Affaire Ritella: dalle carni alla sanità, il sistema dei vasi comunicanti

ritella-francesco-1NOCI (Bari) - È agli arresti domiciliari da circa una settimana l'ex imprenditore Francesco Ritella (in foto). Il Gip di Bari ha accolto l'istanza presentata dal collegio difensivo dell'imprenditore nocese circa la modifica della custodia cautelare che dal carcere si è trasformata in arresti domiciliari. La settimana scorsa le fiamme gialle avevano fatto irruzione nella casa nocese del 41enne Ritella e qui vi avevano trovato chiavi di alcuni immobili di Roma tra cui una villa al quartiere Testaccio.

LA RICOSTRUZIONE - Secondo la Procura della Repubblica che ha condotto le indagini, conclusesi la settimana scorsa con l'arresto di Ritella e del suo braccio destro Carmela Sisto, l'imprenditore di origini nocesi avrebbe distratto (leggi sottratto) fondi dalle casse di una società che commercializzava carni, la I.L.C.A.M – Industria Lavorazione Carni Meridionale s.p.a., con lo scopo di farla fallire, e di traghettare i soldi verso un'altra società che di li a poco avrebbe gestito una struttura ospedaliera privata convenzionata con la Regione Puglia. Secondo la tesi accusatoria in soli quattro anni, tra il 2002 ed il 2006, sarebbero stati distratti 25.174.010,00 Euro. Motivo per cui al duo Ritella-Sisto la procura contesta i reati di bancarotta fraudolenta, anche impropria, connessa ad attività di distrazione di attività e beni. La società in questione è stata posta in liquidazione dal 18 ottobre 2006 ed è stata dichiarata fallita, dal Tribunale Fallimentare di Bari, nel novembre 2013. Ma proprio nel 2002, anno in cui inizia la spoliazione di Ilcam, nasce un'altra società che vede amministratrice la 48enne Carmela Sisto, ma di fatto condotta da Francesco Ritella, la Court Estate srl.

VASI COMUNICANTI E DISTRAZIONI - Qui sarebbero confluiti in massima parte i fondi della Ilcam, di sicuro almeno 4.176.923,00 euro che la magistratura ha posto sotto sequestro. Proprio come nei vasi comunicanti: spostare fondi da una parte all'altra lasciando vuoto il primo vaso. Chi è però Court Estate srl? È la società controllante della Kentron srlu, società che materialmente si occupa di gestire la clinica Giovanni Paolo II di Putignano. Per questo motivo il GiP del tribunale di Bari Ambrogio Marrone ha predisposto un sequestro per equivalente di 8.612.234,00 sul patrimonio mobiliare ed immobiliare nella disponibilità di tutti i soci con conseguente nomina di un amministratore custode giudiziario. Iniziano così i guai per almeno 10 persone accusate di riciclaggio a cui si aggiunge il funzionario di banca Filippo Ambruosi anch'egli accusato di bancarotta fraudolenta. Le modalità di prelevamento stile "pozzo di San Patrizio" avevano talmente preso la mano di Francesco Ritella che la stessa condotta l'affarista l'avrebbe riservata anche per la Kentron srlu. In virtù di questo la procura già in aprile scorso aveva predisposto un sequestro preventivo dei beni per circa 8 milioni di euro, ed oggi (in realtà il 17 giugno us), nell' ambito di un separato procedimento penale, ha sottoposto a sequestro preventivo quote sociali di Court Estate s.r.l, denaro, titoli e conti correnti per il complessivo importo di euro 4.154.573,00 ed ascritto Ritella, Sisto, ed altre 4 persone il reato di appropriazione indebita aggravata continuata. Ritella in buona sostanza stava facendo con la Kentron la stessa cosa che qualche anno prima aveva fatto con la Ilcam.

LA DIFESA - Ritella non ha svuotato nessuna cassa societaria. I soldi venivano prelevati per far fronte ad alcuni debiti personali propri e di altri soci per poi ritornare nelle casse della società. È la tesi difensiva degli avvocati Antonio La Scala e Mario Malcangi che sostengono le motivazioni dell'accusato. Gli avvocati difensori ritengono di poter provare tutto attraverso la documentazione contabile ed una consulenza di parte. Nel frattempo Ritella, pur respingendo tutte le accuse, ha risposto per circa due ore alle domande che il GiP Ambrogio Marrone gli ha rivolto durante l'interrogatorio di garanzia.

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