Mons. Pinto sul Sinodo della famiglia: “distinguere e non separare”

mons-pinto-vitoNOCI (Bari) - «Il significato del Sinodo è riunito nella Pastorale Unitaria in cui è necessario distinguere e non separare». Parole pronunciate dal Mons. Pio Vito Pinto (in foto), decano della Rota Romana, durante il convegno organizzato dagli avvocati cattolici dell'UGCI del foro di Putignano domenica scorsa al Chiostro delle Clarisse.

Parole che sembrano ben lontane da quel «la Rota romana (è) chiamata a dare un contributo perché l'istituto matrimoniale resista al pericolo della perniciosa relativizzazione della disciplina canonica che offende l'integrità e l'unità cattolica del corpo di Cristo» pronunciate nel gennaio 2013 dinanzi al Papa che lo ha nominato decano il 22 settembre 2012 (Benedetto XVI ora emerito) e che segna una divergenza di vedute con l'attuale Papa Francesco, più attento al lavoro della Rota Romana sulla famiglia ed in particolare sul matrimonio.

Così adesso bisogna "distinguere e non separare". Secondo gli ultimi dati (fonte Corriere) sono quasi 2500 i casi pendenti ogni anno in Italia gestiti dalla Rota Romana, 44.646 in tutto il mondo. In Italia, in virtù del Concordato del 1984 (art. 8) le nozze cattoliche dichiarate nulle lo diventano dopo la «delibazione» (accettazione-trascrizione). Una piccola nota che fa capire la complessità del diritto canonico e la sua ricezione nella giurisprudenza italiana.

11-26-sala-ugciMa nel convegno nocese si è dato spazio anche alla nocesità di Mons Pinto «che quando è a Noci – dice don Giuseppe Goffredo leggendo la nota del vescovo Domenico Padovano assente – vuole celebrare messa al santuario della Madonna della Croce». Al prof. Raffaele Coppola è spettato invece il compito di chiarire la terminologia, usata spesso erroneamente, che riguarda l'ambito ecclesiale scandendo la differenza che intercorre tra "Chiesa", "Santa Sede" e "Città del Vaticano". Per quanto riguarda il primo termine la Chiesa non è altro che una corporazione non territoriale che si identifica nei principi di unità, santità e universalità (cattolicità) professati da fedeli battezzati. Per Santa Sede il diritto canonico indica il Pontefice e il suo ufficio, e l'organizzazione degli uffici della curia romana tra i quali la Segreteria di Stato, le Congregazioni, i Pontifici consigli, la Prefettura. In ultimo la Città del Vaticano, stato sovrano riconosciuto nel 1929 attraverso i Patti Lateranensi. «Sovranità riconosciuta non per l'organizzazione sociale dei suoi cittadini – specifica Coppola - ma per dare autonomia e personalità internazionale alla Santa Sede». E prosegue «sul concetto di sovranità territoriale la Santa Sede ha fatto da battistrada al diritto internazionale per quanto riguarda la pace e la difesa dei diritti umani».

Nella sua riflessione Mons. Pinto ha ricordato come il cambiamento voluto da Papa Francesco durante il 3° Sinodo Straordinario sulla Famiglia ha riscontrato forti resistenze da parte dei vescovi. La maggior parte delle votazioni hanno goduto di una maggioranza assoluta ( 50%+1) e non di un voto unanime. «Io non ho mai rilasciato interviste sul sinodo ma chi ha parlato doveva riferire delle difficoltà riscontrate» chiarisce Pinto. E sul ruolo dei prelati: «Il Papa non dice di stravolgere ma di organizzare commissioni di studio. Approfondire i singoli casi e in questo i Vescovi sono chiamati ad un grande ruolo di responsabilità». Nel pomeriggio di lunedì il Decano del tribunale d'appello Mons. Pio Vito Pinto, ha tenuto alle ore 16.00 una prolusione presso il dipartimento di giurisprudenza dell'università "A. Moro" di Bari sulle funzioni della Rota Romana.

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