Addio a Gianvito Putignano: imprenditore edile con scarpe grosse, cervello fino…e grande cuore

GianvitoPutignano1NOCI - La comunità nocese dice addio all’imprenditore edile Gianvito Putignano. Se n’è andato sabato scorso, in silenzio, con la delicatezza e la signorilità che lo hanno sempre contraddistinto, all’età di 85 anni. Con lui va via l’ultimo imprenditore edile appartenente a una generazione avvezza a costruire oltre che con reale impegno, anche con amore e passione. Tanti sono stati i messaggi di cordoglio pervenuti alla famiglia dai suoi ex dipendenti e di chi lo ha conosciuto, di chi da lui è stato silenziosamente aiutato.

GianvitoPutignano2Secondo di 6 fratelli, Gianvito Putignano era nato a Noci il 13/02/1936 con l’edilizia in un certo senso già insita nel DNA. Era infatti nipote di Nicola Putignano, conosciuto per aver realizzato l’Abbazia della Madonna della Scala, alla fine degli anni ’20. Fa subito i conti con il primo grande dolore della sua vita: la perdita del fratello maggiore a causa di un incidente sul cantiere. Una cicatrice che lo segnerà per l’intera esistenza.
Giovanissimo, inizia a collaborare prima con la ditta del padre Giuseppe (anch’egli costruttore edile) e successivamente con ditte della Lombardia.
Ventitreenne, sposa Edda Tassani, Figlia di Fulvio, il giardiniere a cui si deve la rinascita della villa comunale, ancora oggi indimenticato dai nocesi. Coronato il sogno d’amore, Gianvito realizza anche quello imprenditoriale, aprendo una sua impresa edile. Impresa che, da subito, inizia a operare in tutta la regione da Mesagne a Taranto, realizzando opere e infrastrutture importanti.
E’ proprio nella città Ionica che l’impresa nocese diventa una delle più importanti della città, costruendo chiese (Santi Medici e San Roberto Bellarmino), scuole , impianti sportivi ed industriali, ospedali ed abitazioni. Molti dei grattacieli ad uso abitativo su viale Magna Grecia sono state realizzate da maestranze nocesi sotto la guida del titolare Putignano Gianvito. Oltre Noci, vi sono opere realizzate da lui sparse per la Puglia a Bari, Triggiano, Palagiano, Mottola, Manduria, Ceglie, Lecce e anti altri posti.
Alla fine degli anni ottanta la sua impresa contava oltre 70 dipendenti diretti dando contestualmente molto lavoro all’esterno ad artigiani e maestranze locali (fabbri, falegnami, idraulici etc..)
All’inizio degli anni novanta oltre ad essere una delle imprese leader nel settore delle costruzioni della regione, ottiene tutte le certificazioni di qualità ed attestazioni di qualificazione a gareggiare per la realizzazione di opere pubbliche per tutte le categorie di lavori dal Restauro agli impianti .
Supportato dai figli ed in società con il fratello Mario, l’impresa con il suo nome prosegue la sua attività in tutta Italia in particolar modo Lombardia, Emilia Romagna e Marche, realizzando importanti strutture sanitarie, edifici scolastici, universitarie, terziario e residenziale di edilizia pubblica e privata. Sempre in quegli anni apre una prestigiosa sede a Milano nei pressi di Corso Buenos Aires .
Gianvito lascia ai suoi quattro figli, Giuseppe, Paola, Walter e Graziano (e ai suoi otto nipoti) il ricordo di una persona di un uomo di grande forza, generosità e lungimiranza. Tantissimi i messaggi di cordoglio e soprattutto di vivo e autentico affetto che sono pervenuti in questi giorni ai famigliari, malgrado essi, fedeli alla loro estrema riservatezza, non avessero fatto menzione sui social della loro perdita e del dolore derivatone.
Gli ex dipendenti, incanutiti hanno voluto manifestare la propria vicinanza alla famiglia Putignano, ricordando non solo le capacità imprenditoriali e la lungimiranza di Gianvito, ma anche e soprattutto la sua umanità e generosità. Neanche gli stessi famigliari sapevano quanto egli avesse fatto per aiutare divere persone in difficoltà. Lo hanno scoperto solo dopo la sua dipartita, perché Gianvito aveva fatto tutto con silenziosa discrezione. Addirittura c’è chi ricorda ancora il suo profumo, che avvolgeva tutto quando si entrava nel suo ufficio. Una ulteriore nota di signorilità che rimane nell’animo e nelle narici, a testimonianza del fatto che il profumo delle belle persone non si estingua mai. C’è chi ringrazia Gianvito per “aver dato la possibilità alla propria famiglia, così come a tante altre, la possibilità di mettere un piatto in tavola” chi lo ricorda come un galantuomo.
Il figlio, l’architetto Walter Putignano, contattato, si dice commosso da tante manifestazioni di vicinanza “Vedere i suoi ex dipendenti con le lacrime agli occhi, mi ha fatto pensare che i loro sforzi e quelli di mio padre non dovessero essere dimenticati e di quanto è importante in un’attività di successo il gioco di squadra. E la consolazione più grande, nel momento in cui una persona cara va via, sta nel constatare quanto vivo sia ancora il ricordo che ha lasciato negli altri”.
Se solo guardiamo alla realtà di oggi, dove tanti imprenditori si impoveriscono di umanità, man mano che le loro aziende crescono in importanza e i loro portafogli si riempiono, se solo guardiamo a tutti quegli imprenditori che considerano i dipendenti non come una seconda famiglia ma come mere macchine da lavoro, quasi come limoni da spremere, quanto diversa e luminosa appare la figura di “Mest Vit” come tutti lo chiamavano in cantiere. Viene da chiedersi se davvero si possa permettere che quella generazione di imprenditori con scarpe grosse, cervello fino e soprattutto grande cuore, sia davvero destinata a morire. No, crediamo che Gianvito non lo vorrebbe, e che auspicherebbe piuttosto a continuare a edificare negli animi degli imprenditori di oggi, consigliando loro che i primi mezzi da mettere in campo sono la passione e l’umanità, che la chiave di un’azienda dev’essere sempre il cuore. Buon viaggio, Gianvito e grazie perché quelle fondamenta le hai costruite davvero con materiali solidi.
La redazione tutta si associa al dolore della famiglia Putignano, dolore che la forza e la bellezza del ricordo sapranno tramutare in orgoglio e dolcezza.

 

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