"Ti faccio lavorare, sono amico del senatore", 27enne finisce ai domiciliari

11-09-arresto-lavoroBARI - I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Bari hanno arrestato il 27enne barese A. L., già noto alle Forze dell'Ordine, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Bari, su richiesta della locale Procura della Repubblica, per millantato credito, falsità materiale e truffa. Il giovane, che si spacciava anche per avvocato, è accusato di aver promesso falsamente diverse assunzioni presso cliniche private del capoluogo pugliese facendosi consegnare ingenti somme di denaro e vantando la propria amicizia con un noto Senatore della Repubblica pugliese, che a suo dire sarebbe intervenuto al momento opportuno.

In realtà, il politico era all'oscuro di tutto ed infatti è stata proprio la sua segreteria politica a denunciare tutto ai carabinieri quando alcune vittime si sono presentate per chiedere chiarimenti.

L'indagine, avviata nel marzo del 2012 dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Bari, ha consentito di ricostruire diversi episodi in cui il 27enne ha ingannato ignari giovani ed i loro genitori promettendo posti di lavoro presso cliniche private del capoluogo, chiedendo in cambio cifre esorbitanti.

In una circostanza si è fatto consegnare ben 23.000 euro da una famiglia che sperava di far assumere il figlio 31enne in una clinica privata, il giovane si è persino licenziato dal negozio in cui lavorava come addetto. Si poteva pagare con assegni o con versamenti su carte di credito ricaricabili.
Per rendere più credibile il tutto, A.L. rilasciava falsi attestati relativi ad inesistenti corsi di formazione professionale con altrettanto falsi patrocini del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dell'Unione Europea e della Regione Puglia. Gli ignari truffati ricevevano anche false e-mail e lettere di assunzione fasulle nelle quali venivano riportanti parziali contratti di assunzione a tempo indeterminato. Il tutto veniva condito anche con incontri presso le cliniche designate che inducevano i truffati a convincersi della credibilità dell'offerta di lavoro.

Un'altra ignara vittima è stata indotta a cessare la propria attività commerciale dietro promesso di un posto di lavoro come operatrice socio-sanitaria. Per convincerla anche telefonate da parte di un'inesistente Dottoressa della segreteria del Senatore.

Alla fine le vittime hanno iniziato a sospettare e A.L. non ha esitato ad inventare scuse di ogni genere per prendere tempo, tra cui la morte della madre del senatore, inducendo persino una delle persone raggirate ad inviare un telegramma di condoglianze.

Per A.L. il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto gli arresti domiciliari.

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