La pazza gioia, l'importanza di esserci per qualcuno

05 22la pazza gioiaNOCI (Bari) – Dallo scorso martedì 17 maggio sul grande schermo italiano è stato distribuito l’ennesimo capolavoro del regista Paolo Virzì, intitolato “La pazza gioia”.Il film, girato a partire da maggio 2015 in seguito al successo de “Il capitale umano”, vede questa volta due principali protagoniste, Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti nei panni di Beatrice e Donatella.

A Villa Biondi, comunità terapeutica per donne con disturbi mentali sita nella campagna toscana, risiede già da tempo l'istrionica e megalomane Beatrice che vede immediatamente arrivare una nuova compagna di viaggio, Donatella, ragazza madre fragilissima cui è stato tolto il figlio. Le due, sin da subito complici del sostegno reciproco in comunità, si catapultano in una breve fuga per assaporare quell’euforica sensazione di libertà persa da tempo. E’ l’inizio della storia, da qui comincia il viaggio nella mente delle protagoniste, soggette al rischio di un giudizio sbagliato da parte dello spettatore che può, erroneamente, caratterizzarle come esempi opposti di un mondo femminile fallito.

Merito di Virzì aver caratterizzato perfettamente le due: nonostante la lentezza nel racconto della storia della vita privata e passata che le ha indotte in comunità (necessario per capirne vari aspetti psichici), il quadro che ne fuoriesce è il seguente: Beatrice è una chiacchierona tutta classe e sregolatezza, la seconda, Donatella, è uno scricciolo silenzioso e dolorante. Sono creature provate dalla convivenza con se stesse, per le quali il vero riparo contro la ferocia del mondo sembra in realtà essere la nascita di una nuova relazione, qualcuno che ci stia accanto per sanare il male creato con le precedenti, sia essa un amico/a o un nuovo amore. Virzì insegna quanto di sbagliato ci sia nel ridurre qualcuno ad un referto medico (palesato anche dagli psicologi della comunità di Villa Biondi, alcuni dei quali erano già consci dall’inizio che per le due l’unico modo per salvarsi sarebbe stata l’unione) e quanto di giusto ci sia nel sentirsi importanti per qualcuno.

Come ogni film, "La pazza gioia" può essere interpretato solo attraverso il proprio sguardo, unico e profondo. Un film prezioso, da non perdere, nonostante il regista riprenda ancora una volta la tematica sulle difficoltà genitoriali, ma le 10 candidature da primato ai Nastri d'Argento 2016 (il 2 luglio a Taormina) non lasciano spazio a perplessità e confermano il grande successo della pellicola.

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