Riforma della scuola, addio alla Gallo-Pascoli

09-07-gallo-pascoliNOCI (Bari) - Cambiamenti radicali all'interno del mondo scolastico. Con una legge varata nell'estate 2011 dall'ormai ex governo Berlusconi, il mondo scolastico subisce un radicale cambiamento per quanto riguarda gli accorpamenti. Il tutto in funzione di un ridimensionamento dei costi per la pubblica amministrazione del personale amministrativo, didattico e dirigenziale, che porta a tagli netti e riduzione dei costi in generale. Il testo di legge è contenuto nella manovra da 47 milioni di euro varata nel luglio 2011 e riguarda gli istituti per l'infanzia, le elementari e le medie inferiori.

Da quest'anno non vi sarà più un accorpamento "orizzontale" ma bensì "verticale". A Noci quindi sparisce l'istituto Gallo-Pascoli ed al suo posto emergono gli istituti comprensoriali Gallo-Positano e Pascoli-Cappuccini, fermo restando i due circoli didattici. A pochi giorni dall'inizio del nuovo anno scolastico l'Usp-Bari comunica pubblicamente la creazione e nuova divisione dei due circoli didattici che sono così composti.

CIRCOLI DIDATTICI - Il primo circolo didattico è composto dall'istituto comprensoriale Pascoli-Cappuccini, con le scuole dell'infanzia Guarella, Tinelli, Lamadacqua e Seveso. La sede di riferimento è quella sita in via Sold. Raffaele Tinelli e la dirigenza è affidata al prof. Giuseppe D'Elia. Il secondo circolo didattico è composto invece dall'istituto comprensoriale Gallo-Positano e dalle scuole dell'infanzia L. Gallo e R. Scotellaro. La sede di riferimento è quella di via Repubblica 36/A4 e la dirigenza è affidata alla prof.ssa Lenella Breveglieri, ex dirigente scolastico della Gallo-Pascoli.

LA LEGGE - Percorso travagliato quello della legge 111/2011. Inserito nella manovra dall'ex Ministro Giulio Tremonti per affrontare le dinamiche di spesa in piena crisi economica, nel giugno di quest'anno la Corte Costituzionale ha bocciato, con la sentenza 147 del 2012 (presidente Alfonso Quaranta, giudice redattore Sergio Mattarella), una parte di quella stessa manovra. Accogliendo parzialmente i ricorsi, che la Corte ha deciso di trattare unitariamente, delle Regioni Toscana, Emilia-Romagna, Liguria, Umbria, Sicilia, Puglia e Basilicata, i giudici delle leggi hanno dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 19, comma 4, del decreto legge 98 del 2011, poi legge 111/2011, nella parte che fissava l'obbligo di accorpamento in istituti comprensivi delle scuole dell'infanzia, elementari e medie che per acquisire l'autonomia "devono essere costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche". Spetterebbe quindi alle regioni il compito di uniformare il settore scolastico e non al Governo, e non vi sarebbe più imposto l'obbligo dei 1000 studenti.

Poche persone però erano a conoscenza di quanto stava accadendo anche a Noci e molti genitori si sono trovati in difficoltà nell'orientarsi per iscrivere i propri figli a scuola. I dirigenti scolastici alla guida degli istituti nocesi si sono dichiarati disponibili a qualsiasi chiarimento in merito e sono pronti a dissipare eventuali dubbi.

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