NOCI (Bari) – La casa, talvolta, può non essere il luogo in cui si è protetti e al sicuro: nei giorni in cui gli italiani lottano contro Covid-19, le donne vittime di violenza domestica si ritrovano costrette in casa con il proprio maltrattante. In questa duplice lotta e nella convivenza forzata, chiedere aiuto può essere ancora più difficile del solito: è bene ricordare che il Centro Antiviolenza Andromeda (sito in Via Silvio Pellico) continua a lavorare ininterrottamente, offrendo anche un nuovo servizio di reperibilità telefonica tramite whatsapp.
I DATI RISPETTO ALLO SCORSO ANNO – Nel mese di marzo gli accessi al Centro Antiviolenza Andromeda sono stati 6, 1 in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nella prima settimana di aprile, invece, sono stati 2 (anche questi in aumento di un’unità rispetto allo stesso periodo del 2019). Nell’intera Regione Puglia, invece, si è registrato un calo del 40% degli accessi ai Centri Antiviolenza e un calo del 50% delle prese in carico. Si è registrata inoltre una drastica riduzione delle telefonate al 1522 (il Numero Antiviolenza e Stalking). Questo calo, insieme al lievissimo aumento rispetto agli accessi dello scorso anno registrato nel nostro ambito territoriale, è l’apice visibile di un fenomeno più grave e nascosto: la convivenza forzata nei tempi dell’emergenza sanitaria espone le vittime al rischio di maggiori maltrattamenti, nell’impossibilità di recarsi presso i Centri Antiviolenza o addirittura di contattare telefonicamente le operatrici.
NON SEI SOLA – A fronte della drammatica situazione, l’Aps Sud Est Donne (che da anni gestisce il CAV Andromeda e altri Centri Antiviolenza in diversi ambiti territoriali nella provincia di Taranto e Bari) ha ripreso e ravvivato la campagna “Non sei sola”, già avviata nel 2011. La campagna nasceva, infatti, con l’obiettivo di far emergere il bisogno inespresso delle donne vittime di violenza che, non sapendo a chi rivolgersi per chiedere aiuto, rimanevano in silenzio in situazioni di grave difficoltà e profonda solitudine. Oggi Sud Est Donne ha deciso di rinforzare la campagna, realizzando un video con il contributo della Regione Puglia e con la collaborazione della nota psicologa e criminologa Margherita Carlini. Nel video la dottoressa Carlini pone una serie di quesiti che possono evitare una sottovalutazione del rischio. Inoltre, consiglia strumenti da utilizzare e comportamenti da assumere, atti a comprendere che, anche se siamo in quarantena, si può e si deve chiedere aiuto.
L’ATTIVITA’ DEI CENTRI DURANTE L’EMERGENZA COVID-19 - Al fine di rispettare le disposizioni governative, i centri antiviolenza della Puglia, in questo momento di emergenza sanitaria, stanno svolgendo accoglienza solo telefonica, con l’ausilio di operatrici di prima accoglienza, psicologhe, avvocate e assistenti sociali. È possibile contattare h24 le operatrici, anche tramite applicazioni come whatsapp. Ugualmente è garantito il supporto di attivazione della rete di protezione in caso di pericolo. Su indicazione di quanto stabilito dalla circolare del Ministero dell’Interno-Dipartimento di Pubblica sicurezza del 27 marzo 2020 “Violenza di genere e violenza domestica” e dagli indirizzi operativi Prot. 1624 della Regione Puglia, al fine di limitare il contagio, le case rifugio non potranno accogliere senza che le donne e i minori abbiano trascorso un periodo di quarantena. Pertanto si sono acquisite le disponibilità di alcune strutture di accoglienza (b&b o case vacanza) al fine di organizzare, grazie all’aiuto della Protezione civile e dei Comuni, l’accoglienza delle donne e dei loro figli, garantendo i loro bisogni essenziali.
CHI CHIAMARE - Il Centro Antiviolenza Andromeda continua a lavorare, garantendo la reperibilità telefonica h24 al numero di telefono 331/7443573, raggiungibile in questo periodo di emergenza sanitaria anche tramite whatsapp. Inoltre è sempre possibile scrivere anche sulla pagina Facebook “Centro Antiviolenza Andromeda” o chiamare il numero nazionale antistalking e antiviolenza 1522. È attiva anche l’App 1522 per contattare tramite chat le operatrici del sistema. In aggiunta, l’App YouPol, nata per far denunciare ai più giovani episodi di bullismo e droga, potrà essere utilizzata anche per denunciare violenze domestiche. Si può chiedere aiuto anche senza dover per forza telefonare: le organizzazioni a tutela delle donne fanno appello al senso civico dei vicini di casa; in caso di rumori strani, è importante chiamare le forze dell’ordine.