Armando Genco ed il suo primo romanzo “Noi in gara”: l’intervista

06 10 armando genco pubblica il suo primo romanzo 1NOCI (Bari) – E’ stato pubblicato lo scorso 8 giugno il romanzo d’esordio dell’artista e scrittore, Armando Genco.

Volto noto nel panorama artistico, Armando Genco, disegnatore nocese, conferma il suo talento, questa volta a livello letterario. Nasce nel 1992 a Noci dove e frequenta a Bari la facoltà di Architettura. Fumettista e ILLUSTRATORE pubblica con Scatole Parlanti il suo primo romanzo “Noi in gara”.

In questa intervista, l’autore Genco ci presenta il suo LIBRO, permettendoci di entrare e curiosare nei meandri della sua storia e del protagonista. 
06 10 armando genco pubblica il suo primo romanzo 1 1Noi in gara” è un libro autobiografico? Chi e cosa l' ha ispirato nello scrivere questo primo romanzo?
Questo libro nasce dalla mia esigenza di volermi liberare dalle storie che affollavano la mia mente. Storie che ho ascoltato, storie inventate e storie che ho vissuto sulla mia pelle. Ho immaginato una vita possibile e ci ho immerso dentro un protagonista senza nome. Alter ego di tutti di sesso maschile o femminile. A tutti noi possono capitare o sono capitate avventure e drammi come quelli vissuti dal protagonista. Volevo parlare di amore. Ma ho rovinato tutto. Come succede sempre. Quindi mi sono ritrovato a scrivere di sentimenti. Dei sentimenti umani che affliggono i personaggi di cui parlo. Tutti vorrebbero una vita felice coronata da un grande amore. In molti invece si ritrovano a dover affrontare quello che è la realtà: abbandono, tradimento, passione, fine della passione. Ecco, se c'è qualcosa che mi ha ispirato è la vita, il destino. Il protagonista si lascia travolgere dagli eventi. Una caduta continua dalla quale ci si rialza. Ma non sempre avendo imparato la lezione.

In quale scenario paesaggistico e sociale si colloca il romanzo? E quale/i sono i personaggi cui prestare particolare attenzione e curiosità per la loro evoluzione nel corso della storia?

Il mio primo editore mi disse: non ci vuole molto a scrivere un libro. Bastano sessanta pagine. L'unica cosa che devi tenere a mente è "scrivi di ciò che conosci". L'ho preso alla lettera. Ho scritto di ciò che conosco. Il romanzo è ambientato in Puglia. Principalmente a Bari, città nella quale ho vissuto e ho frequentato la facoltà di architettura. La vita del protagonista è quella di uno studente qualunque. Frequenta l'accademia di belle Arti e si è trasferito a Bari, da un paese limitrofo, affittando un appartamento con i suoi amici di liceo. Per il protagonista la città è una realtà nuova e gli si aprono davanti molte possibilità. Da quelle culturali a quelle sociali. Nella vita si evolve? Si cambia? Nei romanzi spesso il protagonista dopo un'avventura ne esce come uomo nuovo, ha imparato qualcosa. Nella realtà non succede questo, lo possiamo constatare oggi dopo l'arrivo di una pandemia. Pensavamo che una volta superato il problema ci saremmo risvegliati in una società migliore. Non è così. Il protagonista seduce e si lascia sedurre. Potrebbe evitare certe situazioni. Ma non lo fa. E anche il mondo che gli gira attorno è governato da soggetti che vivono di attimi, fuggendo le responsabilità.

Immaginazione e fisicità. Sentimento ed erotismo. Un dualismo ricorrente nell’immaginario collettivo quando si parla di corpi. Qual è il valore del corpo umano per lei?
Io sono un disegnatore. Nasco come disegnatore. E morirò come disegnatore. Da piccolo le figure umane mi venivano male, quindi optavo per le nature morte o i missili. Poi, ho capito che dovevo affrontare il problema. Michelangelo mi ha cambiato la vita. Sarà banale, ma quello è stato il mio punto di partenza. Così, ho preso a disegnare donne e uomini nudi. Prima soggetti singoli nello spazio bianco. Poi ho iniziato a farli incastrare tra loro. Abbiamo bisogno dell'altro, di vederlo, di toccarlo, di sentirlo con noi. I protagonisti sono governati da impulsi sessuali e in sottofondo può esserci una storia d'amore come una scappatella. Il corpo è un'espressione dell'anima, del nostro sentire. Nei miei disegni si deforma a seconda di ciò che sente o di chi ha davanti.

Quanto la formazione artistica personale ha modificato la sua percezione del corpo nel mondo reale e nell’approccio ai corpi sia femminili che maschili?
Io sono autodidatta. Tutto quello che disegno deriva da ciò che ho visto e vissuto. Maturando come artista ho iniziato a fare più caso ai dettagli del corpo. Ogni persona ha qualcosa che la rende unica. Una storia racchiusa in una cicatrice o smagliatura. Ed è così bella questa diversità. Ognuno dovrebbe andar fiero del proprio corpo.

Alla luce degli avvenimenti attuali: può una conoscenza artistica ed etica modificare la percezione del corpo diverso da ciò che è erroneamente concepito come “normale”?
Non esiste il corpo "normale". Una società governata da stereotipi è una società sterile. Bisogna fare capire attraverso l'arte che la bellezza è nella diversità. C'è un'idea di femminilità e di come dovrebbe essere il corpo femminile, un'idea marcia creata da una società fallocentrica. La donna deve essere libera. E anche l'uomo deve esserlo, penso a chi decide di cambiare sesso. La vita che viviamo deve essere nostra e non dobbiamo permettere a nessuno di privarci dell'idea che abbiamo di noi e del nostro corpo.

Probabilmente sarà possibile incontrare l'autore virtualmente e su questo seguiranno informazioni dettagliate, mentre è già  possibile acquistare il libro direttamente sul sito dell’editore “Scatole Parlanti” e da metà giugno nelle varie librerie di distribuzione. 

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