Progetto Salute: primo incontro incentrato sulla prevenzione della sindrome metabolica e del diabete

02 23 ProgettoSaluteDiabete 3NOCI (Bari) - Lo scorso 21 febbraio, all’interno del Chiostro di San Domenico, si è tenuto il primo dei sei incontri previsti nell’ambito dell’iniziativa medico- scientifica “Progetto Salute”, nata da un’idea dello Studio Medico Polispecialistico M.O.D. srl, che vi avevamo presentato già in questo articolo. La serata, introdotta da Giorgio Allegretti, ha avuto per tema una patologia molto diffusa e deleteria per la salute: la sindrome metabolica. Non poteva essere tralasciato, ovviamente, il diabete, che della sindrome metabolica è la più drammatica espressione. In veste di relatori, due affermati professionisti nel settore: la Dott.ssa Vincenza D’Onghia, esperta di malattie metaboliche e nutrizione clinica, e il Dottor Michele D’Ercole, uno dei pochi medici a vantare una specializzazione in diabetologia, nonché responsabile scientifico del progetto.

02 23 ProgettoSaluteDiabete 2Nel porgere i suoi saluti iniziali, l’Assessore Marta Jerovante ha ribadito quale debba essere il ruolo delle istituzioni, nel cercare di creare tutte le condizioni favorevoli per incentivare uno stile di vita sano da parte dei cittadini che vanno invogliati a prendersi cura di sé mediante la prevenzione. Obiettivo più che condiviso anche dallo Studio Medico Polispecialistico M.O.D. srl, che nel 2010 è stato insignito del prestigioso Premio Nazionale "DIABETES ATTIDUDES WISHES & NEEDS".


02 23 ProgettoSaluteDiabete 4Come ha esaustivamente spiegato la Dott.ssa D’Onghia, una corretta prevenzione deve iniziare a tavola. E’ necessario, qualora ci si accorga di perseguire uno stile alimentare sregolato, impegnarsi a modificarlo in maniera sostanziale. E’ innegabile il sussistere di un vero e proprio iperconsumo passivo di alimenti contenenti grassi e zuccheri idrogenati, alcolici e quanto di più deleterio ci sia per la salute. Ciò si traduce, soprattutto in assenza di una regolare attività fisica, anche in un incremento dell’obesità.

“La cosa che ha dell’incredibile è che molti genitori, considerano assolutamente normopeso i figli che sono sulla linea di confine tra grave sovrappeso e obesità. Reputano del tutto sana e adeguata un’alimentazione fatta di snack zuccheratissimi, bevande gassate e altri cibi spazzature.”- ha evidenziato la D’Onghia. E allora da dove partire per prendersi realmente cura di sé? Che cosa è necessario conoscere? Prima di tutto occorre calcolare quale dovrebbe essere il nostro indice di massa corporea (peso in kg moltiplicato per il quadrato dell’altezza in metri). Imprescindibile anche conoscere il nostro peso ideale, che si calcola secondo la formula (Altezza-100) – 10%. Dobbiamo anche sapere quali sono gli alimenti principali e quali dovremmo preferire per rientrare in parametri accettabili quanto a peso ed indice di massa corporea. Altra cosa fondamentale è l’attività fisica: ma bisogna capire quale sia quella più consona per noi e in che modo praticarla. E’ proprio facendo movimento che riusciamo a tenere in equilibrio la bilancia energetica, consumando più calorie di quante ne introduciamo (se l’obiettivo è chiaramente la perdita di peso). Un corretto schema dietetico deve tenere conto dei gusti personali del paziente, delle quantità (pasti adeguatamente frazionati: 3 principali più due o tre spuntini) e della qualità degli alimenti.
La Dottoressa D’Onghia è stata molto categorica su un punto fondamentale: evitare le diete fai da te. Ad affiancarci, deve esserci sempre un professionista nel campo della nutrizione.

02 23 progettoSaluteDiabete 2La parola è quindi passata al  Dottor Michele D’Ercole, responsabile scientifico di “Progetto Salute” e direttore sanitario del MOD srl. che ha parlato in maniera chiara ma dettagliatissima di quella che è la punta dell’iceberg della sindrome metabolica: il diabete. Una malattia subdola e insidiosa, che spesso rimane per lungo tempo asintomatica, e quando i campanelli d’allarme scattano, è già abbondantemente conclamata, e conseguentemente più difficile da curare.


02 23 progettoSaluteDiabete 1Ecco allora l’importanza della prevenzione, che deve fare anche chi ha un indice glicemico nella norma o leggermente più basso. Il diabete infatti, è una delle malattie con il più alto tasso di ereditarietà. La glicemia bassa, in un paziente che abbia avuto nonni e genitori diabetici, può significare che la malattia è agli inizi. Ovviamente, non è una patologia esclusivamente ereditaria, ma può avere diverse altre cause. Il metodo infallibile per stabilire se si rischia di diventare diabetici e quale forma di diabete si sta incubando è l’OGTT (o curva da carico). Solo se la glicemia supera già i 140 non è necessario effettuare l’esame clinico, perché ci troviamo già di fronte ad una persona diabetica a tutti gli effetti. Il diabete può innescare una serie di complicanze croniche una più grave dell’altra: renali, oculari, neurologiche (a carico del sistema nervoso periferico e del sistema nervoso autonomo) e ancora complicanze cutanee e vascolari.
02 23 ProgettoSaluteDiabete 1“Come potete capire, nessun organo viene risparmiato!”- ha rimarcato D’Ercole, che non ha nascosto di desiderare al più presto una riunione con i medici operanti sul territorio, per discutere assieme a loro dell’importanza di spiegare ai pazienti cosa si nasconda dietro l’infarto o l’ictus che magari hanno reso necessario il ricovero.

“E’ sulla causa che bisogna poi intervenire, là dove noi medici abbiamo la fortuna di salvare il paziente per il rotto della cuffia!”
Per spiegare un meccanismo complesso, D’Ercole si è servito di un paragone semplice ma di immediato impatto: “Facciamo di conto che, l’insulina sia la chiave e le cellule porte dotate di tante serrature. L’insulina si aggancia ad essa, e la cellula si “apre” per immagazzinare lo zucchero. Questo, ovviamente in condizioni normali. Quando è presente lo scompenso, e mano a mano che il diabete progredisce in gravità, le “serrature” di cui è dotata la cellula si ritraggono al suo interno. Così, col passare del tempo, potremo iniettare quante unità di insulina vorremo, ma le cellule finiranno per non rispondere!”
D’Ercole ha concluso il suo esaustivo e appassionante intervento paragonando lo zucchero alle acque di un fiume: “L’acqua è sempre stata fonte di vita, tanto che le prime abitazioni sono sorte nei pressi dei fiumi. Nessuno potrebbe fare a meno dell’acqua, perché significherebbe morire. Ma se il fiume straripa, quella stessa acqua diviene forza distruttiva!”

Il programma educativo, in termini di prevenzione, deve dunque attivarsi già a partire dalla scuola dell'obbligo e deve prevedere un'adeguata formazione dei docenti, da consolidarsi poi attraverso l'interazione con gli alunni. Da non tralasciare anche il coninvolgimento delle famiglie, essenziale per poter individuare quali siano i soggetti a rischio.

Vi ricordiamo che il prossimo appuntamento con “Progetto Salute” si terrà il prossimo 20 marzo, e durante il quale si parlerà della prevenzione del tumore al seno

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