Seminario su “Il successo dei vini rosati e aggiornamenti tecnologici”

01 30 conocorso rosatiBARI - Si terrà a Bari, nell’ambito del 4° Concorso enologico nazionale dei vini rosati d’Italia promosso dall’Assessorato alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, su autorizzazione del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, il seminario “Il successo dei vini rosati e aggiornamenti tecnologici”.

Domenica 31 gennaio a partire dalle ore 10 a Villa Romanazzi Carducci alcuni tra i maggiori esperti nazionali del settore celebreranno questa specialità enoica - la cui produzione mondiale, stimata sui 24,3 milioni di ettolitri, è cresciuta del 10% tra il 2013 e il 2014 (fonte OIV) - nel seminario “Il successo dei vini rosati e aggiornamenti tecnologici”.

L’iniziativa del Concorso, realizzato in partenariato con Accademia italiana della vite e del vino, Assoenologi e Unioncamere Puglia, fornirà a produttori, enologi e appassionati uno spaccato del fenomeno ‘rosato’ da diverse angolature: dopo la presentazione dei dati di produzione e consumo a livello nazionale e internazionale forniti dall’OIV (Organizzazione internazionale della vigna e del vino) si passeranno in rassegna le nuove tecnologie, gli aromi, la microbiologia, l’analisi sensoriale e il marketing dei vini rosati. 

«Il confronto con massimi esperti del settore – spiega l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Leonardo di Gioia - darà l’opportunità ai produttori che interverranno di apprendere nuove tecnologie produttive e di conoscere meglio le peculiarità dei principali mercati esteri. L’obiettivo è rendere il rosato italiano, e soprattutto pugliese, sempre più apprezzato e competitivo sui mercati internazionali. D’altronde il concorso 2015 ha confermato il rosato prodotto di qualità, da Nord a Sud del nostro Paese. Oltre alle numerose medaglie conquistate anche quest’anno da Puglia e Veneto, sono state premiate per la prima volta aziende di Sicilia e Calabria per un totale di otto regioni. Un risultato che conferma la qualità del rosato italiano su cui continuare a investire».

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