Abusivismo edilizio in zone rurali: dov’è la verità?

10-01-forestale-1NOCI (Bari) - La zona del sudest barese è vittima da alcuni anni di abusivismo edilizio riscontrato principalmente nelle zone rurali. In alcuni casi si tratta di veri e propri scempi ambientali che rischiano di compromettere la natura paesaggistica del territorio, in particolare quella compresa tra la Murgia dei Trulli e la Valle d'Itria. Il Corpo Forestale dello Stato è impegnato quotidianamente nella salvaguardia del territorio e nella sua attività ha riscontrando diversi illeciti. Ben 8 sono stati gli interventi dei Forestali nell'ultimo anno, di cui 4 a Noci. 12 nel biennio 2011-2013 nell'area a sud est del capoluogo.

La scelta di possedere una seconda dimora in campagna è ormai parte della tradizione degli abitanti che popolano questa zona. Ciò non si concilia tuttavia con quei fenomeni di incremento dell'edificazione in dissonanza dalle norme di settore, peraltro complesse, di natura edilizia e paesaggistica. E' quindi necessario che lo stesso sforzo interpretativo che viene svolto dalla polizia giudiziaria in sede investigativa sia sempre posto in essere dai tecnici delle istituzioni che svolgono amministrazione attiva  e sui quali incombe il dovere professionale della relativa conoscenza.

certini-claudio-utcE proprio sul dualismo amministrazione-repressione che si concentra il nodo sull'interpretazione delle norme, peraltro molto articolate, che dà il via alle operazioni di costruzione e, in caso di abusivismo, alla loro successiva interruzione. «La tendenza a realizzare una seconda residenza per godere appieno del paesaggio campano, la difficoltà nell'interpretazione delle norme che inducono in errore anche addetti ai lavori delle istituzioni o liberi professionisti che siano, la tendenza ad ampliare la portata autorizzatoria dei permessi di costruire ovvero delle norme sulle liberalizzazioni scolpite nella legge n.241/90 ovvero nel testo unico dell'edilizia, tutte queste variabili configurano sovente l'ombra dell'abuso nel territorio agrario» spiega il dott. Giovanni Misceo, Comandante Provinciale del CFS di Bari. «Poi ci sono anche i casi di malafede, ma quelli vengono trattati in maniera più decisa». «Le pratiche gestite dall'ufficio fanno sempre riferimento alla normativa vigente peraltro molto complessa e articolata» dice invece l'arch. Claudio Certini (in foto) responsabile dell'Ufficio Tecnico del Comune di Noci.

11-20-Misceo-forestaleSe la natura delle norme è complessa come vengono rilasciate le autorizzazioni a costruire? A rispondere è il Com Giovanni Misceo (in foto): «La sovrapposizione di strumenti di governo del territorio pone un problema di interpretazione gerarchica. Si pensi alla doppia disciplina, quella urbanistica e quella paesaggistica. Sono discipline che hanno delle finalità proprie. Il problema è individuare l'ordine gerarchico tra le norme che scandiscono tali discipline. Il regime paesaggistico è sicuramente al primo posto, insieme a quello ambientale speciale di matrice comunitaria (SIC, ZPS) per tutelare quegli habitat che hanno dei requisiti naturalistici particolari. Bisogna di volta in volta accertare tramite le carte tematiche, quali di questi vincoli gravano sulla porzione di territorio interessata all'intervento; se su di essa grava ad es. un regime ZPS (zona protezione speciale), il permesso di costruire dovrà essere corredato da valutazione di incidenza a cura del competente Ufficio regionale o provinciale, c'è poco da fare. Così come nel caso di presenza del vincolo paesaggistico, il procedimento che conduce al rilascio del permesso ad aedificandi dovrà snodarsi attraverso il passaggio presso la Sovrintendenza competente al rilascio dell'autorizzazione paesaggistica. I vincoli, infatti, non sono necessariamente assoluti, potendo essere rimossi previo rilascio delle relative autorizzazioni. Ecco perché è possibile costruire anche in presenza di gravame vincolistico, la cui funzione rimane quella di connotare cioè orientare l'azione edificatoria per renderla compatibile con i parametri ambientali o paesaggistici. Queste sono regole chiare che i tecnici devono sapere». Certini invece risponde che «in massima parte i permessi a costruire riguardano i coltivatori diretti».

Dal caos dell'interpretazione gerarchica delle norme si finisce ai sequestri. «Nella natura giuridica del sequestro preventivo vi è la finalità espressa che il reato non venga portato ad ulteriori conseguenze» spiega ancora Misceo. «Questa misura cautelare serve ad evitare che si vada a consumare il reato. Ci rendiamo conto che il provvedimento può calare mentre l'opera è in edificandi, ma l'intervento si rende necessario per lasciare immutati i luoghi ed evitare che i reati si perfezionino». «Sono praticamente inesistenti opere realizzate in assenza di documentazione comunale, - è la risposta del tecnico comunale - ma la maggior parte degli abusi riguarda difformità di carattere tecnico perlopiù rivolti alla volumetria o alla distanza».

A questo punto sorge spontaneo chiedere se a seguito di sentenza di condanna, vi siano stati abbattimenti o "ripristino dello stato dei luoghi", dei manufatti sequestrati a Noci. «Si, ci risultano almeno tre casi in cui vi è stata la restituzione del territorio a quella che è la sua naturale conformazione. Non sono pochi considerato che la nostra azione si è intensificata negli ultimi anni. Vi è da fare però un distinguo. L'abusivismo classico dell'opera realizzata o in corso di realizzazione "sine titulo", rappresenta una casistica abbastanza limitata. È raro trovare una costruzione realizzata senza provvedimenti autorizzativi. Nella maggior parte dei casi si è in possesso di un provvedimento ma o si va oltre quelli che sono i limiti dell'autorizzazione oppure si erra sulle possibilità edificatorie. I casi più gravi sono rappresentati dalla mancanza di autorizzazione paesaggistica. L'essenza di questa autorizzazione va a viziare il provvedimento finale rendendo illegittimo il permesso a costruire. Questo è grave perché l'autorizzazione paesaggistica non può essere rilasciata ex post ma necessariamente prima del via libera all'edificazione». Anche l'Ente può fare qualcosa. «In caso di sentenza giudiziaria l'abbattimento del manufatto abusivo è posto come estrema ratio anche perché il proprietario preferisce attendere la conclusione dell'intero procedimento giudiziario. L'ente può requisire il manufatto abusivo e procedere all'abbattimento».

Come può quindi tutelarsi il povero cittadino nocese che intende costruire in zona rurale? «Ci sono i professionisti iscritti all'albo che hanno l'obbligo di conoscere il territorio» risponde Misceo. «Naturalmente il cittadino comune può rivolgersi anche da noi per ricevere utili informazioni, ma prima, ovviamente, d'aver azionato le ruspe. Noi vorremmo che la stessa diligenza che ci mettiamo nella conoscenza del territorio la adottassero tutti, dai cittadini, ai tecnici privati e pubblici preposti. Mai come in questo settore può funzionare la leale reciproca collaborazione istituzionale, così come mai in questo settore il principio dello sviluppo sostenibile costituisce un obbligo soprattutto morale oltre che giuridico, per potersi permettere di godere del territorio senza però precludere tale possibilità anche alle future generazioni».

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