Le Iene, Amalia Trifogli contro le discriminazioni nelle mense di Vigevano

10-06amaliatrifogliNOCI (Bari) - A Vigevano, Comune in provincia di Pavia, aumentano i bambini che non possono permettersi di usufruire della mensa della scuola. Qualche mese fa il noto programma Mediaset de "Le Iene" aveva mandato in onda un servizio di denuncia contro i metodi adottati dalla politica per separare bambini che non pagavano dal luogo in cui gli altri pranzavano. Un' insegnante nocese è stata intervistata nell'ultimo servizio dello scorso 1 ottobre.

Stando alle testimonianze delle mamme dei bambini ed alle stesse prove mandate in onda da "Le iene" (l'ultimo servizio era di Andrea Viviani), nel Comune di Vigevano col passare del tempo le agevolazioni per le famiglie a basso reddito in merito al servizio di mensa scolastica garantito a scuola sarebbero state totalmente cancellate, tanto da indurre ciascun bambino a pranzare ogni giorno sempre e solo con panino, acqua e frutta e a separarsi a pranzo dal resto della classe. Questa situazione, registrata più di cinque mesi fa, sembra essersi ingigantita sempre più: le Iene hanno di fatti registrato sino ad ora un aumento del numero dei bambini non paganti da 150 a 400 ed una estensione delle suddette regole separatiste anche all'interno della scuola materna e dell'asilo nido. 

Contro le politiche addottate dal Comune di Vigevano si sono schierati in molti: a partire da uno studio legale, che si è offerto di dare assistenza gratuita a chiunque volesse denunciare il Comune, fino ad arrivare ad una vera e propria Associazione intitolata "L'articolo 3 vale anche per me" presieduta dalla nocese Amalia Trifogli che, allo stesso tempo, è anche docente in una delle scuole della città. "La nostra associazione" ha dichiarato la Trifogli nell'intervista mandata in onda dalle Iene lo scorso martedì 1°ottobre "fa appello all'articolo tre della Costituzione ed è appunto nostro obiettivo rimuovere tutti gli ostacoli di natura sociale, economica, politica, religiosa. Con cinquecento euro è possibile dare un pasto caldo ogni giorno per un anno ad un solo bambino ed è per questo che le nostre iniziative di sensibilizzazione mirano a tirar su gruzzoletti risolutivi". 

Ad oggi quindi Noci può vantare di avere in una città come Vigevano una concittadina attivà al 100% e che vuole combattere problemi di natura sociale. Può un bambino, come sostiene anche la Trifogli, subire discriminazioni di natura sociale, economica, per colpa degli adulti che non sanno regolamentare i servizi offerti? Possono tali diritti essere preclusi anche a bambini così piccoli? 

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