Minacce a testimone scomodo, tre arresti

carabinieri-arresto-2MODUGNO (Bari) - Tra Bitetto e Grumo Appula, i Carabinieri hanno messo la parola fine ad una faida che andava avanti ormai da un anno e che aveva come sfondo il controllo del mercato della droga nell'hinterland barese. Tre pregiudicati finiti in manette con l'accusa di tentato omicidio, estorsione e violenza e minaccia per indurre un parrucchiere di Bitetto a ritrattare la propria testimonianza.

La vicenda nasce nel maggio dello scorso anno quando un pregiudicato di Grumo Appula, V.C. classe 94, esplode in piazza a Bitetto un colpo di pistola all'indirizzo di un rivale G.L. che si trovava in compagnia di un amico parrucchiere. I carabinieri non faticano molto ad identificare l'uomo, anche grazie alle testimonianze delle vittime che rimangono miracolosamente illese. L'uomo viene arrestato, ed è tuttora detenuto per quel reato, ma per le vittime inizia un vero e proprio stillicidio di minacce che culmina con il tentato omicidio di G.L., che il 28 dicembre scorso si becca una scarica di pallottole cal. 38 che miracolosamente non lo uccidono, ma gli frantumano il femore destro.

Per i carabinieri della Compagnia di Modugno e la Procura della Repubblica di Bari, il quadro è piuttosto chiaro, tensioni tra due gruppi contrapposti per il controllo del mercato della droga. Particolare l'accanimento sul parrucchiere testimone del primo episodio, minacciato per ritrattare la propria testimonianza e costretto a pagare il pizzo per sostenere le spese legali di V.C.. Inoltre, come se non bastasse, le donne del clan avverso si presentavano e con arroganza pretendevano acconciature gratis.

A metter una parola fine a questa triste vicenda l'Ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Bari che ha pienamente concordato con la ricostruzione dei fatti operata dalla Procura della Repubblica e dai Carabinieri. In manette anche un'albanese, E.S. dell'84, accusato di tentato omicidio assieme a D.C.F., classe 81, uomini agli ordini di V.C. che dal carcere non voleva lasciare impuniti i suoi accusatori.

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