Anche un commercialista ed un'azienda di Noci coinvolti nell'operazione “Gibbanza”

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NOCI (Bari) - Ci sarebbero anche un commercialista di Noci ed una azienda del luogo tra i soggetti finiti nelle maglie della Guardia di Finanza nell'ambito dell'operazione denominata "Gibbanza". L'operazione condotta dal nucleo di polizia tributaria è servita a smantellare un pericoloso quanto radicato presunto giro di mazzette tra imprese e giudici per pilotare le sentenze della commissione tributaria in merito a contenziosi sollevati dall'Agenzia delle Entrate.

tribunale_bariLa lente delle fiamme gialle si è ingrandita quando gli inquirenti hanno notato che il 98% delle decisioni era a favore delle imprese che impugnavano le contestazioni milionarie sollevate dall'erario. Con questo meccanismo sono stati sottratti al fisco oltre 100 milioni di Euro. Nell'ambito dell'operazione Gibbanza, che in dialetto barese significa "olio che fa sbloccare", sono quindi finiti in manette 17 persone tra cui molti sodali del giudice non togato Oronzo detto Sandro Quintavalle, che secondo l'accusa era il principale attore della faccenda. 47 invece sono le persone indagate a vario titolo. Per quanto riguarda la cittadina murgiana, a finire nei guai è stato il commercialista Francesco Della Corte che avrebbe eseguito un'operazione per conto della ditta Giovanni Putignano e Figli srl facente capo a Raffaele Putignano, noto imprenditore nonché ex politico. L'azienda è stata soggetta anche a perquisizione e ad un sequestro da parte della Guardia di Finanza rientrante nel giro dell'operazione insieme alle sedi delle commissioni tributarie, alle abitazioni e agli studi dei professionisti baresi coinvolti.

L'ordinanza firmata dal gip Sergio Di Paola su richiesta del pm Isabella Ginefra porta la data del 29 ottobre 2010 ma l'operazione è scattata solo all'alba di ieri al termine della ricostruzione del quadro indiziario nei confronti degli accusati. Appostamenti e pedinamenti sono serviti a filmare ed intercettare, a raccogliere prove degli accordi in base ai quali, secondo la Procura, venivano pilotati in favore degli imprenditori i ricorsi presentati in commissione per evitare il pagamento di gravi sanzioni. Le indagini hanno ricostruito un sistematico scambio di favori tra Quintavalle e gli imprenditori, ma anche tra questi ultimi e i commercialisti. Si va da cifre da capogiro a piccoli regali: migliaia di euro per un ricorso, televisori al plasma, ai pc, scivolando verso la riparazione gratuita dell'auto, la cassa di datteri di mare, alcune lattine di olio e tre bottiglie di vino, fino a comode maglie intime e mutande.

Antonio_Laudati"Questa è una vicenda che incide su uno dei fattori più allarmanti attualmente per la società, l'evasione fiscale", ha detto il procuratore di Bari Antonio Laudati (in foto). "Una clamorosa evasione fiscale - ha proseguito - fatta da grandi gruppi imprenditoriali. Parliamo di accertamenti fatti dalla Gdf per milioni e milioni di euro: un lavoro enorme che veniva vanificato attraverso una possibilità di aggiustamento in contenzioso delle commissioni tributarie". "L'indagine è ancora in corso - ha concluso il procuratore - quindi possono esserci ulteriori sviluppi". Intanto l'accusa ha formalizzato la richiesta di interdizione dai pubblici uffici per i giudici tributari coinvolti ed attualmente indagati a piede libero.

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