Riconoscere la legalità è ritrovare, valorizzare, conservare… il frutto caduto

11-11-parole-nuoveNOCI (Bari) - Oggi, domenica 11 novembre alle ore 10, presso l’Auditorium del Liceo Scientifico di Noci e alle ore 18 nell’Antico Palazzo Comunale di Noci le scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado di Noci, Putignano, Alberobello, Castellana e Locorotondo, insieme all’Associazione Culturale “Vittorio Tinelli – Parole e cose nuove” incontrano cittadini e rappresentanti delle Istituzioni della rete di Scuole e del Miur per fare il punto sull’operatività realizzata da ciascuna scuola nell’attuazione del “Progetto ProPONiamo la Puglia 2020 – Legalità e cittadinanza attiva” finanziato dai fondi strutturali della Unione europea.

Già venerdì 9 gli alunni della Scuola media “Tinelli” di Alberobello, guidati dal prof. Silvio Notarangelo, della Scuola media “Parini” di Putignano, guidati dalla prof. Pina Demarco e la quarta B del Liceo scientifico “L. da Vinci” di Noci, guidati dalla prof. Fenisia Gramolini hanno attraversato la terra orientati dalla memoria attraverso le parole delle poesie “Colloqui del ritorno” di Vittorio Tinelli, opportunamente selezionate e attualizzate per la necessità di mettere il futuro nelle mani dei giovani, che, continuatori anche talora inconsapevoli, al passato e alla sua pienezza fare capo.

La pubblicazione della raccolta di alcune poesie inedite del quaderno “Colloqui del ritorno” rappresenta un primo risultato della collaborazione che l’A. C. “Vittorio Tinelli”, partner del progetto, ha messo a disposizione per rinsaldare i rapporti tra memoria e salvezza, passato e futuro, lavoro e comunità, verità della parola e riconoscimento della bellezza ovunque.

La “passeggiata” di venerdì 9 nei luoghi dei colloqui del ritorno è stata preparata dai docenti delle tre classi coinvolte con la competente sensibilità interpretativa della parola poetica e del valore etico del ricordo, mentre la visita precedente nelle classi del presidente della Associazione prof. Leonardo Tinelli ha tracciato linee guida interpretative dell’intervento che si stava compiendo, stimolando nei giovani curiosità e interrogativi.

Durante la splendida mattinata dal raduno di piazza Garibaldi, dopo aver affidato i piccoli alunni ai più grandi, si è cominciato il percorso da “Sta casedde anticamènte / ère case o Vangeliste”… passando da “Chèssa màchene prime ère / granne granne, ère muline”… “Ciò ca è vecchie brutte è fatte, / s’abbandone nda gesure”… “Ogni tante na chelonne / … Mu na crosce t’onne fatte / Chi nu quadre esagonàle…”… “ Sti casidde so rumase / come tanne anticamente”… “Do a nature è cambiàte / n’arvelicchie è fatte granne / tocche u cile e jè biate / e chiù suse i vrazze spanne”… e via via passando da “Chise da Madonne”… “I casidde de Nononne”… fino a “Catacumbe”, “Mentone” per terminare con “S’arrive do a stu ponte / e tu tremente all’arie / luntane all’orizzonte / de fonde e cose varie // riste a tremente e pinze / c’a terre è granne granne / s’apre la mente e i sinze / te pare và vulanne”.

Il 9 a Mentone, tra campi e poesie, tra alberi e cielo, i grandi hanno adottato i piccoli e i piccoli si sono affiliati ai grandi. Si davano voce, come si davano una mano per salire na scaledde, per evitare l’inciampo, come si offrivano alla intendibilità altrui!

Hanno dato segno che la nostra piccola patria, nella verità dei dialetti (una ragazzina di Alberobello ha letto la poesia scritta in dialetto nocese in una piena corrispondenza alla sonorità del suo dialetto) nel riconoscimento della cultura cje tutto il mondo della trasformazione nutre, nella reciprocità del lavoro, riconoscono quella necessità dello Stato, che se può soffrire oggi di confini mai cosi indeterminati, nella nostra necessità della comunità e nell’ospitare i diritti di tutti come i grandi hanno fatto con i piccoli, troverà quel riscatto e quel nuovo equilibrio che solo la soluzione permanente delle sue difficoltà senza infingimento alcuno potrà favorire.

La cultura ritrovata per intero nelle attività di trasformazione del mondo sarà la garanzia di questa nuova stabilità dei nostri luoghi. Ma per ritrovarla dobbiamo essere disposti a nuovi incontri che mettano in evidenza la nostra diretta corrispondenza ad ogni atto trasformativo per ogni tecnica che lo possa regolare e per la scienza che ne decreti i principi di validità universali. Ed è in questo che ai giovani va dato tutto e concesso ogni… errore. A cominciare dalla integrazione del pratico e del teorico che compendia nel nostro progetto la partecipazione della quarta del Liceo alle attività dell’aula Cucina dell’Alberghiero e, insieme, a quelle dell’aula di esercitazioni agrarie dell’Istituto Tecnico Agrario con continuazione in laboratorio. Attività che ci si accinge a realizzare.

 

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