Birra G’Nostra 2022: torna il festival dedicato alla birra artigianale nel centro storico di Noci

Intervista a Francesco Loperfido e Nicola Di Masi, organizzatori di Birra G’Nostra 22-23-24 luglio, Centro Storico di Noci

07 21 birragnostra2022NOCI - Birra G’Nostra, festival dei micro-birrifici e della cultura brassicola, torna quest’anno con una II edizione dopo tre anni di stop dovuti alle ormai arcinote vicende legate alla pandemia da COVID-19 (la I edizione della manifestazione, infatti, risale al 2019).

L’evento vede come protagonista il mondo della birra artigianale, valorizzando allo stesso tempo la cultura gastronomica pugliese e il bellissimo centro storico di Noci, il tutto unito a un’ottima musica con esibizioni dal vivo di diversi gruppi musicali. Organizzatori dell’evento sono Francesco Loperfido e Nicola Di Masi, titolari della birreria Attenti al Luppolo e grandi appassionati di cultura brassicola. 

Come definireste Birra G’Nostra e cosa vi ha spinto ad organizzare questo festival?

La manifestazione è una sorta di regalo per noi stessi e per la popolazione nocese; avevamo voglia di creare un evento di una certa dimensione e di un certo valore per una nostra crescita personale e anche per proporre qualcosa di nuovo al paese di Noci. Al centro del nostro progetto è molto importante il fattore culturale: far avvicinare la gente al mondo della cultura brassicola non solo con la degustazione di birra artigianale ma anche con il capire e raccontare cosa c’è dietro questo splendido mondo.

Birra, musica e buon cibo sono gli ingredienti per un evento che si preannuncia memorabile; cos’altro aspettarsi da Birra G’Nostra? 

L’intrattenimento è una parte importante del festival perché per noi un festival deve essere anche divertimento; dunque non soltanto il lato gastronomico ma anche musica, spettacolo, cultura. Infatti all’interno di Birra G’Nostra sono previsti due punti musicali per ogni giornata, quasi in contemporanea: uno legato più al mondo del rock, l’altro al mondo del folk, anche se quest’anno c’è anche un gruppo di musica etnica, i Mantra Rav. Ci sarà anche la presentazione di un libro, un focus etnobotanico dal titolo “Il Gruit e le erbe spontanee usate per la birra del passato”, un laboratorio sulla produzione di birra in casa e tanto altro ancora. Dunque il festival Birra G’Nostra non è soltanto gastronomia, ma è anche composto da queste attività collaterali scelte in maniera pensata.

Com’è nata l’idea di questo festival?

L’idea, concretizzatasi nel 2019 con la prima edizione, è nata dall’aver visitato altri eventi del genere. Abbiamo cominciato nel 2016 col partecipare a varie fiere sulla birra artigianale come Beer Attraction a Rimini e EurHop a Roma, ma l’ispirazione principale è arrivata partecipando al festival della birra artigianale di Castellalto: un evento molto importante dove sono presenti diversi birrifici e che si svolge, come Birra G’Nostra, nel centro storico. La principale differenza tra Birra G’Nostra e il festival della birra artigianale di Castellalto vede la presenza al festival nocese dei mastri birrai, per portare l’evento ad evolversi sul piano culturale e educativo: non soltanto vendere birra ma far anche conoscere il prodotto e la persona che lo produce, con la possibilità per il visitatore di confrontarsi e fare domande al mastro birraio. L’idea è quella di far vivere al visitatore una vera e propria “esperienza” a trecentosessanta gradi all’interno del mondo della birra artigianale.

Quali sono le principali novità rispetto alla prima edizione? 

Il format è simile a quello della I edizione; c’è la novità dell’apertura degli stand la domenica mattina con il focus etnobotanico sul Gruit alle 11.30 e il concerto degli Acquasumarte alle 12.30. Inoltre c’è un punto food in più e a livello di estensione l’evento è più grande in quanto, rispetto alla prima edizione, potremo usufruire della piazzetta di Largo Rotolo.

Quali sono state le principali difficoltà nell’organizzazione del festival?

Sicuramente la parte burocratica è stata quella che ci ha messo più in difficoltà. In meno tempo possibile bisognava cercare di contattare diversi enti, e tutto questo si è svolto principalmente in maniera telematica. Ma ci sono stati anche altri tipi di difficoltà; a livello organizzativo, ad esempio, quella di trovare e selezionare i birrifici, perché abbiamo cercato di operare una scelta ponderata basata sulla qualità e sul valore del prodotto.

Ci sarà una III edizione di Birra G’Nostra? 

Noi ci auguriamo di sì. L’idea è quella di crescere e di creare un appuntamento estivo fisso, di diventare un punto di riferimento per visitatori ma anche appassionati di cultura brassicola. Per noi è molto importante il fatto di ospitare nel nostro festival ben nove birrifici diversi, ognuno con il rispettivo mastro birraio. Come detto in precedenza, l’aspetto culturale è quello più importante, e per noi sarebbe un onore ospitare all’interno del festival appassionati di birra artigianale e, perché no, far nascere nel visitatore quella passione che ci ha portati a creare un evento come Birra G’Nostra.

Francesco e Nicola, c’è qualcuno che vorreste ringraziare? Chi vi ha dato una mano? 

Ci siamo circondati di gente abbastanza disponibile, abbiamo creato una squadra capace di darci consigli, di dare una risposta ai nostri dubbi e con la quale confrontarci sulle nuove proposte. Vorremmo ringraziare in primis Domenico Palattella e Michele Lobefaro, i quali ci hanno aiutato e ci hanno supportato in tutte le fasi della creazione di Birra G’Nostra. Altri due nomi da citare sono quello di Simonetta Intini, che ci ha dato una mano con le grafiche, e Antonio Conte, che ci ha assistito per quanto riguarda la comunicazione e la scelta dei gruppi musicali.

 

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