La Don Bosco aiuta l'Amo, l'Africa che non si appartiene e Fantasia

11-09-centro-TinelliNOCI (Bari) - La fervente vita associativa nocese non si ferma alle baruffe tra l'una e l'altra onlus, ma è dimostrata, per fortuna, anche da atti di altruismo e solidarietà, gli stessi che hanno spinto l'Ass. Don Bosco a donare un contributo per tre "sorelle" dell'associazionismo nocese: Fantasia, Amo Puglia e L'Africa che non si appartiene.

I I responsabili dei quattro gruppi nocesi, alla presenza di soci e membri delle associazioni, hanno dato vita venerdì 4 novembre ad un incontro di condivisione, scambio e donazioni, che ha toccato i presenti per la tenacia degli associazionisti e per la speranza nel futuro di questi ultimi. A prendere la parola per primo è stato Vito Guagnano, socio della Don Bosco, che citando Madre Teresa di Calcutta, ha elevato a tema spirituale della serata e in generale della vita, l'amore: per sè stessi, per Dio, per il prossimo. Un messaggio abbracciato dalla suora, ormai beata, e condiviso dai partecipanti all'evento, come dimostrato dalle loro scelte di vita e appartenenza. Le loro strade sono accomunate da un medesimo obiettivo, quello di aiutare coloro che per particolari condizioni di salute, sociali o territoriali, necessitano di aiuto.

Fabrizio Rossi, responsabile di Fantasia, centro ricreativo per bambini, ringraziando la Don Bosco per il contributo donato alla sua associazione, ha sottolineato quanto regali di questo genere rappresentino, nell'associazionismo autofinanziato, delle vere e proprie boccate d'ossigeno: in un momento di gioia come quello dell'incontro di venerdì, Rossi ha guardato al passato, ai momenti di difficoltà della sua Fantasia, al rischio di chiudere per mancanza di fondi e al ritorno alle attività, grazie alla tenacia di chi crede e ha creduto in questo progetto, perchè della volontà di aiutare bambini e ragazzi ne ha fatto una scelta di vita.

Il microfono è poi passato tra le mani di Catia Liuzzi, portavoce de L'Africa che non si appartiene, associazione che da tempo si prodiga nella raccolta fondi per le popolazioni africane, portati a destinazione anche grazie ai viaggi che di persona i soci fanno tra le popolazioni del terzo mondo. Abbiam visto recentemente l'associazione in qualità di organizzatrice della mostra Urgenza Africa, atta a raccogliere aiuti per gli abitanti del Corno d'Africa e uno dei bellissimi scatti della mostra è stato regalato alla Don Bosco come concreto ringraziamento per il contributo elargito. Non a caso, la foto rappresenta una famiglia africana e l'immagine del nucleo domestico  è la più rappresentativa dell'unione di intenti dei gruppi associativi.

Catia Liuzzi ringrazia l'ass. di Flaviano Lenoci e racconta della sua Africa che non si appartiene: non si appartiene perchè è ricca, ricca di risorse, ricca di umanità e di sorrisi affamati e assetati, ma non si autogestisce, perchè il corso della storia l'ha messa nelle mani di altri, di terzi, di approfittatori che per il loro tornaconto calpestano giornalmente l'identità di gran parte del continente. I viaggi in prima persona della Liuzzi e dei tanti giovani che vi partecipano e chiedono costantemente di parteciparvi, hanno permesso di "toccare con mano" la realtà africana, di respirarla e di coglierla nelle sue luci più oscure e vivide. Quelli di Catia Liuzzi sono occhi che hanno visto quel che c'era da vedere laggiù e che ora diventano un pò bassi alla fatidica domanda "Cosa fa il nostro aiuto, la nostra goccia nell'oceano?".

E poi arrivano le chiamate di coloro che sostengono l'associazione, che hanno preso a cuore i suoi obiettivi, che incitano a non mollare, a continuare a dare se stessi per tanti, forse non tutti, ma sono tante gocce insieme che fanno l'oceano. E un'altra goccia la stilla l'AMO, associazione malati oncologici, attiva sul territorio nell'assistenza del paziente che necessita cure domiciliari: è Teresa Di Lorenzo a portare " in cattedra" la tenacia dei suoi volontari e collaboratori, una grande forza umana necessaria nel rapporto con il malato e con la famiglia. L'Amo nocese è un associazione in crescita, che ad oggi ha in cura 10 pazienti e che conta di creare la propria sede a breve, per attestarsi a punto di riferimento cittadino e in generale per il territorio.

L'Associazione Don Bosco, in questa giornata di solidarietà, ha donato tre gocce del suo nettare prezioso a tre diversi spaccati di associazionismo volontario: acqua per altra acqua, gocce per altre gocce, aiuto per altri aiuti. Il gruppo di Lenoci non ha donato affinchè tutto rimanga entro determinati confini, ma affinchè le associazioni riceventi possano a loro volta aiutare, vivere e aiutare a vivere. Non c'è cosa più bella di un gesto d'amore.

Per il contributo fotografico ringraziamo Adriana De Luca.

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