NOCI (Bari) - Attimi di tensione mercoledì scorso presso l'ospedale "Santa Caterina Novella" di Galatina (in foto) in provincia di Lecce. Un paziente giunto in regime di TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) ha tentato di aggredire il personale medico e le forze di sicurezza brandendo un coltello a serramanico. Il paziente in questione è un trentenne di Noci, giunto in quel di Galatina scortato dagli agenti della Polizia Municipale di Noci e dal consulente psichiatra del Centro Salute Mentale di Putignano, per mancanza di posti letto in altre strutture.
Sono stati proprio gli agenti di polizia municipale, coadiuvati dal personale medico in loco e dagli operatori, a far desistere il 30enne nocese dal commettere «atti gravi di rilevanza penale e far riportare il tutto alla normalità».
Secondo una prima ricostruzione il fatto sarebbe avvenuto nella medicheria del reparto di psichiatria dell'ospedale al momento della formulazione della pratica di accettazione. Doveva essere semplice routine ed invece il nocese, arrivato scortato dagli agenti di PM e dal personale medico, ma non sedato, ha dato in escandescenza senza apparente motivo estraendo un coltello dalla tasca dei pantaloni. Ne è nata così una breve colluttazione con gli agenti e gli operatori qualificati in cui lo stesso paziente è rimasto ferito ad un piede. C'è voluto qualche minuto per riportare in sé l'uomo e far ritornare il tutto alla normalità, fortunatamente senza conseguenze tragiche.
Il fatto però ha riportato subito alla mente dei medici e degli astanti la tragedia di Bari in cui è stata uccisa la dott.ssa Paola Labriola. Stesso motivo per cui il direttore generale dell'asl di Lecce, dott. Valdo Vellone, ha scritto una dettagliata lettera all'Assessore Regionale alle Politiche della salute, Elena Gentile, chiedendo un'attenzione maggiore e maggiore sicurezza per le strutture ospedaliere che ospitano questo tipo di pazienti.