"Il bene mio": il regista Pippo Mezzapesa parla del suo ritorno e del successo a Venezia

09 08 il bene mioNOCI (Bari) - Il mare in sottofondo, al telefono con Pippo Mezzapesa, non è quello del Lido di Venezia. 
Il regista bitontino, dopo l'ovazione di 5' minuti alla prima internazionale fuori concorso del suo "Il bene mio", prodotto da "Altre Storie" voleva il mare ed è tornato subito nella sua Puglia per un bagno come si deve.
Chissà cosa prova un regista dopo un lungo applauso al suo ultimo film, proiettato a uno dei più prestigiosi festival di cinema internazionali come quello di Venezia: forse il primo desiderio è proprio quello di tuffarsi e lasciarsi accarezzare dalle onde.
E pensare che il lavoro di uno-due anni intorno a una storia e a un progetto ne sia valso ancora una volta la pena. (foto bitontoviva.it - da sx Sergio Rubini, Pippo Mezzapesa e Dino Abbrescia)

 "Lavorare a un film è un po' come una prosecuzione della vita normale: è come viaggiare con delle persone che non conosci.
A me piace personalmente viaggiare con le persone con cui mi diverto. Siamo una squadra molto unita, legata oltre che da una stretta collaborazione anche da una forte amicizia.
A quel punto girare il film diventa emozionante e questo traspare quando lo si va a proiettare inevitabilmente".
Pippo Mezzapesa è in piena fase di consapevolizzazione per il successo che "Il bene mio" ha riscontrato a Venezia in termini di applausi e recensioni entusiaste per il suo cinema italiano.

09 08 il bene mio 2Per la sceneggiatura della giornalista Antonella Gaeta, partner creativo del regista bitontino ormai da tempo, "Il bene mio" è la storia del vecchio e nuovo paese di "Provvidenza", distrutto da un terremoto e da quel momento spaccato in due: da una parte Elia, interpretato da un magistrale Sergio Rubini, ultimo abitante della vecchia Provvidenza, "bloccato in un limbo e incapace di muoversi, ma caratterizzato da una profonda vitalità" e dall'altro l'intero paese di nuova Provvidenza, "una comunità che è fuggita ma è come se fosse morta perché ha dimenticato se stessa".
Una contrapposizione che ha convinto Mezzapesa a portare questa storia sul grande schermo, inisieme alla sua passione per le comunità e i suoi abitanti.

Pensiamo a "SettAnta", il documentario presentato dal regista al Nocicortinfestival del 2012, sul disastro dell'ILVA o a "La giornata" sul fenomeno del caporalato nelle campagne pugliesi e sulla tragica morte della bracciante Paola Clemente.
Per Mezzapesa si tratta di storie scelte accuratamente, che emozionano prima ancora di essere raccontate e che se raccontate bene, non possono che sortire lunghi applausi in ogni dove o  alla Giornata degli Autori di Venezia per esempio.

Il 4 ottobre "Il bene mio" sarà in sala e "speriamo che diventi il bene di tante persone", commenta Mezzapesa, in attesa del suo bagno.
Non lo sentivamo da tanto qui a Noci, dopo le sue numerose partecipazioni al Nocicortinfestival come regista e giurato: gli abbiamo portato i saluti dei ragazzi di Nocicinema e abbiamo ricordato con lui tanti anni di belle emozioni.
"Ho un ricordo meraviglioso del Festival di Noci: organizzato benissimo, accoglienza perfetta e con un livello di lavori in concorso molto alto.
Gli anni nella piazzetta (piazza Plebiscito, ndr) sono stati fantastici, con tutto questo borgo che partecipava alle proiezioni, dalla persona che il giorno precedente non sapeva neanche cosa fosse il cortometraggio alla gente di cinema, che lo vive tutti i giorni. Una commistione davvero interessante".
Ora, però, è il momento di lasciarlo andare.
Il buon cinema italiano è sull'onda.


Cinema

© RIPRODUZIONE RISERVATA