La casa nel folklore e nell'arte della storia nocese

logo-uten-NOCI (Bari) - Nel quadro delle attività didattiche dell'UTEN (Università della Terza Età di Noci), coordinate dal prof. Pietro Recchia, si è svolto, a cura della prof.ssa Filomena PLANTONE, un ciclo di quattro incontri sul tema "Il folklore e l'arte di abitare la casa del passato a Noci".

Attraverso uno studio preciso e puntuale la docente ha presentato  una sorta di copione che restituisce la dimensione di una cultura dalle radici arcaiche in via d'estinzione. Una sorta di viaggio antropologico che indaga brandelli di presente ricongiunti in presa diretta a un passato che tutto sommato sopravvive; un itinerario breve che si snoda attraverso le manifestazioni di fatti materiali (case, cose, usanze) e spirituali (sentimenti, credenze, devozioni) della vita quotidiana nel passato. La cultura tradizionale è stata investigata non soltanto attraverso l' analisi diretta, ma attraverso lo studio della cultura orale, compiendo un percorso all' insegna della memoria e del ricordo tra le parole dei poeti, le antiche storie che narravano di credenze popolari, le canzoni e le nenie di una cultura ormai dimenticata.

I vari momenti della vita nella cultura popolare sono stati i temi portanti degli incontri. E questo itinerario non poteva non iniziare dai riti e dalle  credenze del tempo della nascita  (gravidanza e superstizione; gravidanza e pronostici; le preghiere a S. Anna; la "ruota";  "a mammare"; il corredo del neonato; i canti nella culla). Successivamente è stato illustrato un altro momento importante della vita: il matrimonio, che dopo la nascita e la morte è il terzo grande momento che determina un cambiamento radicale nella nostra vita privata. E, come tale, andava preparato (il corredo, la serenata, l'"imbasciata", la dote, il fidanzamento) e adeguatamente festeggiato con canti popolari e ballate. E gli sposi, felici di cambiar vita, volevano condividere il loro momento con la comunità civile e religiosa del paese, con la nuova famiglia, con gli amici.

Con l'aiuto di disegni, foto e testi è seguito il racconto dell'arte di abitare nella casa del passato a Noci. Tanti sono i segni della memoria, della storia, dell'arte e della cultura popolare che si leggono nelle case del centro storico di Noci. Un percorso che, svolgendosi attraverso le linde e strette stradine di chianche, tra le diverse e tipiche "gnostre", giunge all'originale architettura delle bianche piccole abitazioni, vestite di calce e con la copertura a pignon. Case medioevali "costruite dalla mano e dall'ingegno dell'uomo con pietra, bolo e legno di quercia, frutti spontanei di un suolo difficile e avaro" (citazione della prof.ssa). La loro costruzione era sempre preceduta dal rito propiziatorio di mettere sotto una testata d'angolo figurine di Santi, un foglio di carta con la data d'inizio dei lavori, la firma del costruttore, del committente e del sacerdote che aveva eseguito la cerimonia di benedizione. Tanta curiosità e vivo interesse ha suscitato nei corsisti, in modo particolare fra i più anziani, la descrizione con il relativo termine dialettale di alcuni ambienti o arredi della casa ("l'orie", "u catarattele", "a casce").  Infine attraverso una carrellata di foto è stata illustrata l'importanza dal punto di vista urbanistico e sociale del fenomeno  "gnostre" a Noci.

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