Quale futuro per il Parco delle Gravine?

perimetro_parco_gravineNOCI (Bari) - Le Gravine dell' Arco Jonico sono grandi canyons carsici disposti a ventaglio intorno al golfo di Taranto; vi si è sviluppata in millenni di storia una civiltà rupestre che ha lasciato tracce evidenti nella cultura, nella storia e nell' arte. Dal punto di vista naturalistico le Gravine sono delle "isole" dove diverse specie vegetali ed animali di grande interesse sono rimaste isolate dall' originario contesto ambientale che, soprattutto per motivi antropici, è mutato radicalmente negli ultimi secoli. Inserita tra le aree denominate IBA (Important Bird Areas) da BirdLife International, la Gravina di Laterza ad esempio custodisce alcune delle specie a più alto rischio di estinzione dell' Europa meridionale. Ma il parco fin dalla sua istituzione regionale avvenuta con la legge n. 18 del 20/12/2005 denominata Istituzione del Parco Terra delle Gravine non ha mai trovato pace, tant'è che non è ancora attivo.
Con un convegno organizzato dalla Confagricoltura sabato scorso nella sala Pio XII, si è voluto far incontrare le associazioni interessate, vi era Michele Lacenere in rappresentanza della stessa, con gli organi regionali. Presente per l'occasione era infatti l'Assessore Regionale con delega all'ambiente Onofrio Introna. Moderatore era Mino Tinelli. Cosa centra Noci col parco delle gravine? Poco o nulla se non fosse che il territorio del parco, che si estende per 28.000 ettari e raggruppa ben 14 comuni, lambisce il territorio nocese nella zona compresa tra Lamadacqua e San Basilio (frazione di Mottola). Il dibattito nocese puntava ad un chiarimento tra ente e associazioni in quanto i coltivatori non si sentono tutelati dall'istituzione di questo parco e temono la perdita dei privilegi agricoli. "Non ci opponiamo al parco in maniera preconcetta- dice infatti il rappresentante di Confagricoltura Lacenere- pensavamo che potesse portare benefici ed invece il legislatore ha peccato sulla tutela della zootecnia e delle urbanizzazioni.  Si capisce che il silenzio delle istituzioni diventava rumore per gli agricoltori". Pronta la risposta di Introna. "Gli agricoltori sono comunque tutelati- spiega l'assessore regionale- in quanto il parco può favorire la crescita e lo sviluppo di un certo tipo di turismo e valorizza i prodotti tipici".

 

La Confagricoltura però chiede la riperimetrazione del parco. "Non si può pensare di salvaguardare le gravine in altro modo?"- chiede Lacenere. "Per via dell'ampiezza del parco- risponde Introna- non è possibile saltare le unità imprenditoriali incluse nel perimetro perché altrimenti si formerebbe un parco a pelle di leopardo o a forma di formaggio svizzero che renderebbe ingestibile il parco stesso". E propone una soluzione. "Il ripristino del progetto iniziale- dice Introna- così come approvato in Regione nel 2005 è la soluzione più ovvia per risolvere il problema".
Ma ovviamente gli agricoltori non ci stanno e dicono a gran voce che i comuni di Martina Franca, Mottola, Laterza, ed altri hanno espresso parere sfavorevole all'istituzione del parco informando l'assessorato regionale tramite copia delle delibere dei vari consigli comunali e minacciano quindi di rivolgersi al TAR per difendere i diritti sulla proprietà privata. Anche qui Introna ribatte. "Le amministrazioni coinvolte non hanno fatto esposti pubblici scritti in Regione ma solo prese di posizione giornalistiche fatte per accontentare qualcuno. Pre-approvazione in consiglio non è pervenuta nessuna presa di posizione netta da parte dei comuni interessati".

Alla fine però la Confagricoltura riesce a strappare una promessa all'assessore regionale che provvederà laddove possibile a revisionare il testo della legge regionale per venire incontro alle esigenze esposte dagli agricoltori.

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