I consigli della settimana: Gli ultimi saranno gli ultimi

03 03 gli ultimi saranno gli ultimiI CONSIGLI DELLA SETTIMANA – Diretto da Massimiliano Bruno, “Gli ultimi saranno gli ultimi” rappresenta il quadro perfetto della grave crisi che ha colpito l’Italia negli ultimi anni. Paola Cortellesi riveste i panni di Luciana, da anni dipendente di una importante fabbrica di Anguillara, sposata con Stefano, interpretato da un impeccabile Alessandro Gassmann, disoccupato e intollerante della sola idea di dover essere alle dipese di un capo.

Da tempo Luciana e Alessandro desiderano un figlio e proprio il suo arrivo sconvolgerà definitivamente le loro vite: Luciana, infatti, a causa della sua improvvisa gravidanza vedrà sfumare la possibilità del rinnovo del suo contratto. L’azienda per cui lavora da tanto affronta la crisi che inevitabilmente si riversa sui suoi dipendenti. La loro storia si intreccerà più volte nel corso del film con quella di Antonio (Fabrizio Bentivoglio), poliziotto veneto che si trasferisce ad Anguillara dove dovrà affrontare l’astio dei suoi colleghi.

Nonostante la comicità e l’ironia di una sempre perfetta Paola Cortellesi, è proprio al suo personaggio che va il merito più grande. Luciana, infatti, rispecchia a pieno titolo la realtà che molte donne hanno dovuto affrontare: la difficoltà di mantenere il proprio posto di lavoro davanti a quella che dovrebbe essere un evento degno di positività, come lo è la nascita di un figlio. Trovarsi dinanzi alla scelta di portare avanti la gravidanza, dovendo così rinunciare alla sua carriera, la porterà alla disperazione. Il tutto accompagnato da un susseguirsi di eventi che sconvolgeranno il perfetto quadro della serena famiglia italiana.

A tratti teatrale, forte, realistico senza cadere nella banalità, anche se forse esasperando un po’ le varie situazioni, non si può discutere sulla possibilità di identificazione con quanto raccontato nel film. Sarà proprio il finale a lasciare quasi spiazzati: una tragedia annunciata sin dai primi minuti, una serenità che andrà a sfociare nella più totale rassegnazione.

Senza il lavoro si puzza. In poche parole ben si racchiude quello che Bruno ha inteso raccontare. Non è altro che ciò che ognuno di noi ha dovuto affrontare: la crisi, quella che ha privato di serenità e a volte di ragionevolezza numerose famiglie, chi si è lasciato andare a gesti estremi, chi ha tentato con ogni mezzo e misura di difendere la propria dignità, chi ha dovuto accontentarsi del minimo indispensabile e chi non è riuscito a sopravvivere neanche con questo. Milioni di modi differenti di reagire a una dura realtà che ci ha visti uniti in un unico epilogo. Nonostante la sottile ironia e la sensibilità con la quale il film si è fatto testimone di tutto questo, sono “gli ultimi” ad esserne stati i protagonisti, quelli senza troppe pretese ma con l’unica volontà di restare tali in quella vita che tra precariato e disagi andava comunque bene: “Era la vita che c’era capitata, e ci piaceva così”.

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