Arrestata la donna delle truffe nel barese

IDENTIKIT

NOCI (Bari) - Ricordate questo volto? È l'identikit fornito dall'Arma dei Carabinieri nel novembre scorso per rintracciare una donna che, insieme ad un complice, attuava truffe a danno di persone anziane a Bari e provincia. Ora a quell'identikit è stato dato un nome ed un volto. Infatti è stata arrestata alle prime ore della mattinata di venerdì dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Bari Centro in collaborazione con la Compagnia di Pescara, Rosa Bevilacqua, trentacinquenne, pregiudicata, sorvegliata speciale di P.S. con obbligo di soggiorno, residente nel Comune di Montesilvano (PE), in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Bari, a seguito dell'attività di indagine svolta dai militari della compagnia pugliese.

 

La misura cautelare è stata richiesta dal P.M. e condivisa dal G.I.P., a seguito dei riscontri raccolti dai militari del Nucleo Operativo, che hanno acclarato la responsabilità della donna in occasione di due truffe, consumate a Bari, rispettivamente il 4 e 5 novembre 2009, ai danni di una 73enne ed una 78enne, accomunate da medesimo modus operandi, quello della cosiddetta "truffa all'americana" ben congeniata, ed a quanto pare più volte sperimentata con successo.
Secondo gli agenti dell'Arma la truffa si svolgeva in 5 fasi:

1^) ADESCAMENTO la donna, fingendosi svizzera o francese, indossando abiti eleganti e con modi distinti, avvicinava le vittime sulla pubblica via spacciandosi per la figlia di un imprenditore straniero, chiedendo loro se conoscessero un non meglio indicato medico, a cui lei avrebbe elargito una grossa somma di denaro a titolo di donazione, per conto del padre ormai morente.

2^ fase) STORIA DEL PADRE MORENTE Il complice (al momento ignoto), che la seguiva a distanza, non appena si accorgeva che le vittime avevano "abboccato", si avvicinava e fingendo di passare "per caso" e di aver udito il nome del medico, forniva indicazioni per rintracciarlo, offrendosi di accompagnarle e, convinte le vittime a salire a bordo del suo mezzo unitamente alla complice, si portava poco distante dal luogo dell'incontro e faceva intendere di andare ad acquisire informazioni circa l'esatto indirizzo della persona destinataria dell'elargizione, ritornando dopo qualche istante e riferendo che in realtà il medico era deceduto da pochi giorni.

3^ fase): DONAZIONE ALLA VITTIMA la complice, "dispiaciuta" per la notizia, faceva capire di essere comunque intenzionata ad effettuare la donazione a questo punto, in favore dell'anziana vittima e dell'uomo (complice), purché questi fossero in grado di dimostrare nell'immediatezza di essere persone "benestanti". A quel punto l'uomo esibiva una somma di denaro in contanti, già in suo possesso, ai presenti, mentre le vittime, in entrambi i casi, allettate dalla possibilità di un facile guadagno, si adoperavano per reperire il denaro in banca o all'ufficio postale, facendosi accompagnare, dagli stessi truffatori.

4^ fase) IL PRELIEVO subito dopo aver incassato le somme dalle due malcapitate (complessivamente 5.000 da una e 2.000 dall'altra, per complessivi 7.000 euro), i due malfattori, sempre in compagnia delle vittime, risalivano a bordo dell'autovettura, per recarsi da un non meglio indicato notaio, per stipulare l'atto di donazione.

5^ fase) LA FUGA Durante il tragitto, però, la truffatrice al volante, fermava l'auto davanti ad una rivendita di tabacchi e chiedeva alle vittime di andare ad acquistare una marca da bollo, necessaria per formalizzare l'atto. Appena le vittime facevano ingresso nell'esercizio commerciale, i truffatori si dileguavano, facendo perdere le proprie tracce.

I militari nell'immediatezza cercavano di raccogliere il maggior numero di dettagli sui malviventi, e sulla base delle dichiarazioni rese dalle denuncianti, avvalendosi di personale specializzato della Sezione Investigazioni Scientifiche del Nucleo Investigativo di Bari, realizzavano un identikit della truffatrice. Tale attività sortiva esito positivo, poiché proprio la trasmissione dell'elaborato grafico ed il particolare modus operandi, consentivano di giungere all'identificazione della Bevilacqua. Alla luce dell'estrema verosimiglianza tra l'effige e l'identikit, si procedeva all'individuazione fotografica da parte delle vittime, che, senza ombra di dubbio, riconoscevano proprio nella donna, l'autrice delle truffe perpetrate ai loro danni. Al termine delle formalità di rito, Rosa Bevilacqua è stata associata presso la Casa Circondariale di Teramo in attesa di comparire innanzi la competente Autorità Giudiziaria.
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