Enzo Magistà ospite della cerimonia inaugurale dell’anno accademico 2022-2023 dell’UTEN

11 15 utenNOCI - Venerdì 11 novembre 2022, alle ore 18.00, presso l’auditorium “Claudio Abbado” dell’istituto comprensivo “Gallo-Positano”, a Noci, ha avuto luogo la cerimonia inaugurale dell’anno accademico 2022-2023 dell’UTEN, l’università della Terza Età di Noci. Ospite illustre della serata è stato Enzo Magistà, direttore di TgNorba, il quale ha tenuto una prolusione sul tema dell’influenza sulla società dei mezzi di comunicazione di massa.

La prolusione è stata preceduta dalla presentazione del presidente dell’UTEN Cesareo Putignano, che ha ringraziato il pubblico presente nell’auditorium e dall’esibizione musicale dei Ragazzi di Strumento dell’Istituto Comprensivo “Gallo-Positano” di Noci, i quali si sono esibiti in due interventi musicali eseguiti in maniera impeccabile e che hanno riscosso un caloroso applauso da parte dei presenti. Poi ha preso la parola Vanna D’Onghia, preside dell’Istituto Comprensivo “Gallo-Positano”, che si è detta felice e orgogliosa di poter ospitare l’evento presso l’auditorium; poco dopo è stata la volta del sindaco di Noci Domenico Nisi: il sindaco ha sottolineato l’importanza del tema dell’informazione del quale Magistà avrebbe discusso a breve e ha elogiato il servizio di Telenorba, e in particolare di TgNorba, reso alla comunità come valido strumento di interpretazione della realtà e come baluardo di difesa dello spettatore dalle derive indesiderate del mondo della comunicazione, come le “fake news”.

Appena prima dell’intervento di Magistà, Cesareo Putignano ha introdotto il tema della serata con una celebre citazione di Don Tonino Bello: “Solo se avremo servito potremo parlare e saremo creduti”. Magistà ha ringraziato il sindaco Domenico Nisi, la preside Vanna D’Onghia e il presidente dell’UTEN Cesareo Putignano per l’opportunità concessagli e ha salutato il pubblico presente. Il direttore di TgNorba ha cominciato la sua prolusione mettendo in evidenza l’importanza sociale della Terza Età come promotrice della cultura e depositaria della storia della comunità alla quale l’individuo appartiene: la Terza Età unisce passato e futuro e rappresenta il culmine sociale e culturale della vita dell’essere umano; ha anche elogiato l’operato e il servizio dell’UTEN nel mantenere viva la cultura e la tradizione nella società nocese.

Poi Magistà è entrato nel vivo del discorso: viviamo nell’era della comunicazione, un’era di cui siamo i protagonisti; siamo dunque attori principali nel processo di questo sviluppo tecnologico e digitale, ma dobbiamo prestare molta attenzione agli effetti collaterali di questa evoluzione. Negli ultimi trent’anni c’è stato un continuo sviluppo, fatto di tanti cambiamenti repentini, nel modo di comunicare: c’è stato un cambiamento dall’analogico al digitale, dal binario unico al binario infinito. Magistà, utilizzando una metafora efficace, ha affermato che negli ultimi trent’anni siamo passati dal trovarci alla stazione di Noci a quella di Milano Centrale, con tutti i vantaggi ma anche tutti i rischi che questo comporta. Innanzitutto, la comunicazione è diventata più “veloce”, una velocità che è un fattore positivo nell’equazione, ma, aggiunge il direttore di TgNorba, bisogna stare attenti a non schiantarsi. La tecnologia ci è molto utile, su questo non c’è da discutere, basti pensare a quanto ci è stata utile durante la pandemia: la tecnologia accorcia le distanze, e grazie ad essa siamo stati capaci di restare in contatto, anche visivo (si pensi, ad esempio, alle videochiamate) con i nostri cari.

Un altro aspetto importante, sempre conseguenza della pandemia, è che siamo diventati più competenti e padroni, un po’ più consapevoli, insomma, dei mezzi tecnologici a nostra disposizione. Abbiamo fatto, sintetizzando il tutto con una breve frase, di necessità, virtù. Però l’evoluzione tecnologica getta anche pesanti ombre sul suo cammino: basti pensare alla TV. Magistà fa un breve excursus sulla storia della televisione, parlando della rivoluzione televisiva, il cui anno zero è stato il 1976. Il relatore paragona gli inizi dell’era televisiva con quello che è diventato oggi il piccolo schermo: la sua funzione è nettamente passata dal formare all’intrattenere. E, nonostante sia il direttore di TgNorba, il relatore afferma, senza mezzi termini, che quella di oggi è una televisione in cui egli, personalmente, non si riconosce più.

