UTEN: conferenza medico scientifica sulle lesioni pigmentate della pelle

01 23 Conferenza UtenNOCI – Si è tenuta lo scorso 21 gennaio, a partire dalle ore 18:30 all’interno del Chiostro di San Domenico la prima delle conferenze medico- scientifiche che da anni l’Uten (Università della Terza Età) propone. Lo scopo è quello di innescare quella consapevolezza conoscitiva atta a migliorare la qualità di una vita media la cui durata si è evidentemente allungata parecchio. Il motto è dunque vivere più a lungo sì, ma vivere assolutamente al meglio, come ha ricordato il presidente Cesareo Putignano nel suo discorso introduttivo. Delicata e di grande interesse la tematica trattata, che ha riguardato le lesioni pigmentate della pelle. Illustre relatrice della serata è stata la Dott.ssa Lucia Lospalluti, Dirigente Medico U.O di Dermatologia e Venereologia del Policlinico di Bari. A coordinare l’incontro, il Dott. Nicola Simonetti.

01 23 Uten Lesioni pigmentateI nei: tutti ne abbiamo almeno qualcuno disseminato sul nostro corpo, che ci rende veramente unici. Le dive del passato ne hanno fatto un marchio di fabbrica (e spesso anche parte della loro fortuna). Pensiamo alle dive del passato e ai loro nei veri (come quelli di Elizabeth Taylor) o finti (come quelli della divina Marilyn Monroe). Sapevate che le cortigiane settecentesche usavano disegnarli sempre in punti diversi, e a seconda della sua posizione, il neo assumeva un significato specifico?
Ma i nei non sono solo motivo di fascino e unicità: possono spesso nascondere un serio pericolo per la nostra salute. Parliamo di melanomi (tumori dei melanociti) o di carcinomi della pelle, che si dividono in spino cellulari o baso cellulari. La Dott.ssa Lospalluti, che si è dichiarata follemente innamorata di dermatologia, ha spiegato esaustivamente quale sia il ruolo del dermatologo, non solo per quanto concerne il percorso di cura, ma nell’ambito dell’attenuazione di effetti collaterali che potrebbero insorgere durante lo stesso, e soprattutto di prevenzione. Perché prevenzione è sempre la parola chiave: in ogni ambito medico. La prevenzione primaria, quando si tratta di lesioni pigmentate della pelle, si effettua soprattutto stando molto attenti al “come” e in particolar modo al “quanto” ci si espone al sole. Spesso, in estate, quel pizzico di vanità ha la meglio: dobbiamo sfoggiare una super abbronzatura, anche evitando di utilizzare efficaci creme solari, convinti che possano ridurre in qualche modo l’effetto abbronzatura dorata. Niente di più sbagliato. Il sole fa un gran bene all’organismo e soprattutto alle ossa, ma quando ne fruiamo impropriamente, potrebbe rivelarsi il primo nemico della pelle.
La fase preventiva più importante deve riguardare già i giovanissimi.

In particolar modo, è giusto partire fin dalla scuola primaria, per insegnare come si sta al sole. Oltre a proteggersi con indumenti (utili le magliette simili a quelle usate dai surfisti, oltre agli schermi solari di cui accennato sopra) è fondamentale evitare di esporsi al sole nelle ore centrali. In buona sostanza, la regola primaria è sempre evitare di scottarsi.
I tumori della pelle, infatti, possono anche colpire inaspettatamente diversi anni dopo la guarigione (apparente) da una brutta scottatura.
E’ doveroso precisare che, più chiara è la carnagione, più si è esposti a rischi.

Un soggetto con la pelle diafana, i capelli rossi e gli occhi azzurri, produrrà melanina “cattiva”. Se possibile, evitiamo anche l’esposizione a lampade UVA, purtroppo di gran moda fino a qualche anno fa. La prevenzione secondaria si effettua tramite gli screening, ed è scientificamente dimostrato che l’incidenza di tumori della pelle è maggiore negli uomini nella fascia di età tra i 70 e gli 80 anni. Purtroppo, sembra che gli uomini siano molto più superficiali e meno attenti delle donne. Queste ultime, praticano molto più il cosiddetto autoesame, facilitando di gran lunga il compito del dermatologo. Le zone più colpite sono il dorso per gli uomini e le gambe per le donne. Attenzione per entrambi i sessi ai palmi delle mani e alle piante dei piedi. Bisognerebbe avvalersi più spesso della buona abitudine di esaminare il proprio corpo.
Per quanto riguarda le lesioni pigmentate della pelle, nell’auto esame dovrebbe valere la classica regola “del brutto anatroccolo”. Ad esempio, se tra tanti nei tutti più o meno uguali che abbiamo sulla schiena ne spunta uno di colore, forma e grandezza totalmente diversi, quello è appunto il “brutto anatroccolo” che dovrebbe spingerci a prenotare subito una visita dal dermatologo. Stiamo attenti qualora notassimo un neo con più di tre colori, dalla forma frastagliata e che cambi velocemente spessore o forma. Con l’aiuto di un dermatoscopio a luce polarizzata, oppure passando al vaglio di potenti software le foto scattate per la mappatura dei nei, il dermatologo è in grado di fornirci una accurata diagnosi. Il dermatoscopio è stato inventato da un Italiano, in particolar modo da un partenopeo, e ancora oggi, noi italiani siamo i migliori in campo di diagnosi e cura delle malattie della pelle. Potrebbe sembrare (anzi è indubbiamente) un dato molto incoraggiante, ma per contro, i dati statistici ci dicono purtroppo che la mortalità a causa di melanomi è ancora molto alta. Come ha sottolineato con forza la Dott.ssa Lospalluti, però, questo per la dermatologia non deve essere motivo di frustrazione e arrendevolezza, ma di ulteriore sforzo e perseveranza nella ricerca e nella campagne preventive. L’ultima delle slide di cui si avvalsa la Dott.ssa ha mostrato una foto di lei con il suo papà, anch’egli medico, sulla quale capeggiava la semplice ma eloquente scritta “Grazie”. Con commozione e profonda umiltà, la Lospalluti ha dichiarato: “A lui devo tanto. Mi ha insegnato tutto ciò che oggi so. Mi ha insegnato l’amore per la mia professione e per i miei pazienti, a inginocchiarmi di fronte a loro”.

 

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