Stalking, a Noci fenomeno diffuso ma sottaciuto

03-08-donna-ccNOCI (Bari) - Era il 24 febbraio 2009 quando sulla Gazzetta Ufficiale n. 45 veniva pubblicato il Decreto Legge n. 11 concernente "Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori", ovvero si formalizzava il reato penale di stalking. Il testo è stato successivamente convertito in legge dalla L. 23 aprile 2009, n. 38, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 95 del 24 aprile 2009.

A Noci fu subito boom. La locale stazione dei Carabinieri sul finire del mese di febbraio eseguì il primo arresto per stalking. Gli uomini dell'Arma imposero direttamente la linea della fermezza. All'epoca dei fatti l'allora Cap. Pietro Petronio alla guida del Comando Compagnia di Gioia del Colle, dette mandato a tutte le stazioni da lui coordinate di perseguire il nuovo reato adottando il pugno di ferro. L'impronta dello Stato però non ha ancora conseguito i risultati sperati.

IL FENOMENO - Nella quasi totalità dei casi, rivela pubblicamente l'ISTAT, le violenze non sono denunciate. Il sommerso è elevatissimo e raggiunge circa il 96% delle violenze da un non partner e il 93% di quelle da partner. Anche nel caso degli stupri la quasi totalità non è denunciata (91,6%). È consistente la quota di donne che non parla con nessuno delle violenze subite (33,9% per quelle subite dal partner e 24% per quelle da non partner). Si perché la violenza non è solo fisica ma anche psicologica.

zaccaria-lorenzo-maresciallo-01FORZE DELL'ORDINE - Nell'ultimo anno (2011) a Noci ci sono stati almeno una decina di casi di "atti persecutori". Nessuno è stato denunciato alle forze dell'ordine. La mancata denuncia di questo tipo di reato alle autorità competenti è confermata dal luogotenente dell'Arma Mar. Lorenzo Zaccaria che dice: "A Noci personalmente abbiamo trattato solo due casi denunciati. Uno nel 2009 ed uno nel 2010. Forse la positiva ondata emotiva data dall'introduzione del reato aveva incoraggiato le vittime a denunciare il proprio stalker". Ma ciò che rabbrividisce è il seguito. "In entrambi i casi però- continua Zaccaria- in sede di dibattimento processuale v'è stata la remissione di querela". In altre parole le vittime hanno successivamente ritirato le proprie denunce liberando di fatto dalla legge i propri persecutori. Questo la dice lunga sulla vastità del problema a Noci.Violenza che si ripercuote anche nella mente delle vittime. La stragrande maggioranza dei perseguitati nocesi non denuncia perché non riesce ad esprimere il proprio stato di "vittima perseguitata", oppure perché appartiene agli strati alti della società nocese.

L'ASPETTO PSICOLOGICO - A Noci le prime vittime di stalking appartengono alla "Noci per bene". L'inquietante rivelazione perviene dagli studi condotti sul territorio dalla dott.ssa Lorita Tinelli, psicologa, coordinatrice del CeSAP (Centro Studi Abusi Psicologici). "Per quello che concerne la mia personale esperienza - dichiara infatti la psicologa - è emerso che tale fenomeno appartiene anche alla classe socialmente più agiata della nostra comunità. Si tratta anche di persone che rivestono ruoli pubblici". Si capisce perché a questo punto le vittime nocesi facciano fatica a denunciare le violenze: non vogliono rimetterci la faccia.

LA DENUNCIA - Alla lunga però questo atteggiamento può solo alimentare il clima di violenza. Esternare la propria condizione confidandosi con amici, o rivolgendosi a strutture psicologiche adeguate come il CeSAP, oppure denunciare tutto all'Autorità Giudiziaria è, e rimane, l'unico modo per recuperare la propria integrità e dignità, ed iniziare una manovra concreta per cercare di arginare il diffuso fenomeno che nell'omertà e nel silenzio fonda le proprie radici.

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