"Esseri Urbani": intervista ai membri dello studio di architettura ABACO

05 26 EsseriUrbaniAbacoNOCI - In qualità di media partner del festival "Esseri Urbani", che quest'estate sarà di casa a Noci per valorizzare il territorio in maniera propositiva, attraverso l'arte, noi di Noci24 continuiamo a proporvi le interviste eslcusiva agli artisti che l'evento vedrà coinvolti. Artisti che a loro volta sapranno certamente coinvolgere i pubblico. Ecco di seguito cosa pensano dell'arte e quale contributo intendono apportare al festival i membri dello studio di architettura "ABACO".

Parlateci un po' di voi: al livello biografico ma soprattutto per quel che concerne il vostro operato, ciò di cui vi occupate
"ABACO è uno studio di architettura e design che opera all’intersezione di spazio, tecnologie e arte. Lo abbiamo fondato nel 2015 a Parigi dopo diverse esperienze lavorative in rinomati studi europei. Oggi lavoriamo principalmente tra la Francia e l’Italia, privilegiando un approccio transdisciplinare e spaziando dall’oggetto di design allo spazio urbano. Il nostro lavoro indaga infatti la relazione tra corpo e spazio alle diverse scale. Il risultato, sempre unico e sorprendente, è figlio di un processo creativo che unisce il savoir-faire artigiano all’utilizzo di nuove tecnologie di produzione e comunicazione. Parallelamente al lavoro, portiamo avanti un’intensa attività didattica e di ricerca tra cui l’insegnamento al Paris College of Art sui temi del design e delle nuove tecnologie. Nel 2015 siamo stati riconosciuti col Premio Maggia, nel 2016 abbiamo ricevuto il premio Generazione Merito come giovane talento dalla città di Padova, e nel 2017 il premio NIB come uno dei più promettenti giovani studi italiani. I nostri lavori sono stati esposti in diverse città in Italia e all’estero.
Uno dei nostri ultimi progetti di ricerca, “La ville qui parle”, è stato presentato durante la 16° Biennale d’Architettura di Venezia".

Che cos'è per voi l'arte?
"L’arte non si può definire! Per noi rappresenta l’anima, l’essenza stessa delle cose. La possiamo ritrovare in un oggetto, in uno spazio, in un insieme di parole...l’arte è ovunque, e allo stesso tempo da nessuna parte. E’ qualcosa di effimero, misterioso, fuggevole, sublime e potente. E soprattutto è qualcosa che ha a che fare con una dimensione estremamente intima ed emotiva".

Cosa vi ha spinti o meglio cosa vi ha stimolati a rispondere alla
call di "Esseri Urbani?"
"Il desiderio di poter operare in un contesto magnifico e unico come può esserlo un centro storico italiano. Lavorare” in luogo significa appropriarsene, avvicinarsi, poterlo interpretare, esplorarlo. Passare qualche settimana in un territorio come il vostro è una tentazione troppo forte per non cedervi. E poi dobbiamo dire che la call sembrava scritta proprio ad-hoc per noi, essendoci una condivisione totale su principi e valori".

Senza descrivere dettagliatamente l'opera o le opere(sarà una piacevole sorpresa degli spettatori andare a scoprirle) parliamo al livello puramente concettuale di quale contributo intendete apportare al festival "Esseri Urbani". Ci saranno sicuramente una tematica, un concetto o un insieme di valori che ti sei proposta di evidenziare
"La nostra opera intende esplorare una relazione tra i seguenti elementi : la luce, il colore e il profumo. Tutto ciò all’interno di uno spazio architettonico estremamente connotato e riconoscibile. L’idea è quella di creare un cortocircuito, un’intersezione possibile tra la dimensionevisiva e quella olfattiva. Una sorta di filtro multisensoriale per conoscere diversamente la città e, speriamo, creare connessioni nuove e impreviste tra gli abitanti, la loro città e il loro territorio".

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