Noci celebra il Bicentenario dei Carabinieri

10-01-busto-bronzeo-ccNOCI (Bari) - Noci ricorda il Bicentenario dell'Arma dei Carabinieri con una conversazione storica e un monumento celebrativo. Giovedì 2 ottobre, alle ore 18.45, presso il Chiostro delle Clarisse è in programma l'ultimo appuntamento del ciclo di conversazioni storiche "Settembre in Santa Chiara", organizzato dal Centro culturale "Giuseppe Albanese" con la collaborazione del Comune e della Biblioteca comunale "A. Amatulli" di Noci. 

Il colonnello Rosario Castello, Comandante provinciale Carabinieri di Bari, terrà un intervento dal titolo "1814/2014 – A 200 anni dalla fondazione dell'Arma dei Carabinieri: istituzione, lineamenti e compiti della Benemerita da sempre vicina alle popolazioni".

Josè Mottola, presidente del Centro culturale "Albanese", converserà su "L'Arma nella Guerra di Liberazione. Il brigadiere Vito Recchia alias 'Secondo' (Noci 1914-1992) e altri carabinieri nella Resistenza al nazifascismo".

Alle ore 20.45 in via Principe Umberto, angolo piazza Garibaldi, sarà inaugurato un monumento all'Arma dei Carabinieri voluto dal Centro culturale "Albanese" e dal Comune di Noci. Parteciperanno Domenico Nisi, sindaco di Noci; colonnello Rosario Castello, comandante provinciale Carabinieri Bari; capitano Fabio di Benedetto, comandante Compagnia Carabinieri Gioia del Colle; Alessandro Turi, autore della scultura; Filippo Cantore, presidente dell'Associazione Nazionale Carabinieri di Noci.

Istituzione militare radicatissima nel territorio, l'Arma dei Carabinieri, fondata da Vittorio Emanuele I di Savoia nel 1814 sul modello della gendarmeria francese, rappresenta dal 1861 un simbolo di coesione nazionale in un Paese proclive al particulare per cultura secolare. L'Arma, in nome della fedeltà alla Corona e al governo legittimo, sotto la Repubblica di Salò e nelle zone controllate dal nazifascismo partecipò alla Resistenza in molti casi: il brigadiere di Noci Vito Recchia, mentre comandava una stazione di carabinieri nel Bellunese tra 1944 e 1945, a rischio quotidiano della sua vita era anche partigiano col nome di battaglia "Secondo". Un esempio non retorico di etica del dovere e di sacrificio in nome di un ideale, da indicare alle nuove generazioni.

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