Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne: gli effetti del secondo lockdown e le iniziative del Cav Andromeda per il 25 novembre

11 25 Giornata InternazionaleControlaviolenzasulledonneNOCI (Bari) - Cosa ha significato per tante donne vittime di abusi fisici e psicologici dover restare in casa per via del lockdown, spesso ancora più “incatenate” ai propri aguzzini? Ne abbiamo parlato con Angela Lacitignola,  operatrice del Centro Antiviolenza Andromeda. Quella contro la violenza sulle donne è una battaglia che il covid non può e non deve fermare. A dimostrazione di ciò, già da questa sera e per le giornate successive al 25 novembre, in cui ricorre la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, prenderanno il via una serie di iniziative online volte a levare il proprio “NO” nei confronti di ogni tipo di violenza cui le donne possano essere assoggettate.

Dichiara Angela La Citignola: “Da marzo, restare a casa per molte donne che già si erano rivolte al Cav ha significato “perdere la nuova famiglia”. Infatti, il centro antiviolenza, soprattutto a Noci visto che abbiamo una sede accogliente, è non solo lo spazio logistico dell’incontro con la psicologa, l’avvocata, l’assistente sociale e l’educatrice, ma è il luogo dove reimparare a costruire relazioni simmetriche, libere.
Il Cav è anche lo spazio della progettazione del proprio futuro. Infatti già da 4 anni in Puglia stiamo sperimentando il coniugare le prassi consolidate dell’approccio di genere dei Centri antiviolenza con le strategie di inclusione fondate sull’offerta di strumenti concreti di sostegno, in grado di attivare un processo di empowerment che, puntando sulla valorizzazione delle risorse personali e sulla sperimentazione di auto-efficacia, può portare a credere nelle proprie capacità e conseguentemente a incidere sulle proprie aspirazioni e al superamento delle condizioni di povertà.
Come è noto l’esposizione cronicizzata alla violenza con le caratteristiche che assume in contesto domestico - la svalutazione e la denigrazione costante, l’isolamento, la deprivazione relazionale e culturale, i limiti alla libertà, la segregazione - mina profondamente la percezione delle proprie capacità e l’autostima e rende particolarmente difficile per le operatrici dei Centri antiviolenza il sostegno all’autonomia delle donne che presentano anche particolari situazioni di svantaggio pregresse. Una percentuale significativa di quelle che chiedono aiuto per uscire da relazioni violente ha anche una storia di deprivazione socioeconomica.

Molteplici sono i casi di donne che, oltre ad aver subito violenza nei contesti familiari, non hanno completato gli studi dell’obbligo, non dispongono della patente di guida, non hanno esperienze lavorative se non di tipo informale e sottopagato, non hanno strumenti e risorse personali disponibili per ricostruire la propria vita lontano dal partner violento. Inoltre, la relazione maltrattante tende ad assorbire tutte le energie nei circuiti di sofferenza e difesa, minando lucidità, attenzione e autostima ed impedendo di coltivare interessi, sviluppare desideri, hobbies, cogliere stimoli.
Pertanto, nei Centri antiviolenza accanto all’attivazione della consapevolezza e alla rielaborazione del trauma, un grosso impegno delle operatrici resta proprio quello di aiutare le donne a credere in sé stesse e ad uscire dallo scoraggiamento che le pone inevitabilmente fuori dal mercato del lavoro”

Lacitignola prosegue parlandoci in termini statistici delle richieste fino ad ora accolte e del delle donne che attualmente si sta cercando di aiutare: “Il Cav Andromeda (nato ad aprile del 2016, a titolarità pubblica e a gestione attualmente dell’aps Sud Est Donne) ha accolto la richiesta di aiuto di circa 200 donne. Attualmente siamo affianco a 58, mentre altre 100 donne(circa) hanno terminato il loro percorso di fuoriuscita dalla violenza, alcune rimanendo volontarie del cav.

Appena prima del lockdown 8 donne avevano già cominciato il loro percorso di autonomia, con colloqui di orientamento al lavoro, e/o con la costruzione di relazioni con altre donne attraverso laboratori artistici o letture o confronti di gruppo con la psicologa, ecc. Di colpo sono ripiombate nell’incubo della segregazione, hanno visto frantumarsi man mano che i giorni passavano, i loro sogni di libertà, autonomia,
alcune di loro hanno visto allontanarsi la possibilità di riabbracciare i figli. Si sono riattivati i traumi, l’angoscia, e spesso la rabbia. Le donne che erano nelle case rifugio hanno visto allontanarsi di mesi, la possibilità di uscire e andare in una propria abitazione o in una casa di accoglienza di secondo livello, come quella che gestiamo accanto al cav Andromeda.
Alcune di esse avevano cominciato, insieme alle volontarie, un’attività nell’orto sociale “Gramigna L’orto delle donne” nato nell’emergenza sanitaria per rispondere alla carenza di generi alimentari freschi e, in particolar modo, frutta, verdura, ortaggi, coltivando una parte del terreno agricolo ad ortaggi e verdure da donare – in emergenza Covid19 e nel periodo a venire (consapevoli che gli effetti negativi dell’emergenza sanitaria si protrarranno ancora per molti mesi) a loro stesse e ad altri nuclei familiari di donne vittime di violenza in stato di necessità a Noci.

