Restaurato il dipinto della Madonna del Carmine

05 04madonnadelcarmineNOCI (Bari) - È tornato a splendere di luce propria dopo anni e anni di trascuratezza ed indebolimento di colori, il dipinto seicentesco della Madonna del Carmine. Restaurata su iniziativa della Confraternita della Madonna Addolorata, la tela, oggi rileggibile in tutti i suoi caratteri originali e da sempre conservata nella Chiesa del Carmine, è stata presentata lo scorso sabato 2 maggio 2015 nella Chiesa Madre.

05 04relatoriDefinita la "Madonna ritrovata" ma non perché fosse sconosciuta, l'icona, che in origine doveva appartenere ad una pala d'altare dalle dimensioni molto più grandi, è stata presentata e descritta nel corso della serata da Don Peppino Cito, Giuseppe Giacovelli (curatore del restauro), Pierluigi Perrone (presidente confraternita), prof. Rossana Lerede (docente restauro Accademia belle arti Lecce) ed Antonio Siculo (studioso iconografia sacra).

Considerata molto probabilmente la tela più antica di Noci, la Madonna del Carmine doveva essere appartenuta alla confraternita del Carmine intorno al XVII secolo. Confraternita collegata all'ordine Carmelitano che aveva sede presso la grotta di San Michele a Montelaureto. La rappresentazione della tela è tipica della cultura carmelitana ed è stata conservata nei secoli nonostante la confraternita dedicata alla Madonna del Carmine sia stata "sostituita" da quella dedicata a Maria Ss dell'Addolorata. Su di essa, ha dichiarato la Professoressa Lerede venendo a presentare il lavoro di restauro svolto, sono state svolte indagini sugli strati oltre che sulla storia. "Restauro è conoscenza del passato" ha commentato, "è passato che diventa presente".

Giuseppe Giacovelli invece, autore e curatore dell'intero restauro, ha dichiarsto: "l'artista ignoto autore del dipinto aveva sicuramente conoscenze artistiche cinquecentesche. Allo stato iniziale la tela riportava bordi non colorati: dimostrazione del fatto che forse essa era stata riverniciata anche dopo l'incorniciamento. Sono state scolte indagine diagnostiche per accertamenti che fosse sulla datazione e test di solubilità. L'operazione più lunga é consistita nella deacidificazione con ammoniaca con conclusivi consolidamento dal retro e reintegrazione pittorica".

Il dott. Antonio Siculo infine, ripercorrendo origini e sviluppi del culto carmelitano, ci ha tenuto a presentare la sua tesi di attibuzione del dipinto tardo manieristico alla bottega di Alessandro Fracanzano.

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