L’Alpino Guagnano premiato per l’opera di volontariato in Emilia

04-16-guagnano-emiliaNOCI (Bari) - "A testimonianza e riconoscenza dell'opera e dell'impegno offerti per il superamento dell'emergenza conseguente al terremoto che ha colpito la pianura padana il 20 maggio 2012". Con queste parole l'ex presidente dell'associazione Nazionale Alpini Corrado Perona (alla guida dell'ANA sino a maggio 2013) ha inviato l'attestato ed una medaglia al nocese Antonio Guagnano per l'impegno assunto come volontario durante il terribile sisma che ha colpito l'Emilia due anni fa.

Il riconoscimento è giunto a quasi due anni di distanza per via della moltitudine di volontari che prestarono servizio durante quei terribili giorni post terremoto. L'alpino nocese Antonio Guagnano in quel periodo fu impegnato nei due comuni più devastati dal sisma, Finale Emilia e Cento. In questi due centri Guagnano, assieme agli altri alpini e a volontari di altre associazioni, ha materialmente contribuito all'allestimento da zero dei campi di accoglienza per gli sfollati e fatto fronte ai bisogni primari della collettività.

04-16-attestato-alpino«Il lavoro svolto da questi uomini con il cappello Alpino – ricorda Guagnano - era prima la messa in opera dei servizi igienici con relativa tubazione fognaria, montaggio tende e monitoraggio giornaliero della pressione statica delle stesse in base ai cambiamenti delle temperature climatiche che in pianura padana subiscono degli sbalzi impressionanti con punte di calore di 37 gradi alle ore 23, in pieno agosto, con un tasso di umidità superiore al 70% ed un brusco calo delle temperature di almeno 10 gradi in ore notturne». A questo si affiancava il lavoro di recupero del cibo e beni di prima necessità. «Il nostro lavoro era totale – continua a spiegare il volontario - innanzitutto cercare di soddisfare al meglio le richieste degli sfollati anche se a volte diventava difficile sopratutto nei primi giorni di emergenza, dal 20 maggio al 4 giugno, per reperire cibo fresco come la carne macellata o il pesce. Con il materiale recepito contribuivamo al mantenimento quotidiano della distribuzione di 600 pasti completi dalla colazione alla cena per ogni campo».

Nel frattempo c'era da far convivere diverse etnie di immigrati che si trovavano nelle cittadine emiliane in quel momento. «Nei due campi in cui ho prestato servizio c'era da far convivere diverse etnie di popoli: Italiani, Tunisini, Marocchini, Egiziani, Pakistani e Indiani dagli usi e costumi diversi tra di loro, compreso il periodo del Ramadan uguale tra Marocchini e Tunisini ma diverso in qualche modo per i Pakistani. Tra di loro della stessa religione qualche volta scoppiava anche una rissa da sedare».

Insomma un lavoro volontario totalizzante che seppur a due anni di distanza è stato riconosciuto ed apprezzato.

Notizie da Noci

© RIPRODUZIONE RISERVATA