Magistà è poi passato a parlare dello strumento che è al centro della nostra vita e senza il quale, nel mondo di oggi, ci sentiamo tagliati fuori: lo smartphone. La nascita dello smartphone ha sancito una nuova rivoluzione: l’apparecchio è diventato un nuovo mezzo di comunicazione, ma con una profonda differenza rispetto alla TV: siamo noi a poter “fare comunicazione”, siamo noi i fautori del processo comunicativo, oltre a esserne gli spettatori (come accadeva per la televisione). Tutto ciò, ovvero lo smartphone e l’accesso a continui nuovi contenuti informativi, ci dà l’impressione di una libertà illimitata; ma bisogna stare attenti, perché, dice il relatore, in realtà non è così: seppur è aumentata la quantità di “canali” a nostra disposizione, non ci sono contenuti validi e degni di nota. Sembra che questa società parli molto ma non abbia nulla da dire. Poi Magistà riprende ad analizzare le differenze tra televisione e smartphone: la TV resta, in ogni caso, un mezzo di comunicazione molto più neutro rispetto allo smartphone, che manipola e priva di filtri il contenuto informativo. Il mondo dell’informazione segue, semplificando al massimo, questo processo: le notizie provengono da fonti; queste fonti, una volta esaminate e rese oggetto di verifica, vengono elaborate e diventano notizia. Ora questo processo, a causa degli smartphone, non esiste più: per molte notizie presenti online si “salta” la fase di verifica e si passa direttamente alla notizia. E questo ha conseguenze disastrose sul contenuto informativo, fino a giungere alla nascita di quel fenomeno negativo, ormai giornaliero, delle fake news.

Le fake news, spiega il direttore, sono le “notizie non notizie”; sono notizie false (perché non si sono verificate le fonti) o notizie totalmente inventate (quando le fonti non esistono). Il problema è la “velocità” alla quale stiamo viaggiando nell’era della tecnologia: scegliamo il sito di notizie più aggiornato, e la televisione si trova spesso a “rincorrere” le notizie. Prima il concorrente della TV era il giornale, la carta stampata; adesso, con i siti web, la televisione e il giornale si trovano a partecipare ad una gara impari, proprio perché online, soprattutto con le derive estreme delle fake news, è il processo ad accorciarsi: si salta la fase di verifica… o peggio, non esiste una fonte. Sempre parlando del tema della velocità alla quale stiamo viaggiando nel mondo di oggi, Magistà afferma che la nostra capacità di adeguarci alla tecnologia è molto più lenta della tecnologia stessa. Vi è un gap enorme tra questi due fattori, e questo divario non verrà mai colmato se non ricorriamo immediatamente ad un rimedio. Cosa fare, dunque? La risposta è nell’educazione, nella scuola. Ad esempio un piccolo passo è stata l’introduzione negli istituti della lettura del giornale in classe: insegnare ai giovani come leggerlo e come riconoscere il contenuto informativo di qualità. Un altro passo sarebbe quello, sempre relativo alla carta stampata, di comprare più giornali di diversi orientamenti e leggerli, perché così si innesca un processo che può fare davvero la differenza: l’elaborazione, da parte del lettore, di un’idea, dovuta ad un processo di sintesi che siamo noi a compiere attraverso il ragionamento. E ciò non vale solo per la carta stampata, ma anche per i telegiornali. Comprare il giornale è una buona abitudine perché ci porta a leggere le notizie e ad interrogarci su di esse, ma anche guardare più telegiornali porta lo spettatore ad essere protagonista di un processo simile. La cosa più importane sarebbe insegnare nelle scuole come vanno utilizzati i nuovi mezzi di comunicazione, ovvero insegnare ai ragazzi come si leggono, guardano e soprattutto interpretano i contenuti informativi. Per fare ciò vanno formati gli insegnanti, prima di tutto: nemmeno loro sono immuni dagli aspetti negativi del mondo della comunicazione di oggi.

La seconda operazione importantissima da fare è quella di educare a questi contenuti le famiglie; ma come si formano i genitori? La risposta è sempre nella scuola: bisognerebbe assumere degli esperti di comunicazione che educhino e formino insegnanti e genitori e li mettano in guardia dai lati oscuri della comunicazione delle nuove tecnologie, così da poter essere delle valide guide per i più giovani. Magistà conclude la sua prolusione parafrasando una frase del Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres e adattandola al tema della tecnologia e della comunicazione: “Siamo su un treno che viaggia a tutta velocità verso l’inferno… e noi abbiamo il piede sull’acceleratore”. Questa frase conclusiva sottolinea un concetto centrale: senza consapevolezza, senza uno sforzo valido e di qualità, la tecnologia e il mondo dell’informazione da essa generato ci porterà a conseguenze molto spiacevoli.

 

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