Podolica in festa, razze autoctone per la valorizzazione del territorio [fotogallery]

09-23podolicainfestaNOCI (Bari) - Valorizzare il proprio territorio significa conferire importanza anche alle razze animali autoctone del luogo. E' il messaggio che l'Associazione turistico-culturale Terre delle Noci si è sforzata di trasmettere durante lo scorso e penultimo weekend di settembre attraverso la prima edizione della manifestazione "Podolica in festa, alla riscoperta della biodiversità animale". L'evento, suddiviso in due tappe con un tavolo tecnico ed una escursione itinerante, è stato organizzato con l'obiettivo di far conoscere a cittadini e consumatori l'importanza di un particolare animale, quale è appunto la mucca podolica.

Non solo valorizzazione culturale ma anche e soprattutto conoscenza a livello tecnico. Il merito che va sicuramente riconosciuto all'associazione promotrice dell'evento è stato quello di aver dato spazio a diversi relatori esperti del settore, che hanno fatto chiarezza non solo sulla particolarità dell'animale ma anche sui motivi per i quali esso andrebbe valorizzato, al fine di accrescere allevamento, qualità della vita dell'uomo che vi abita e dei prodotti di consumo. A moderare gli interventi dei lavori di sabato 20 settembre, il dott. Antonio Boschetti, Direttore de "L'Informatore Agrario". Primo fra tutti ad intervenire è stato il padrone di casa, nonché il presidente dell'associazione Terre delle Noci Francesco R. Tinelli: "Sono grato agli esperti di zootecnia" ha esordito, "per essere intervenuti. Le razze animali autoctone possono portare numerose opportunità al nostro territorio. Dieci anni fa fotografai una podolica non sapendo cosa fosse. Qualcuno mi rispose dicendomi che si trattava di una mucca nostrana; animale predominante nei nostri boschi. Capii sin da subito che valorizzazione un territorio oggi significa anche questo: dare rilevanza alle razze animali autoctone. Speriamo che in futuro si vengano a creare opportunità per la creazione di un consorzio a favore di un marchio podolico del nostro territorio".

E' stata poi la volta, dopo i saluti del primo cittadino Nisi e del dott. Franco Tinelli (portavoce del Gal "Terra dei Trulli e del Barsento"), del dott. Antonio Nisi - Veterinario, il quale ha inaugurato la lunga carrellata di interventi da parte di tecnici esperti del settore, conoscitori della razza podolica. Con il suo intervento ha voluto rendere omaggio a razze animali autoctone che oggi tendono a scomparire. Ha parlato di animali che si sono trattenuti nel nostro territorio per svariati secoli e che fino a pochi anni fa erano sul punto di scomparire. "Innanzitutto con il termine di biodiversità" ha commentato, "facciamo riferimento alla diversità biologica di un territorio intesa come numero di specie allevate; un discorso valido sia per la flora che per la fauna che nei confronti degli animali può riferirsi a razze Essa si razze autoctone o alloctone. E' grazie alla biodiversità che in ciascun territorio l'uomo riesce a definirne la produzione e l'allevamento. In Puglia nella categoria dei bovini rientrano: frisona, bruna, podolica, limousine, grigia alpina, etc (Noci, Putignano, Gioia: una volta erano definiti con il termine "triangolo della bruna"). Fra i caprini: la garganica, la ionica, la gentile di Puglia/ trimeticcio, la leccese, l'altamurano, la sarda, la comisana. Fra gli equidi infine, il murgese e l'asino di Martina Franca".

