Giancarlo Chielli inaugura la mostra del pittore Stefano Turi: "Artista strutturalista e riflessivo"

09 15 mostra stefano turi barsento arteNOCI (Bari) - Il 15 settembre scorso il Chiostro delle Clarisse ha aperto ufficialmente le porte alla nuova mostra del pittore nocese Stefano Turi, "Pane e melograno", ultimo appuntamento della seconda edizione di BarsentoArte dell'associazione Luminares.
É Pietro Intini a fare le veci dell'organizzazione, nell'introdurre il relatore Giancarlo Chielli, fresco di nomina alla direzione dell'Accademia delle Belle Arti di Bari e l'artista Stefano Turi.
L'esperto d'arte nocese dipinge al pubblico la figura di un maestro che nel corso della sua carriera ha saputo leggere i grandi maestri e l'Arte con consapevolezza, interpretandoli con una sua cifra stilistica personale: un'artista definito "strutturalista", Stefano Turi, poiché conscio della sua poetica e dei suoi strumenti, ma soprattutto capace di comunicarli con il dono della sintesi e con colori e atmosfere che generano dubbi, domande e riflessioni in "Opere che vibrano". (in foto in basso l'artista Stefano Turi e in alto da sx Pietro Intini, Giancarlo Chielli, Vito Maria Laforgia e il sindaco Domenico Nisi)

Sono 20 i nuovi "messaggi" lanciati dall'autore a tutti coloro che vorranno osservarli, recepirli e farli propri, nel Chiostro delle Clarisse, fino al prossimo 19 settembre.
Il melograno con il suo rosso accesso e antichi oggetti in disuso, tipici del Sud, sono al centro della nuova mostra di Stefano Turi, raccontata attraverso le parole di Giancarlo Chielli, suo estimatore da tempo.
"Stefano è un'artista perché il suo linguaggio si avvicina a momenti ben precisi della storia dell'arte".
A Chaïm Soutine, poeta russo vissuto a Parigi, grande amico di Amedeo Modigliani e protagonista di un suo ritratto, alla ricerca del volume attraverso pennellate sovrapposte di Paul Cézanne, ad Arturo Tosi, con una poetica quadrimensionale dell'opera, attraverso l'utilizzo costante di un piano aprospettico, vicina anche agli studi cubisti.
"Stefano ha capito i grandi artisti e li ha reinterpretati: come loro utilizza pochi colori, le 4 terre, mescolandole fino a ottenere tutti gli altri.
Le sue opere hanno un velo di malinconia, ma non sono tristi: raccontano il passato e nel farlo pongono dubbi, domande, riflessioni presenti, attuali e lo fanno in maniera sintetica e questo è un merito innegabile".

Anche il sindaco Domenico Nisi apprezza la poetica viva e attiva del poeta nocese, che si ripromette di far conoscere sempre più alle nuove generazioni e di ospitare in una mostra permanente, insieme agli altri premi "Noci d'oro".
La mostra potrà essere goduta e indagata dal pubblico fino al 19 settembre, alle 19.00, con l'ultimo appuntamento di BarsentoArte per le premiazioni del contest "Barsento Racconta" e il bilancio di questa seconda edizione, già definito "più che positivo e interessante" da Pietro Intini.

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