"Ombre nei vicoli" a Noci: come agisce e parla la violenza sulle donne

08 19 ombre nei vicoli 1NOCI (Bari) – Denso di tensione ed emozione “Ombre Nei Vicoli”, lo spettacolo di teatro e danza itinerante, a opera dell’associazione culturale e teatrale “Grocà” e l’ “ASD Danza e Spettacolo” di Castellana Grotte, di scena il 19 agosto, tra angoli e gnostre nocesi. A proporre l’evento di riflessione sulla violenza di genere, alla cittadina nocese, in seguito a un convegno dedicato, è l’associazione culturale Karis, con il patrocinio del comune di Noci.
Lo spettacolo è frutto dell’adattamento di “Ombre nelle Stanze”, eseguito il 25 novembre scorso al Palazzo “De Bellis” di Castellana. L’intento di entrambe le versioni, come ha spiegato nell’ incontro di sensibilizzazione tenutosi al Chiostro di San Domenico Elvira Spartano (direttrice artistica dello spettacolo), è di distruggere la “quarta parete” teatrale che separa platea e palcoscenico, così da coinvolgere gli spettatori in prima persona e farli riflettere più approfonditamente su un tema così forte quale la violenza di genere. Infatti, i gruppi che sono partiti ogni quarto d’ora da Largo Armando Diaz si sono trovati immersi in un suggestivo viaggio tra le vie del centro storico, in cui sono stati sorpresi da 4 pièces teatrali differenti e intermezzi talvolta inaspettati.

 Il rosso e il bianco predominano tra le vie nocesi, in un susseguirsi di pietas, amore e violenza.
Un'esile ragazza in abito bianco declama i nomi di 65 vittime di femminicio, registrate da inizio anno, per poi accartocciare il foglio e farlo cadere, disperata, insieme ad altri gomitoli di carta. Nel Chiostro delle Clarisse, intanto, si consuma l'ennesimo litigio di una coppia, alla presenza della loro piccola figlioletta: lei è intenta a fare la valigia, ma non sembra certa della sua decisione. Neanche lui crede molto in questo cambiamento di rotta della sua relazione, ma soprattutto del suo comportamento nei confronti della moglie, su cui, ancora una volta, dopo l'ennesima promessa di amore e non violenza, alza le mani per fermarla.
Le anime dei due protagonisti si sdoppiano allora nei corpi di due ballerini, lanciati in una danza di movimenti e sguardi freddi, dal triste epilogo: la piccola ha assistito all'ennesimo episodio di violenza, violenza assistita appunto e si rifugia, impietrita, tra le braccia della madre, spinta a terra dall'uomo che dice di amarla.

08 19 ombre nei vicoli 2Fuori dal Chiostro, una ragazza, all'improvviso, attraversa la folla e grida aiuto, inseguita da un ragazzo poco dietro, fino ad arrivare nei pressi della Chiesa di Santa Chiara, dove due giovani innamorati raccontano la loro storia d'amore: la bellezza degli inizi, della conoscenza, di un sentimento acerbo, ma tutto da scoprire, lasciano poco a poco spazio alla gelosia di lui e alla sua sindrome di possesso, che rende alla ragazza la vita impossibile.
Il suo coraggio e il suo forte credo nell'amore, quello vero, la tirano fortunatamente fuori da questo limbo e, abbandonato il tetto coniugale e di conseguenza il suo uomo, grida forte e chiaro al pubblico che l'amore non fa del male.

Anche l'ossessione del controllo e l'ostentata sfiducia nella donna sono una piccola forma di violenza: controllare il suo cellulare, i suoi contatti, i suoi movimenti.
Parlarne con qualcuno può essere un primo passo importante per affrontare le proprie debolezze, ma non tutti riescono a farlo in tempo o a essere ascoltati e compresi nella loro richiesta d'aiuto: un uomo, infatti, ha ucciso la sua donna.
08 19 ombre nei vicoli 3Siamo sulla scena del crimine: lui è accovacciato sulle scale, disperato. Lei riversa a terra, esanime: "Mio marito mi ha uccisa, ma nulla di che, sia chiaro." Nulla che non sia una vita spezzata ancora giovane, una madre allontanata dal proprio figlio, una scelta che toglie, annulla e distrugge, arrogandosi il diritto di farlo, quando ciò non dovrebbe essere possibile su questa terra.
Lui dice di averglielo detto altre volte che un giorno l'avrebbe uccisa e, infatti, l'ha fatto: nessuno l'ha fermato, nessuno ha capito il suo reale problema, ma ormai è troppo tardi. Tutto è volato via, davanti ai suoi occhi e sotto le sue mani.

La violenza si muove a ritmo delle lancette, lo specchio non riesce a nasconderne i segni, seppur questi non siano evidenti, ma latenti: la violenza sulle donne è anche pregiudizio, luogo comune, preconcetto.
La zitella non è lo scapolo, la "troia" non è il gigolò, la donna debole non è l'uomo forte.
Una nuova creatura femmina che viene al mondo vorrebbe chiedere al padre di prepararle una vita diversa da quella a cui le sue simili sono abituate, fatta di rispetto, uguaglianza e amore e si rivolge agli uomini, da quelli più giovani a quelli vissuti, come suo padre.
"Educate i vostri figli al rispetto della donna". Con i gesti, le parole e i pensieri.

 

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