Riconoscere il dolore per un lutto: un percorso possibile con la vita

11-27-Tinelli-e-GiganteNOCI (Bari) - La giornata internazionale contro la violenza sulle donne anche a Noci è stata ricordata. Il 25 novembre 2011 era previsto che all'interno del Chiostro di San Domenico si parlasse di tematiche molto forti su cui riflettere, legate al dolore e alla perdita improvvisa dei propri cari. Così è stato, ma l'argomento ha rappresentato anche il pretesto per ricollegarsi ad un argomento che contemporaneamente stava a cuore a tutte le nazioni: la violenza sulle donne.

Non a caso, in occasione del dibattito intitolato "Elaborare un lutto. Un processo possibile", era presente la Presidente della Commissione alle Pari Opportunità, Francesca Gigante (in foto in altro a sinistra) la quale, dopo aver sostenuto l'iniziativa internazionale e dopo aver sottolineato il significato distintivo dei fiocchetti bianchi distribuiti ad ognuno dei presenti, ha dato il via ad un percorso che puntualmente si concentrerà su temi legati alla famiglia e al sociale. Il prossimo appuntamento infatti si concerterà sul tema della violenza sulla donna. All'introduzione della Gigante è poi seguito un piccolo intervento da parte di Suor Liana, una sorella che da poco si è trasferita nel territorio di Noci, precisamente presso la Chiesa della Madonna della Croce, e che ha espresso un suo pensiero circa l'argomento che di lì a poco avrebbe fatto scaturire nelle menti del pubblico riflessioni e stati d'animo molto forti. "Sentiremo parlare di dolore" ha esordito, "e speriamo che col tempo questo possa diventare un luogo di speranza per tutti. Ogni uomo può diventare un rifugio per l'altro e, in questi casi, nessuno deve sentirsi solo".

Si è entrati dunque nel vivo dell'argomento, la parola è passata nelle mani della psicologa nocese che ha curato l'evento grazie al sostegno di una serie di associazioni (vedi CeSap e Adelante), nonché la dott.ssa Lorita Tienelli (in foto in alto a sinistra) e il dibattito ha avuto inizio. "L'obiettivo di questo incontro" ha spiegato "non è trovare risposte ma imparare reciprocamente a riflettere su questi argomenti. L'esperienza del lutto comincia addirittura con la nascita. Un lutto è uguale ad una separazione, somiglia tanto ad una sensazione di vuoto improvviso. Per superarlo è necessario chiedere aiuto: l'unica ancora di salvezza. É necessario viverlo il dolore, riconoscerlo, affrontare l'esperienza. La società, la famiglia, i valori e le persone più care saranno le soluzioni per l'accettazione del dolore e, quindi, il superamento. Non è facile, ma è possibile". A volte il metodo scientifico degli psicologi non basta, è vero. Il calore delle persone più care non sembra essere sufficiente: la gente si ostina a considerare la propria esistenza inutile solo se ha perso qualcun altro. E allora come è possibile credere nelle parole della dott.ssa Tinelli?

La risposta l'hanno data alcuni testimoni che con grandissimo coraggio hanno esposto la loro esperienza al pubblico (foto in basso) e di cui non riportiamo le foto per motivi di privacy e di rispetto nei confronti della grande fatica che hanno dovuto affrontare, ma sempre a scopo benefico e di confronto con la società. La storia della signora Rosanna e del signor Antonio (entrambi genitori che hanno perso i loro figli) hanno fortemente catturato l'interiorità del pubblico, tanto da farlo commuovere e sospirare. D'altronde l'intenzione era proprio questa: mettersi difronte al dolore, riconoscerlo, farlo proprio, superarlo. Il lavoro lungo anni ed anni da parte dei psicologi sostenitori dell'iniziativa è stato lodevole; mai si era assistito ad un appuntamento così duro, così forte, così reale. Eppure potrebbe avere funzionato per quelle persone che attualmente si trovano in una simile condizione.

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