L’abbraccio dei nocesi all’operaio vittima sul lavoro

08-16-cicatello-baraNOCI (Bari) - È partito da Largo San Sebastiano, martedì pomeriggio, il corteo funebre che ha accompagnato la salma di Vincenzo Cicatello, l'operaio morto mentre lavorava in una zona di scavi per la manutenzione dell'acquedotto. Gli amici di sempre ed i compaesani si sono stretti attorno alla famiglia in un abbraccio virtuale che ha accompagnato il feretro sino alla Chiesa Madre.

08-16-cicatello-funeraliQui don Stefano Mazzarisi, celebrante della messa funebre, ha ricordato nel suo sermone come la morte non può separare l'amore verso Dio e verso la vita. «La morte non ha vinto -dice- e nelle parole del Signore troviamo il coraggio per proseguire il nostro cammino terreno». Parole che risuonano in una chiesa stracolma all'inverosimile. In chiesa c'è il popolo dei lavoratori. Si è riversato l'intero popolo degli operai nocesi. Quelli che si alzano presto la mattina e si spaccano la schiena per portare da mangiare ai figli, mandare avanti una famiglia. In chiesa c'è la speranza di continuare a lavorare e di non morire di lavoro.

Ma ci sono anche i dirigenti e l'equipe dei tecnici della Imcora srl, l'azienda presso cui lavorava il Cicatello. A loro va dato il merito di non essersi sottratti alla vicinanza con la famiglia, a quel sentimento che va ben oltre il semplice rapporto tra titolare e dipendente.

A fine funzione il feretro è stato trasportato a spalla dagli amici operai e colleghi sino al cimitero comunale. La salma di Vincenzo Cicatello era giunta a Noci sin dalle 7.00 della mattina, dove è stata allocata nella dimora di famiglia. Da allora e sino al pomeriggio è stato un continuo susseguirsi di gente che si recava a dare l'estremo saluto all'operaio. Il saluto di una città che non si capacita ancora di una morte assurda.

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