Esordio poetico di Antonio Natile, “Dove c’era il lago” presentato a Bitonto

10-11-presentazione_libro_NatileBITONTO (Bari) - Si è tenuta nella sala storica del Palazzo Regio, a Bitonto, la presentazione del libro "Dove c'era il lago" di Antonio Natile. Da un'iniziativa della Libreria del Teatro ed inserita all'interno del ciclo di appuntamenti letterari delle Officine Culturali, il poeta nocese ha potuto presentare la sua opera prima ad un vasto pubblico di spettatori, sito in una città di quasi 60.000 abitanti.

10-14-irene_leo_e_antonio_natile"Questo testo è fatto di assenze"- esordisce Irene Ester Leo (in foto insieme a Natile), poetessa salentina presentatrice della serata. E continua: "Essenzialmente la poesia di Antonio si articola su due livelli: da un primo livello fatto di fisicità della pietra, quella della sua terra, ad un secondo di introspezione metafisica sino ad arrivare ad una dimensione che è solo la sua". E di fatti un lago non c'è mai stato da che memoria insegna, in questa terra di Puglia, soprattutto in quel lembo increspato dalla roccia affiorante che ha dato all'autore i natali. Così come non c'è il lago tra queste pagine, non c'è nemmeno la Maria dell'epigrafe cui è dedicata l'intera raccolta poetica edita LietoColle.

Ulteriore segno, fortissimo segno ancora, non a caso, è l'uso del dialetto che amplifica i contorni dello spazio visionario in cui Natile si muove, dialetto vivo e strutturale che interviene là dove la lingua italiana non bastando a se stessa ha bisogno delle punte e delle asprezze sonore di consonanti che hanno la forma e la trama non dissimile dalla roccia. E' un testo questo che tende alla nozione collettiva del mondo, e lo fa con costante passione:''l'io'' diventa ''noi'' e racchiude un'altra verità che ha connotazioni politiche. A ciò bisogna aggiungere la forte impronta che Rocco Scotellaro e Tommaso Fiore hanno lasciato nella mente e nel cuore del poeta, e che riemerge leggendo i suoi versi.

10-11-Antonio_Natile"La poesia è l'arte della potatura"- afferma lo stesso Natile (in foto). "Non bisogna aggiungere ma togliere facendo attenzione a capire cosa bisogna togliere/tagliare". Ed in più aggiunge: "quando il linguaggio universale della poesia si incontra con la collettività, quando il lettore si identifica nei miei versi, possiamo dire che la poesia ha raggiunto il suo scopo principale. Altrimenti è solo uno scritto emozionale di carattere personale". A tal proposito calza a pennello ciò che scrive Maria Grazia Calandrone nella prefazione al testo: " (...) Non stiamo parlando di poesia civile, stiamo parlando di un modo civile di fare poesia, perché comunque resta la sovversione, la radice esposta, il rovesciamento che sono congeniti alla funzione-poesia e che formano squarci di dubbio nelle apparenze, (...)". La raccolta poetica è possibile trovarla nelle migliori librerie della zona, oppure è possibile richiederla contattando la casa editrice o direttamente l'autore.

Si ringrazia Stefano Verdiani per la collaborazione fotografica.

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