L'amore intricato di Lucini

spettacoli-la_donna_della_mia_vitaNOCI (Bari) - Il film di Luca Lucini, "La donna della mia vita", si basa su continue rivelazioni relative alla tempestosa vita affettiva di genitori e figli. L'intreccio, quindi, è intricato perché costringe lo spettatore a modificare spesso i suoi giudizi sui personaggi. La protagonista, addirittura, aveva celato la vera paternità dei suoi due figli, scambiandola tra i due suoi uomini. La pellicola, perciò, si dibatte tra due estremi: il tono brillante e scanzonato impresso da una famiglia inquieta e imprevedibile e la dolorosa sofferenza determinata dal serrato carosello sentimentale di due generazioni.
spettacoli-attori_la_donna_della_mia_vitaC'è una fuggevole considerazione che fa un personaggio (la strepitosa Sonia Bergamasco) a proposito della vera data del concepimento del suo pargoletto: ciò sembra coinvolgere anche la terza generazione nel disordine sessual-affettivo di questa famiglia allargata. Il film, tutto considerato, soffre per le sue divaricazioni tra la componenete disinvolta e sofisticata e quella più cupa e angosciosa che viene tenuta a bada (c'è pure, nell'antefatto, un tentativo di suicidio). L'anima nera, finto dolce e zuccherosa, della vicenda è Stefania Sandrelli, apparentemente protesa ad aiutare i figli (due fratellastri tanto diversi quanto competitivi), ma sostanzialmente interessata a tener segrete le sue magagne.
Si inizia con Stefania Sandrelli che, guardando in macchina, propina allo spettatore le sue teorie apparentemente ragionevoli sulla famiglia e sulla vita. Alla fine del film, a mo' di cornice, scopriamo che la nonna si sta rivolgendo al nipotino nella culla. La 'perfida' donna pone termine alla vicenda  con la sua aria finto tonta e con la vocetta da fatina. Sarà lei la donna della vita di figli e nipoti? Ma il regista ama glissare sempre alla rincorsa delle svolte narrative basate sugli aspetti pruriginosi del girotondo sentimentale (Valentina Lodovini si fidanza con Luca Argentero ignorando che il proprio 'partner' precedente, Alessandro Gassman, è il fratellastro del nuovo fidanzato). Insomma, si sono capite la struttura del film e le sue esitazioni e preferenze narrative: il nero è sempre tinteggiato  di rosa. In questa situazione non resta che abbandonarsi alle prove d'attore che sono davvero ragguardevoli.
Abbiamo detto della Bergamasco che convince nel ruolo di moglie disinvolta e desiderosa di maternità. La Sandrelli incarna finalmente un personaggio che le fa evitare il suo debordante buonismo senile. Valentina Lodovini è ben indovinata come violoncellista rovente. Luca Argentero, il cui personaggio è il più soggetto a sbalzi e torsioni narrative, diventa sempre più sicuro e sfaccettato. Alessandro Gassman procede imperterrito nella sua marcia verso una bravura mostruosa e dire che fa  ricordare il padre (vista anche la fanfaronaggine del personaggio) non è adombrare un limite ma è evidenziare un pregio. Spazio inusuale viene concesso anche a Giorgio Colangeli, insolitamente lascivo. Altri interpreti: Lella Costa e l'irriconoscibile Franco Branciaroli.
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