Chiese e cappelle rurali, Terre delle Noci denuncia l'abbandono

05 13terredellenociNOCI (Bari) - Non una manifestazione religiosa ma di alto spessore culturale. “Chiese e cappelle rurali nella terra delle noci”, manifestazione svoltasi dall’8 al 10 maggio all’interno del Chiostro di San Domenico, fra le campagne di Noci e promossa dall’associazione culturale “Terre delle Noci”, ha avuto come obiettivo riportare all’attenzione del pubblico, degli entri privati e dell’amministrazione comunale lo stato in cui versa circa l’80% del patrimonio culturale rurale. L’opera di sensibilizzazione è stata vissuta sia con commento tecnico che con visita reale ad alcuni esempi di chiesette.

05 13francotinelliInaugurata con una mostra fotografica aperta al pubblico nel pomeriggio di venerdì 8 maggio, la manifestazione è poi proseguita sabato 9 con una mostra-convegno dal carattere scientifico ed identificativo delle chiesette e cappelle rurali del territorio, sulle quali sono stati chiamati a relazionare il professor Franco. R. Tinelli (presidente dell’associazione promotrice ed autore delle fotografie allestite), Don Vanni D’Onghia (della diocesi Conversano-Monopoli), il professor Dammacco (Università di Bari) ed il dott. Stefano Campanella, moderatore e direttore di Tele Radio Padre Pio.

05 13mostraDopo un breve excursus storico- religioso sulla tradizione della popolazione contadina di riunirsi in comunità per vivere il culto cristiano, il professor Dammacco ha spiegato, entrando nel merito del diritto civile, che ad oggi queste cappelle, previa autorizzazzione del Vescovo, possono ancora essere utilizzate a meno che, nel tempo, non abbiano intrapreso la via della de-sacralizzazione. Una condizione in sostanza, che ben si sposa con l’obiettivo della manifestazione, dal momento che essa stessa gioverebbe alla conservazione delle opere architettoniche e pittoriche collocate lungo tutto il territorio rurale. Compito di Don Vanni D’onghia invece, appassionato di chiesette rurali sin dal suo tredicesimo anno di età, è stato quello di descrivere nel particolare origine, fondazione e struttura di cinque chiesette, partendo dalla più antica in assoluto (datata 1616) fino all’ultima del 1841. Egli è entrato nel merito infatti della struttura architettonica e delle caratteristiche pittoriche delle chiesette di Masseria San Giacomo (1616), Masseria Cassano (1752), masseria Don Marino (1766), masseria Mastro Marco (1737), Masseria Monitilli Di Gioja (1841). Positiva d’altronde è stata la risposta da parte del senatore Liuzzi, (membro commissione beni culturali), il quale ha accettato di buon grado di avere un occhio di riguardo verso questa alta percentuale di patrimonio abbandonato da salvaguardare.

La manifestazione si è conclusa domenica 10 maggio con un tour in pullman fra le campagne nocesi, alla scoperta dal vivo di alcune cappelle rurali in stato di abbandono opportunamente fotografate e citate nell'elenco dei patrimoni da salvaguardare. 

 

Territorio

© RIPRODUZIONE RISERVATA