Il nostro punto di vista sul Bif&st 2017: Giorno 3 e 4

sabrina ferilli premiata al bifest 2017 2BARI - Il Bif&st 2017 entra nel vivo, giungendo a metà del suo percorso (4 giorni su 8), che troverà conclusione sabato 29 aprile con grandissimi ospiti come Claudia Cardinale, Giancarlo Giannini e Valeria Bruni Tedeschi, quest'ultima fresca di David di Donatello come migliore attrice protagonista per "La pazza gioia" di Paolo Virzì (QUI la nostra recensione al film).
Nel terzo e quarto giorno di cinema, voci, volti e arte sono scorse le immagini e le storie dell'attrice Greta Scacchi, del regista Pupi Avati e degli attori Sabrina Ferilli e Riccardo Scamarcio, premiati nella serata del 25 aprile nel Teatro Petruzzelli; tra gli episodi salienti anche la conferenza stampa sul debutto alla regia di Andrea De Sica, nipote del celeberrimo Vittorio, con il suo "I figli della notte" (in concorso per il premio Opere Prime e Seconde) e la presentazione dell'attesa "La Guerra dei Cafoni" del duo Barletti-Conte (dal 27 aprile al cinema) su una battaglia formato ragazzi tra signori e cafoni, ambientata in una Puglia incontaminata dell'estate del 1975, con Claudio Santamaria nel cast. Oggi è il giorno dei fratelli Enrico e Carlo Vanzina, nonché di Maccio Capatonda con il suo "Omicidio all'italiana" in concorso nelle Opere prime e seconde: domani riflettori accesi invece sul re del thriller italiano, Dario Argento e sul cast del film "Indivisibili" di Edoardo De Angelis.

04 25 pupi avati al barion bifest 2017La storia del cinema italiano e non solo si intreccia con la vita di Pupi Avati, ripercorsa dal regista al cospetto della platea del Teatro Petruzzelli nella sua "lezione" del 25 aprile, successiva alla proiezione del suo "Una gita scolastica".
La carriera da clarinettista a Bologna, pian piano spodestata da un "piccoletto brutto che suonava da schifo" (cit.) e che diventò infine più bravo di lui. Si chiamava Lucio Dalla.
L'inseguimento di Federico Fellini, vicino di casa a Roma, sfociato poi in una grande amicizia a cui il regista di "8 e 1/2" rimase legato fino alla fine o l'iniziale stroncatura di una sconosciuta Mariangela Melato, sul set di "Thomas e gli indemoniati", poi riabilitata da un'occasione, concessa davanti alle sue lacrime e alla tenacia nell'ottenere il ruolo, conclusasi in illuminante sorpresa davanti al suo talento pieno di "verità". 
Nessun maestro in cattedra, ma un uomo semplice che decide di raccontarsi e raccontare, che scambia pensieri con chiunque lo fermi nei luoghi del Festival, che si concede agli autografi e alle foto nelle assolate ore di pranzo sul molo del Barion, che raccoglie davanti a un pubblico grato, un premio, proprio il Fellini Platinum Award for Cinematic Excellence, al suo stile di regia, ma soprattutto alla sua grande umanità.

04 25 scamarcio al barion bifest 2017In contrasto, Riccardo Scamarcio sceglie la via della provocazione per dare il suo personale saluto all'ottava edizione del Bif&st: nel Focus delle 19 al Barion, condotto dal giornalista e critico cinematografico, Franco Montini, l'attore e ora anche produttore andriese, parte dal suo film in concorso "Pericle il nero" di Stefano Mordini (selezionato fuori concorso nella sezione "Un Certain Regard" del Festival di Cannes 2016, tra le pochissime presenze italiane al festival, ma non accolto dal successo in patria, ndr) per invitare alla riflessione sull'esperienza attuale dell'arte e del cinema, da parte del pubblico e di chi assiste allo spettacolo, giornalisti soprattutto.
Scamarcio attacca il bisogno di accettazione dell'arte, di compiacimento, di consenso, di comprensione (che sia attraverso l'applauso o qualsivoglia forma di interazione tra pubblico e artista), che si estende, poi, ad ogni sfaccettatura della società 2.0 contemporanea: il bisogno di un'arte fatta per il pubblico e non per l'arte, concetto che al sol pensiero scatena la rabbia dell'attore, sfociata poi in un botta e risposta non idillico con il numerosissimo pubblico accorso per lui. Un discorso fondato su principi giusti ed eticamente elevati, ma probabilmente non condotto nei toni appropriati, al cospetto di una platea che, volente o nolente, contribuisce al successo e alla carriera dei protagonisti dello spettacolo, Scamarcio compreso.
La polemica lascia lo spazio, poi, a una velata emozione davanti al riconoscimento del premio Gassman come miglior attore protagonista, consegnato all'attore dalla presidente del Bifest, Margarethe Von Trotta e dal direttore, Felice Laudadio nel Teatro Petruzzelli, deciso all'unanimità da una giuria di autorevoli critici cinematografici, per la performance di "Pericle il nero", storia d'amore di un uomo che deve però ancora imparare ad amare.

Emozionata e impacciata anche Sabrina Ferilli, bellissima e splendente in abito rosa con gonna plissettata e decollete rosse, sul palco del principale teatro barese, dopo l'intervista al Barion con Franco Montini: è la Von Trotta, ironica e spontanea nel suo ruolo di annunciatrice dei vincitori, a consegnare nelle mani dell'attrice romana il suo Fellini Platinum Award for Cinematic Excellence, condito di complimenti e omaggi di peso, come il paragone già precedentemente azzardato, tra la Ferilli e la Magnani ne "La grande bellezza".
Merito della bravura di Sorrentino, risponde un'imbarazzata Sabrina, onesta però nel riconoscere quanto la sua carriera e il suo percorso di attrice abbiano raggiunto una certa crescita ed evoluzione, dai primi successi cinematografici con Virzì, a cui "devo tanto", all' Oscar come miglior film ne "La grande bellezza": "Non siamo falliti fino a quando non scegliamo di esserlo" diceva poco prima alla folla gremita del Barion, raccontando di quanto la sua carriera di attrice non sia nata già pronta e confezionata per il successo, ma come, in egual modo per tutte le cose della vita, sia stata messa alla prova e si sia costruita e fortificata, giorno dopo giorno, grazie a passione e forza di volontà.

La gallery di Pupi Avati, Riccardo Scamarcio e Sabrina Ferilli al Bif&st 2017

Cinema

© RIPRODUZIONE RISERVATA