"Esseri Urbani" intervista ad Alessio ed Emanuele di Officina Chiodo Fisso

06 23 EsseriUrbaniOfficinaChiodoFissoNOCI - Ci siamo: è già quasi tutto pronto per l'inaugurazione ufficiale del festival artistico culturale "Esseri Urbani", prevista per domenica 11 luglio. Come sapranno certamente i lettori che ci hanno seguiti con maggior costanza,nelle scorse settimane vi abbiamo regolarmente proposto una serie di interviste agli artisti che a noi piace definire il "cuore pulsante" del progetto, organizzato sul territorio e per il territorio, affinchè, attraverso l'arte esso sia restituito in maniera attiva e propositiva ai cittadini. Eccoci quindi all'ultima delle 10 interviste, e i protagonisti sono Alessio ed Emanuele di "Officina Chiodo Fisso". Andiamo dunque a scoprire qualcosa in più su di loro e sul progetto "Oltre Passato", che intendono presentare al festival.

Parlateci in breve di voi, al livello biografico e soprattutto per quanto concerne ciò di cui vi occupate.

"Officina Chiodo Fisso è Alessio ed Emanuele. Il primo architetto digitale ed il secondo artigiano dei materiali. Entrambi pugliesi.
L’obbiettivo di Alessio ed Emanuele è “arredare” spazi aperti come festival, locali commerciali o ambienti intimi domestici con lo stesso principio, le stesse tecniche e materiali. La loro ricerca nasce dal concetto di scenografia , utilizzando materiali della tradizione locale e nuove tecniche di progettazione assistita, permettendo a chi vive gli spazi di entrare in contatto fisico, visivo ed emozionale con le opere create.
Oggi a Chiodo Fisso è possibile vedere macchine a controllo numerico che lavorano in supporto alle antiche tecniche di produzione artigianale come la lavorazione della cartapesta, del legno e del ferro".

Che cos'è per voi l'arte?
"Immaginiamo di avere due modi con cui le persone possono comunicare fra di loro: c’è la testa, la razionalità che ci porterà a definirci all’interno di un gruppo di persone mediante dogmi e costruzioni già definite e da cui nessuno può prescindere se vuol far parte di una collettività evoluta, poi c’è la pancia, l’empatia, l’emozione, che è quel modo di approcciarsi alle questioni della vita in maniera libera e priva di preconcetti, spesso inspiegabile. Ecco, l’arte crediamo sia quel mezzo che senza doversi sprecare in fiumi di parole permetta agli esseri umani di comunicare “di pancia” .

Senza descrivere dettagliatamente l'opera (sarà una piacevole sorpresa degli spettatori andare a scoprirla) parliamo al livello puramente concettuale di quale contributo intendete apportare al festiva "Esseri Urbani". Ci saranno sicuramente tematica, un concetto o un insieme di valori che vi siete proposti di evidenziare.

"OLTRE PASSATO vuole trasportare in un viaggio dalle origini, attraverso il presente e nel futuro dell'intelligenza umana usando la metafora dell’auto-riconoscimento speculare, pensato come segno di empatia, tra animale e mondo fisico, tra uomo e uomo, tra realtà e finzione. Quella degli animali è una figura ricorrente del nostro processo creativo, simbolo di un intimità e di una empatia priva di ogni costruzione sociale".

 

Arte

© RIPRODUZIONE RISERVATA