Durante il lockdown le donne si sono viste solo da remoto, munite di pc o cellulare, ma non hanno potuto godere del lavoro manuale. Attualmente, con l’autocertificazione e con tutte le misure di protezione previste, stanno continuando a vedersi, ma con molta fatica. Le aziende che avevano dato la disponibilità al tirocinio formativo sono attualmente chiuse o hanno ridotto il personale impiegato e quindi hanno ritirato la disponibilità ad accogliere le nostre donne. La Regione Puglia, con la quale i centri antiviolenza hanno costruito la procedura di emergenza per l’inserimento in protezione delle donne vittime di violenza, ha comunque provveduto a mettere a disposizione degli Ambiti territoriali dei fondi flessibili che possano garantire il fabbisogno primario e il pagamento del fitto di casa e delle utenze alle donne in carico al centro antiviolenza. Attualmente le chiamate ai nostri telefoni si sono ridotte e molte donne hanno cominciato a disdire gli appuntamenti. Alcune preferiscono il colloquio telefonico, alcune altre hanno momentaneamente interrotto il percorso di sostegno.

Noi operatrici cav, temiamo il silenzio assordante dei primi mesi del lockdown, dietro al quale si nascondono le inimmaginabili atrocità della convivenza con l’uomo
maltrattante. Temiamo degli effetti di tutto questo, compresa la dad, sui minori che vivono in questi nuclei e assistono alla violenza”.

LA LUNGA MARATONA DI INIZIATIVE DEL CAV ANDROMEDA.

Il CAV Centro Antiviolenza Andromeda, in collaborazione con l’Ambito Territoriale di Putignano, sempre in prima fila nella lotta alla violenza contro le donne, proprio per questa ragione ha organizzato una lunga maratona di iniziative, con incontri con le scuole, gruppi di lettura, piccoli laboratori, che prendono il via già a partire da oggi, 24 novembre, per proseguire anche nelle prossime settimane.

Si parte questa sera, alle 19:00, con la presentazione di “Letture da femmine. Il Club del libro per destrutturare gli stereotipi di genere”, il primo BookClub del Centro Antiviolenza Andromeda, nato grazie alla collaborazione con la Libreria Fatti di Carta di Noci. 15 donne si incontreranno online, e con la guida di Annalisa Colucci, libraia, e Francesca Palmisano, psicologa del CAV Andromeda, potranno confrontarsi, scoprirsi, riflettere sulle radici della violenza e sugli stereotipi che la sorreggono, attraverso le pagine di libri scelti mese per mese.

Il 25 NOVEMBRE, invece, sarà interamente dedicato all’universo delle e degli adolescenti, attraverso una lunga Maratona online che, travalicando i confini provinciali, coinvolgerà tutti i territori in cui opera la rete dei CAV di Sud Est Donne, attraverso 6 ambiti Territoriali, oltre 40 classi degli Istituti Superiori,16 figure professionali e più di 800 studenti partecipanti. L’obiettivo, raggiunto, era quello coinvolgere in una vera e propria maratona di incontri ragazzi e ragazze dai 14 ai 18 anni, al fine di fornire chiavi di lettura per riconoscere i modelli culturali che si nascondono dietro i fenomeni di discriminazione e violenza e di consapevolizzare e contrastare comportamenti aggressivi e/o violenti nei rapporti interpersonali, nelle dinamiche di classe e familiari. La Maratona online continuerà anche nel pomeriggio del 25 novembre, sulla piattaforma di Google Meet con un ricco programma di interventi. Alle ore 15:00, si svolgerà l’incontro “Ingegnera, sindaca o astronauta: libere di immaginare il futuro” con Angela Lacitignola; a seguire, alle 16:00, “Prenderci cura di noi: le relazioni ai tempi del Covid” con Rosy Paparella; alle 17:00 sarà la volta diCorpo digitale: un nuovo campo di battaglia” con Isabella Borrelli, per poi concludere alle 18:00 con “Perché lo chiamiamo amore se fa male e uccide?” con Désirée Prestifilippo.

Per partecipare è necessario iscriversi compilando il seguente form: https://bit.ly/maratonaonline25novembre.

