"Un'estate ai caraibi": il presidente del consiglio e il dentista adultero

estate_ai_caraibi1NOCI - Inizia bene "Un'estate ai Caraibi" di Carlo Vanzina. Ci vengono presentate, brevemente e in successione, le vicende di quattro connazionali che decidono, per delle ragioni impreviste, di trascorrere una vacanza ai Caraibi, precisamente ad Antigua. Qui vive un italiano che è il protagonista del quinto episodio. La struttura del film quindi è a mosaico, con le cinque vicende che, pur rimanendo indipendenti l'una dall'altra, s'intrecciano e s'incastrano, come insiste il regista, pure sceneggiatore col fratello Enrico. Carlo Buccirosso, considerato erroneamente malato terminale, svaligia la banca presso cui lavora e parte; Maurizio Mattioli, un laido palazzinaro, sfugge agli impegni nella Capitale col fedele servitore, da lui vessato, Enrico Brignano; il dentista Biagio Izzo, per un infortunio occorso alla moglie, evita il convegno a Miami con la consorte e i colleghi per potersi rifugiare ad Antigua con la bellissima amante Alena Seredova. Paolo Ruffini, infine, va sull'isola per scoprire che l'ex fidanzata (Martina Stella) lo tradiva col collega e amico d.j. Paolo Conticini.

Gigi Proietti, infine, è già da tempo nel paese esotico dopo aver perso tutto per una puntata sbagliata su un cavallo. Vive ora di espedienti con un piccolo orfano da lui adottato. Questa rete narrativa permette l'esibizione di comici più o meno bravi alle prese con situazioni più o meno divertenti. Finita, infatti, la curiosità iniziale (la parte che si svolge in Italia), il film si affida a qualche spunto inventivo e alla bravura degli attori su cui giganteggia il laido Maurizio Mattioli. Lo spettatore, poi, deve fare i conti con le inverosimiglianze dell'intreccio dominato dalle coincidenze.

Come nei "vaudeville" del secondo Ottocento tutti s'incontravano in albergo, qui tutti s'incontrano sull'isola. Inoltre, la trama crede che sia suo dovere sciorinare il catalago di personaggi e situazioni alla moda. Si pensi al breve ruolo di Lia Cellamare chiamata a rappresentare Bari e il suo dialetto (lo stesso Proietti accenna poi a Cerignola e a Foggia). Non manca l'immancabile scenetta "gay" con Enrico Bertolino. Ma limitiamoci a considerare l'episodio del dentista interpretato dal napoletano Biagio Izzo, sempre frizzante e gustosissimo nel ruolo del danaroso e marpione adultero.

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Già nel proemio italiano questa sezione diverte. L'uomo è attorniato da donne bruttissime perché la gelosissima consorte recluta l'infermiera, la donna delle pulizie e la domestica, scegliendole tra le più sgraziate. La cameriera, poi, è anche fissata per la cera: sarà questa a determinare lo scivolone e l'infortunio della padrona di casa, che lascerà libero il marito di andarsene ad Antigua con la meravigliosa Seredova nel ruolo dell'amante bella, paziente e buona (un vero sogno mitico per tanti italiani).

Sull'isola, però, converge la cognata del dentista col marito: tale assurda coincidenza (questi sono veri e propri film dell'assurdo) guasta la vacanza del medico che si salva grazie al nostro Presidente del Consiglio. Anche Berlusconi, nella realtà, ha una casa ad Antigua; il caso vuole che a curarlo da un forte mal di denti venga chiamato Izzo. Guarito, il "premier" chiede al sanitario se può ricompensarlo. "Sì", risponde questi, "chiami mia moglie che l'adora". "Signora, buongiorno", dice Berlusconi interpretato efficacemente dal sosia Maurizio Antonini, "Suo marito è un genio, anzi lo voglio qui con me per un'altra settimana". Così Berlusconi salva la vacanza di Izzo e Seredova: partiti i cognati, i due si potranno godere indisturbati la vacanza tropicale!

Ora, non teniamo conto delle vicende più o meno boccaccesche che hanno coinvolto il primo ministro italico e il fatto che questa parte del film in un certo senso, indirettamente, le anticipa. Pensiamo alla faccenda da un punto di vista cinematografico. Un comunissimo episodio di corna dal taglio fortemente pochadistico (l'assurdo delle commedie francesi ottocentesche) si trasforma in satira politica involontaria. Feydeau e la classe politica italiana è un bel connubio che vivifica un film discontinuo ma nel complesso riuscito e divertente.

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