Al dott. Sebastiano Tinelli invece, Veterinario esperto di vacche da latte, l'onore di introdurre le caratteristiche sia storiche che tecniche dell'animale protagonista di questa esperienza: "La è così denominata perché secoli addietro si pensava provenisse dalla Podolia, una regione a sud dell'Ucraina. Più anticamente si pensava anche che provenisse dall'Uru, un bovino riscoperto nelle terre della Mezzaluna fertile. Si trattava di un animale possente, giunto in Italia circa 80.000 anni fa, i cui esami osteologici ne hanno dimostrato la consistenza. Nata grazie alla convivenza nei secoli di bovini domestici e selvatici possiamo possiamo dunque definirla autoctona. Dal punto divista sessuale presenta un notevole dimorfismo. E' una razza morfologicamente corretta perché selezionata per il lavoro. Ha un mantello grigio scuro o grigio chiaro ed ha la cute pigmentata, simbolo di resistenza ai raggi solari. A cinque-sei mesi il vitellino presenta un colore frumentino, utile al mimetismo.Quest'ultimo è utile all'eiezione del latte. Questa bovina è funzionale al territorio perché si è adattata nel tempo ai fattori ambientali. Il che significa longevità, attitudine a sfruttare i foraggi poveri, resistenza al caldo, al freddo, assenza di tecnopatie".

E ancora, al dott. Aldo d Luccia è stato affidato il compito di parlare della valorizzazione delle carni podoliche: "La carne è sicuramente uno degli alimenti più importanti della nostra alimentazione perché contiene sostanze utili al nostro sviluppo. Essa rientra nella dieta mediterranea se consumata in maniera limitata. Quella podolica non è grassa, è ricca di acidi polinsaturi e omega tre e può essere valorizzata se cucinata nelle ristorazioni locali, a base di sughi". In materia di Sicurezza alimentare è inoltre intervenuto il dott. Giovanni Normanno il quale ha dichiarato che il miglior modo per evitare patologie alimentari è ritornare a metodi di allevamento più tradizionali eliminando i sistemi di allevamento intensivi; sistemi finalizzati non solo ad una migliore remunerazione del produttore ma anche una migliore qualità del prodotto. Infine il dott. Giuseppe Bramante, responsabile sezioni carni bovine dell'Ara Puglia, ha esposto una serie di numeri su come sono ripartiti in Puglia gli allevamenti bovini. Circa 2.000 risultano essere i capi di bestiame registrati. Di questi, 1200 sono presenti solo nella provincia di Foggia grazie all'importante progetto sul Parco nazionale del Gargano che da anni viene portato avanti a favore dell'area protetta. Durante i lavori portati avanti nel Chiostro delle Clarisse sono intervenuti anche il Senatore della Repubblica Piero Liuzzi e l'assessore nocese alle attività produttive Paolo D'Onghia.

La prima serata della manifestazione è poi continuata in Piazza Garibaldi, lì dove si è assistito ad un vero e proprio show cooking con la preparazione di piatti a base di carne e formaggi di podolica. Ospiti e giudici dello show sono stati Cino Tortorella (il mago Zurlì dello Zecchino d'Oro), Ellisa Yang (sommelier promotrice di vini e prodotti agro alimentari in cina), la dott.ssa Beatrice De Marco (nutrizionista), il dott. Giuseppe Baldassarre (associazione sommelier AIS puglia), Pietro Laterza (Presidente Apa Bari) e Domenico Nisi. L'antipasto è stato preparato da Sergio Dongiovanni con la sua "Tartar di lombo podolico con guacamole e caciocavallo podolico". Il primo è stato realizzato da Angelo Allegretti che ha preparato uno "spaghettone con straccetti di manzo e caciocavallo podolico su riduzione di primitivo". Il secondo piatto è stato realizzato da Giovanni D'onghia con il suo "spezzatino di podolica con cicoria di campo al profumo di pomodoro secco e crostone al caciocavallo podolico". Ed infine il dolce (colui che ha vinto la gara con il massimo dei voti) è stato preparato da Giuseppe Mancini. "Un cremoso alla ricotta con cuore di latte podolico". Cino Tortorella, proprio come faceva allo Zecchino d'Oro, ha infine chiamato sul palco due bambini dal pubblico e li ha intervistati. Domenica 21 settembre è stata poi la volta del tour in pullman presso due dei più interessanti allevamenti di bovini di razza podolica pugliesi.

Di seguito la fotogallery dell'intera manifestazione. 

Sagre

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