I Neumi di Dio

vicenti-neumiNOCI - A maggio, nelle sale della Chiesa dei Cappuccini, si è potuto osservare la mostra di Carlo Vicenti, intitolata "Neumi". La sesta collezione dell'artista nocese, di professione vigile urbano con la passione per l'arte e la pittura, ruota attorno ai simboli della notazione del canto gregoriano chiamati appunto "neumi".
Fino all'età di Carlo Magno i canti gregoriani si trasmettevano solo oralmente, poi finalmente i grandi monasteri medievali si trasformano in officine di scriptoria e nascono i segni, i neumi. Prima liberi, poi allineati su un rigo musicale (tetragramma) inventato da Guido d'Arezzo i neumi si diffondono nella tradizione liturgica per poi scomparire con l'evoluzione policorale e strumentale dei canti liturgici. Solo nel XIX secolo in Francia, a Solesmes, si riprendono gli antichi testi del Mille e rinasce lo studio e la passione per i neumi, fino a diventare con il Concilio Vaticano II il "canto proprio" della Liturgia cattolica.

Carlo Vicenti dopo "i Trulli", le "Correnti", il "colore del vento", "lo zoo", "Oltre", giunge ad incrociare l'arte con il sacro. E non a caso. Il blu vicentiano diventa così ambiente divino in cui accogliere i neumi, la sacra armonia. Celesti armonie, esaltazione del sacro, decifrazione del sacro. Questa una delle possibili trame tessute ad arte da Vicenti. Nei chiaroscuri del blu, nei chiaroscuri dell'esistenza, piccoli ed impercettibili frammenti di sacro si mostrano nella loro apparente insignificanza per impedire lo spaesamento.
Il sacro, che seppur invisibile ed ineffabile, si intravede nel blu dell'orizzonte-vita infinito. Quasi un messaggio ed un avvertimento ad osservare e rintracciare le minuscole armonie divine nell'orizzonte umano. Vicenti sembra essere andato a toccare le corde dell'esistenza. Lui che dice di aver avuto una traccia per il "suo" segno artistico mentre partecipava alla professione semplice di una monaca benedettina nel monastero di San Giovanni Evangelista.
Immaginiamolo lì, mentre scorge nella riproposizione dell'antico rito religioso una piccola ed impercettibile armonia sacra: la scelta della vita di fede si sforza di dare armonia e senso all'esistenza, così come un gruppo di neumi ben ordinati sul tetragramma produce ordine e senso melodico trasformando il suono in canto. 

Vicenti allora incrocia il sacro, lo rende visibile agli occhi. Sceglie di accostarlo a sé al suo blu vicentiano. Nei suoi racconti confida l'antica vicinanza con La Scala, l'abbazia nocese benedettina in cui gli piace trascorrere alcune ore, con i neumi che lo avvolgono ordinatamente, lo sollevano dalle preoccupazioni, lo alleviano dagli affanni della quotidianità. 
A corredo di questa mostra c'è un bel catalogo con un'introduzione dell'abate Donato Ogliari, o.s.b. Abbazia Madonna della Scala Noci, e gli interventi di P. Anselmo Susca, direttore del Centro Studi "Novum Gaudium" e di Claudio Olivieri. 
La mostra ha ricevuto il patrocino del Parlamento Europeo, del Presidente del Consiglio regionale della Puglia, della Provincia di Bari, del Comune di Noci, dell'Abbazia Madonna della Scala - Noci, dell'Ass. Culturale Ianua. Apprezzamenti sono giunti in data 13 maggio 2009 anche dal presidente della Pontificia commissione per i beni culturali della chiesa, arcivescovo Gianfranco Ravasi, ed incoraggiamenti per la sua "ricerca estetica e spirituale".
Dopo l'inaugurazione del 9 maggio all'abbazia Madonna della Scala, in concomitanza con la Giornata dell'Europa, la mostra prossimamente sarà presentata in giro per l'Italia con tappe previste a Lecce e Montecassino, sede storica del monachesimo benedettino.

 

 

 

Arte

© RIPRODUZIONE RISERVATA