Incidente sul lavoro, indagate quattro persone

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NOCI (Bari) - Quattro persone, tra amministratori e tecnici infatti, sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura della Repubblica di Bari, per il caso che riguarda la morte dell'operaio 58enne martinese Natale Zigrino, operaio della società "Inedil srl" di Noci, avvenuto lo scorso mese di novembre sul cantiere edile posto in via Di Vittorio, a due passi dalla stazione ferroviaria.

I REATI IPOTIZZATI - Chiuse ormai le indagini, il sostituto procuratore Marcello Quercia (già noto per il capitolo d'inchiesta che ha riguardato l'ex segretario comunale Tondi ), ipotizza le accuse di omicidio colposo e violazione della norma antinfortunistica al presidente della ditta S. Intini e al suo vice F. Intini, rispettivamente di 56 e 58 anni, a P. Plantone, di 57 anni, coordinatore della progettazione, e F. Lupo, 51enne, direttore dei lavori.

LA RICOSTRUZIONE - Secondo quanto ricostruito dagli investigatori dell'Arma dei Carabinieri ai quali si sono aggiunti i tecnici dello Spesal e già riprodotto in sede di cronaca sul quotidiano, Natale Zigrino, stava lavorando nello scavo del suddetto cantiere edile quando, risalito all'altezza del piano stradale, sarebbe stato spinto nel vuoto dal telo di protezione del cantiere, sradicato con effetto vela da una folata di vento improvvisa. Dopo un volo di alcuni metri l'operaio toccò terra e venne trafitto dalle lance di ferro poste a rinforzo delle fondamenta in costruzione. La morte sarebbe sopraggiunta qualche istante più tardi.

L'ACCUSA - Secondo quanto prodotto dall'accusa, quegli spuntoni non avrebbero dovuto essere scoperti, ma rivestiti con tavolati o gommini. A quanto pare gli operai non avevano ancora realizzato la protezione prevista per legge al fine di prevenire le cadute, come un parapetto provvisorio realizzato a livello del piano stradale. Come già riportato dagli inquirenti inoltre anche il telo non sarebbe stato a norma. Secondo questi infatti la maglia intessuta di cui era composto il telo era troppo fitta e quindi non attraversabile dal vento che sospingendolo lo gonfiò, provocando il nefasto effetto vela.

Dopo la chiusura delle indagini quindi si attende la decisione del pubblico ministero sulla richiesta o meno del rinvio a giudizio degli indagati.

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