando di concorso dell’Agenzia delle Entrate; avendo notato una certa corrispondenza con le discipline che stavo studiando per l’esame di Stato, ho inviato la mia domanda di partecipazione. La mia scelta della regione per la quale volevo concorrere è ricaduta sulla Toscana; un’occasione questa che mi ha permesso di visitare Firenze e di ammirarne in ogni suo angolo l’infinita bellezza che offre. Dopo essere tornato alla mia quotidianità, mi è stato comunicato che ero al terzo posto della graduatoria e che a breve ci sarebbero stati gli orali; poi è stato tutto velocissimo: ho superato la prova orale e a dicembre mi son ritrovato assunto ed assegnato all’Ufficio di Siena. Ho iniziato quell’esperienza con grande entusiasmo: città stupenda, qualità della vita altissima, un buon ambiente lavorativo; ma quando, nel gennaio del 2005, ho superato l’orale dell’esame di Stato da dottore commercialista ho cominciato a pensare che, dopo aver fatto tre anni di tirocinio ed aver conseguito l’abilitazione, sarebbe stato un vero peccato non provare ad esercitare la libera professione ed era giusto portare a termine ciò che avevo iniziato. Così nell’aprile 2005 ho dato le dimissioni e sono tornato a Noci. Nonostante sia ancora oggi convinto della mia scelta, allora molti hanno considerato la mia scelta una follia: stavo abbandonando il classico posto fisso, per giunta statale.

Avendo avuto modo di lavorare sia fuori che nella stessa Noci, credi che quest’ultima sia una possibilità che prenderesti di nuovo in considerazione?

Il luogo natio irrimediabilmente esercita sempre il suo fascino e la sua attrazione. Ogni volta che torno a Noci, e a dire il vero lo faccio abbastanza spesso, non posso fare a meno di notare come il paese cambi, ma allo stesso tempo come io continui a sentirlo mio, perché nei vicoli, nei volti, negli odori, nel dialetto ne riconosco lo spirito. Ogni volta che vado via un tocco di nostalgia c’è sempre. E poi a Noci ho i miei amati genitori, tutta la mia famiglia, i miei amici più cari; no, di certo andar via non è mai facile. Nonostante questo, però, credo che per me Noci sia un posto fantastico in cui tornare, ma da cui devo comunque ripartire, perché ancora molto forte in me è la voglia di conoscere altre realtà. A tal proposito, recente è la notizia che ho ricevuto: a breve mi allontanerò un altro po’; qualche giorno fa, infatti, mi hanno comunicato che ho vinto una selezione interna, per cui da gennaio mi trasferirò a Bologna all’Ufficio Grandi Contribuenti della Direzione Regionale Emilia-Romagna dell’Agenzia delle Entrate. Insomma, se mai sarà il momento di tornare a Noci, è comunque abbastanza lontano.

 

Nell’ultimo periodo i cittadini nocesi hanno dovuto fare i conti con l’introduzione della Tares. Pensi che l’amministrazione comunale abbia gestito le giustificate reazioni dei cittadini in maniera adeguata?

Credo sia corretto dare un giudizio in merito considerando che viviamo tempi di grandissima confusione, specialmente in campo politico ed economico. Probabilmente l’intera vicenda poteva essere gestita meglio, ma di certo bisogna tenere conto delle difficili condizioni in cui si trovano ad operare oggi tutti gli enti locali, tra risorse a disposizione sempre minori, da cui la necessità di aumentare le entrate fiscali, ed un legislatore che in materia di tributi locali sembra andare a tentoni; in tal senso, basti pensare a quello che è successo negli ultimi due anni, con tributi cancellati e reintrodotti, altri che hanno cambiato faccia più volte, altri che sono durati non più di una notte. Del tutto insoddisfacente, invece, visto che parliamo di Tares, mi sembra la situazione della raccolta differenziata nel nostro paese. Se ne parla da anni, spero sia davvero arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti, perché i risultati ad oggi non mi sembrano certo positivi.

 

Più in generale, credi che Noci possa offrire ai giovani delle stimolanti prospettive future?

Prospettive future stimolanti per un giovane a Noci non ne vedo tantissime, anche se credo che, al di là della situazione contingente, con i suoi pregi ed i suoi difetti, Noci resti sempre un buon posto dove vivere; allo stesso tempo, però, resto fermamente convinto che fare delle esperienze fuori dal proprio nido sia fondamentale nel percorso di crescita di chiunque. Cominciare da zero in un posto totalmente sconosciuto, iniziare pian piano a conoscerne la gente, i luoghi, le abitudini, le tradizioni; sono tutte cose che ti arricchiscono, che rendono gli orizzonti più ampi e la mente più elastica. Per tornare, se lo si desidera, c’è sempre tempo; di certo si tornerà cambiati, ma sicuramente in meglio.

 

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