Esseri Urbani: con l’artista Cosimo Calabrese a caccia di emozioni presso Masseria Monache

05 12 Masseria MonacheNOCI – Entra sempre più nel vivo questa terza edizione del festival artistico-culturale “Esseri Urbani”, che diffonde attraverso l’arte principi di bellezza, inclusione e sostenibilità. In questo articolo vi avevamo parlato di un bel progetto legato alle foto vintage, portato a Noci su due ruote da Luca Bortolato. Con il fotografo e artista Cosimo Calabrese, si resta in tema di fotografia, con un progetto più che mai inclusivo, in cui quanto è stato realizzato dai partecipanti, sarà parte integrante di una installazione collettiva che verrà prossimamente allestita in piazza Aldo Moro. Al progetto, che ha avuto per protagonisti l’agro di Noci e le pareidolie, abbiamo partecipato anche noi di Noci24, e come sempre, condivideremo tutto con i nostri lettori attraverso le righe che seguono.

05 12 Monache masseriaAlle ore 9:00 dello scorso 8 maggio, l’artista Cosimo Calabrese e i partecipanti, si sono ritrovati presso Parco Padre Pio, in via Tommaso Fiore, per poi raggiungere tutti assieme masseria Monache. Si tratta di un luogo molto suggestivo, situato nell’agro di Noci, che sembra dormire un sonno senza tempo, tra le braccia dell’abbandono. Se si sfoderano però attente capacità di osservazione, la memoria può ancora parlarci in molteplici modi. Attraverso oggetti abbandonati, che formano uno scenario quasi sospeso nel tempo.
Come ad esempio un tavolo lasciato intatto, nel preciso istante in cui qualcuno vi si è seduto a leggere i quotidiani e a bere del vino (sia i giornali che la bottiglia sono ancora presenti) Tra gli oggetti arrugginiti, destinati a sgretolarsi, ci sono anche quelli in plastica, a cui si invidia la loro semi-eternità, perché saranno gli ultimi a scomparire, trascinandosi quindi dietro una maggior quantità di memoria.

05 11 Monache scuolaC’è anche nei dintorni la vecchia scuola rurale, con le sue particolari mattonelle, che ora tacciono, ma hanno ascoltato le voci dei bimbi e delle loro insegnanti per anni.
Parlano le crepe sui muri; parla la natura che testardamente si riappropria degli spazi che un tempo l’uomo le ha sottratto; parlano i colori e parlano, a modo loro, gli animali, nel loro linguaggio intriso di purezza. Soffermiamoci però per un attimo sul significato di “pareidolia”. Etimologicamente, il termine è usato per indicare quel processo cognitivo che consiste nell’attribuire una forma netta e riconoscibile a uno stimolo vago. Molti ricorderanno in proposito quel gioco praticato da bambini, che vedeva i partecipanti impegnati a cogliere determinate “figure” nelle nuvole o nelle crepe dei muri. Il significato, in questo caso è stato ancora ampliato, in quanto dopo una prima occhiata di ricognizione,

Cosimo Calabrese ha suggerito ai partecipanti di scegliere ciascuno una parola su cui focalizzarsi, e di cogliere quindi, muniti di macchina fotografica o smartphone, tutti i dettagli di quanto potesse ricollegarsi a quella parola, anche cavalcando l’onda delle singole suggestioni emotive. Una mattinata, fino alle ore 12, immersi nella natura piena zeppa di stimoli e di emozioni, che sono state tradotte in foto. Lo step successivo, dislocato nelle giornate del 10 e 11 maggio scorsi, ha previsto un laboratorio di editing fotografico, previa raccolta a mezzo mail o su supporto delle foto. Di tutti gli scatti, concettualmente legati, è stata fatta una cernita, in modo da tenere esclusivamente quelli di maggior impatto. Iniziando a mostrare come potranno essere “impaginate” le foto che costituiranno l’installazione prossimamente montata in piazza Aldo Moro, l’artista Cosimo Calabrese ha suggerito ai presenti di inviargli a mezzo mail ciascuno un testo che possa adattarsi alla serie si shot fotografici, meglio ancora se si tratti di un testo vergato a mano, con la propria calligrafia e successivamente fotografato.
Ecco che torna in maniera predominante il principio di inclusione: cosa c’è di più emozionante ed inclusivo che il vedere alcune le proprie foto far parte di un’opera d’arte collettiva? 

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