Un nocese tra i volontari del campo 3 di Finale Emilia

06-13-emergenza-emilia-guagnanoNOCI  (Bari) - Nella macchina della protezione civile che si è subito attivata per portare soccorso alle popolazioni emiliane colpite dal sisma di fine maggio si sono inseriti con competenza e professionalità anche alcuni volontari nocesi. Non certo per celebrarne le lodi, ma per rispetto dell'impegno posto a servizio dei terremotati dell'Emilia, abbiamo intervistato l'alpino nocese, Antonio Guagnano (in foto il primo da sinistra), membro dell'associazione locale di protezione civile San Pio, sempre sensibile e pronto a mobilitarsi a servizio delle emergenze.

Sig. Guagnano in che periodo ha partecipato ai soccorsi nelle zone del sisma? Dove è stato precisamente? "Ho partecipato non meno di una settimana fa' all'emergenza, dal 2 giugno al 9 giugno, al campo 3 di Finale Emilia". 

Con quale organizzazione è partito?"L'organizzazione con cui sono partito è l'Associazione Nazionale Alpini alla quale faccio parte integrante come vice Coordinatore di Protezione Civile nella Sezione di Bari, Puglia e Basilicata".

Che situazione ha trovato? La situazione che ho trovato è disastrosa e vi spiego il motivo. Non per le case crollate o lesionate, il problema è la lentezza della valutazione dell'agibilità da parte delle squadre di specialisti. Giustamente io, come tecnico, visto e considerato che lo sciame sismico nella zona è continuo valuto prima al mille per mille il rientro della famiglia in casa propria. Come sappiamo a Finale Emilia è crollato il simbolo della città, la famosa torre dell'Orologio e una gran parte del castello ormai da abbattere completamente, per salvaguardare l'incolumità dei residenti".

Com'era il morale della gente? Il morale della gente è completamente a terra, ma conoscendo gli emiliani, contattandoli personalmente al campo, hanno uno spirito di corpo non indifferente per potersi rialzare. Ci vorra' del tempo, ma la tempra è quella contadina, forte, della pianura Padana". 

Si avvertiva la presenza dello Stato?"A questo punto voglio rispondere con un po' di rabbia dentro. Ci sono delle cose che lo stato può fare immediatamente, ma tante tantissime cose le poteva fare prima. Ogni volta che ci troviamo in casi di emergenza come questi si emanano leggi per la prevenzione, in casi di disastri idrogelogici idem, ma poi nessuno controlla ed ecco le morti bianche o provocate. Grazie ai ragazzi dei Vigili del Fuoco, l'Arma dei Carabinieri, il Corpo Forestale dello Stato e tutti i volontari della Protezione Civile".

Pensa davvero che sia plausibile la proposta del sindaco di Noci, circolata in questi giorni, di invitare gli imprenditori emiliani a delocalizzare le loro aziende qui? "Dopo ciò che realmente ho visto non penso che ci sia qualche imprenditore pronto a lasciare il proprio territorio. Il loro pensiero è sempre rivolto a quei ragazzi che sono morti lavorando, lasciando le loro famiglie. Questi imprenditori prima di abbandonare la loro terra ci pensano abbondantemente".

Il sig. Guagnano a fine giugno partirà nuovamente per l'Emilia per svolgere un'altra settimana di volontariato e poi ha già in cantiere di trascorrerne un'altra ad agosto. Buon lavoro a lui e a tutti i volontari che stanno dedicando il loro tempo per portare soccorso nelle zone terremotate.

 

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