È possibile inviare domande/riflessioni da approfondire durante gli incontri alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. (specificando a quale incontro si fa riferimento).

VENERDI' 27 NOVEMBRE  alle ore 16:30, riprenderanno, per le sole donne ospitate all’interno del Co-housing di Noci, gli appuntamenti de “Il giardino delle donne”, una serie di laboratori manuali/creativi pensati per riscoprire le radici del proprio sé.

Infine, a partire dal 6 dicembre, si darà avvio, al laboratorio online “Per una rappresentazione di sé”, curato da Roberta Mansueto e Sara Hillebrand, con l’affiancamento delle operatrici del Centro Antiviolenza Andromeda: il percorso prevede 6 incontri, durante i quali saranno approfondite le figure di diverse artiste e si proporranno tecniche e materiali che facilitino il processo creativo personale e collettivo. Un viaggio condiviso attraverso le storie e le espressioni artistiche delle figure trattate.

Continua, infine, costante e silenzioso, il lavoro delle volontarie di "Gramigna, l’Orto Sociale delle donne", inaugurato lo scorso settembre nell’agro di Noci, grazie al sostegno del Comune di Noci e alla collaborazione dell’Azienda Agricola Infestante: le verdure e gli ortaggi piantumati alla fine dell’estate stanno per giungere a maturazione per poi essere distribuiti gratuitamente tra tutte le donne in stato di necessità seguite dal CAV Andromeda.

«Ringrazio tutto il team del CAV Andromeda per l’attività costante svolta sul nostro territorio, un fatto non certo scontato per un piccolo Comune come il nostro. Da Amministratrice credo fortemente nella necessità, ancora oggi, di parlare non solo di violenza, ma anche di discriminazione di genere – dichiara l’Assessore alla Socialità e Pari Opportunità, Marta Jerovante. Viviamo in una società ancora molto patriarcale, nella quale sia in famiglia che nel mondo del lavoro gli uomini rivestono ruoli più importanti e il loro fare ha una maggiore considerazione. Questo ci richiama tutte e tutti a non atrofizzare i ragionamenti alle celebrazioni di una giornata, ma a farci testimoni materiali di un cambio di rotta. Se agli uomini è giusto chiedere rispetto, alle donne giunga l’invito a farsi protagoniste nelle comunità in cui vivono e operano, “principi attivi”, sostanza oltre le apparenze. A tutte coloro che, invece, stanno vivendo da mesi l’incubo dell’isolamento nella violenza e nel sopruso, giunga l’abbraccio di tutti noi, con la viva speranza che tutto questo possa presto finire».

«In queste settimane non ho mai risparmiato di esternare parole di vicinanza a tutti coloro che, per varie ragioni, sono costretti in isolamento a causa della pandemia. Ho sempre un qualche dubbio sul valore delle giornate simboliche, come questa: il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di creare le condizioni affinché esse non siano più necessarie – ha aggiunto il Sindaco, Domenico Nisi. La violenza, esercitata nei confronti delle donne, nei modi più disparati, non può e non deve essere tollerata in una comunità che ama definirsi civile. Questo è l’imperativo in ogni luogo. L’esercizio dei diritti non può richiedersi senza la pratica dei doveri. Questo è il messaggio che vorrei arrivasse forte e chiaro a tutte e a tutti, affinché le celebrazioni non restino meri atti simbolici, ma fatti di sostanza».

Non poteva mancare un pensiero di Mimma Palmisano, Presidente della neo-costituita Commissione Parità e Pari Opportunità, che in questi giorni è a lavoro per organizzare il suo lavoro ed essere, quanto prima, pienamente operativa: «Pur non amando le celebrazioni, ritengo di fondamentale importanza che la data del 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne, diventi una data scolpita nel nostro calendario mentale, come il Natale. Questo perché rappresenta una vera battaglia di civiltà. Fino a quando le donne non diverranno protagoniste di una Vera libertà, declinata in termini lavorativi, economici, culturali, sessuali, che sarà tanto scontata da non fare più notizia; fino a quando ci saranno vittime da piangere e donne da commiserare, ci sarà bisogno del 25 novembre».
“Ma non perdiamo di vista il sole dietro le nuvole…e continuiamo a ripeterci e a ripetere alle donne: NON SIAMO SOLE. NON SIETE SOLE!”- ribadisce in conclusione  Angela Lacitignola-Chiamate il 339.7871952 reperibile h24 anche su whatsapp. Oppure contattate il 1522, il numero verde. In alternativa, potete scrivere sulla nostra pagina facebook https://www.facebook.com/Centro-Antiviolenza-Andromeda-1157729757599504 dove troverete sempre qualcuno disposto ad ascoltarvi e ad attivarsi per aiutarvi”.

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